Da multisala a centro commerciale. Fine di un’epoca per lo storico Cinema Odeon di Milano
Fondato nel 1929, è stato il primo multisala di Milano, dal 1986. Chiuderà definitivamente il primo agosto, per fare spazio a negozi e uffici. Ma qualche sala riaprirà al piano interrato
È stato teatro, poi centrale termoelettrica, e multisala. L’epilogo più sconsolante ma perfettamente in linea con la crisi diffusa delle sale cinematografiche, ormai delineato con certezza all’orizzonte, prevede che lo storico Cinema Odeon di via Santa Radegonda, a due passi dal Duomo di Milano, sia presto fagocitato da un nuovo centro commerciale, progetto immobiliare che riunirà negozi, uffici e ristoranti, articolati su 5mila metri quadri di superficie.
LA STORIA DEL CINEMA ODEON A VIA SANTA RADEGONDA
Era il 1803 quando nell’area dell’antico convento benedettino di Santa Radegonda si insediava un modesto teatro in legno, adibito a spettacoli di marionette e commedie dialettali. Già pochi anni più tardi la sala fu eletta a teatro del melodramma, in attività fino agli Anni Ottanta del XIX secolo, quando l’edificio fu abbattuto per edificare la centrale termoelettrica di Santa Radegonda gestita dalla società Edison, la prima d’Europa. Polo all’avanguardia, segnalato dalla presenza di un’altissima ciminiera, la centrale battezzerà l’inaugurazione della stagione lirica della Scala nel 1883, alimentando quasi 3mila lampade a incandescenza – primo magniloquente episodio di illuminazione pubblica elettrica in Italia – tra lo stupore e la meraviglia del pubblico. Già all’inizio del Novecento, però, l’impianto risulterà obsoleto, demolito nel 1926, insieme all’intero isolato tra via Santa Radegonda e via Agnello. È allora che inizia la storia del Cinema Odeon, che eredita il ruolo del “padiglione cinematografico” Santa Radegonda, sorto nell’area, in prossimità dell’imbocco di corso Vittorio Emanuele, nei primissimi anni del secolo: tra il 1927 e il 1929, infatti, la famiglia Pittaluga dà incarico agli architetti Giuseppe Laveni e Aldo Avati di costruire un nuovo edificio residenziale; il piano interrato e quello su strada vengono destinati, rispettivamente, al teatro e al cinema Odeon, cui si sceglie di conferire un nome molto in voga per la sale dell’epoca. In stile Art Decò, il cinema si sviluppava su tre piani, con ingresso monumentale dal portico con colonne giganti, fregi e nicchie con statue, tra cui la personificazione del Cinema. La prima proiezione in sala – dotata di platea e galleria, tra marmi, tappezzerie, lampade a muro in bronzo – si tenne il 26 novembre 1929: sul grande schermo, La spedizione del Barone Franchetti in Dancaglia. Colpito durante i bombardamenti dell’agosto 1943, l’Odeon sarà in grado di riaprire già all’inizio di settembre, ospitando temporaneamente anche i concerti dell’orchestra del Teatro alla Scala, rimasto danneggiato in modo più serio. E prosegue anche nel Dopoguerra la fortuna del Cinema Odeon, che nel 1986, rilevato dal gruppo americano Cannon, è il primo a Milano a trasformarsi in multisala (a scapito del teatro sotterraneo). All’esterno compaiono le locandine luminose che ancora caratterizzano l’ingresso dell’Odeon; al 2009 risale il passaggio al gruppo The Space.
DAL CINEMA AL CENTRO COMMERCIALE
Nel 2021, invece, si è profilato per la prima volta lo spettro di un significativo ridimensionamento dell’attività, che si concretizzerà a breve: destinato a essere sacrificato sull’altare del commercio, l’Odeon sarà coinvolto nel restyling dell’immobile disegnato dagli architetti di Progetto Cmr per il Fondo Aedison, gestito dalla proprietà Dea Capital Real Estate sgr. L’accordo sottoscritto dal gruppo The Space con il Fondo Aedison prevede la chiusura definitiva dell’Odeon per come lo conosciamo a partire dal primo agosto 2023. Poi si procederà con la ristrutturazione dell’edificio, per la realizzazione del centro commerciale che dovrebbe prevedere anche uno spazio – di molto ridotto – per un multisala, ma solo al piano interrato (mentre i lavoratori dell’Odeon saranno ricollocati in altri cinema del circuito The Space). Dalle dieci sale attuali si passerà, così, a cinque, con la promessa di preservare gli elementi architettonici e decorativi più significativi dell’immobile, dal foyer d’ingresso con il pavimento in marmi policromi allo scalone che conduce al piano terra, alla sala storica del cinema (quella con la scritta Ex tenebris vita, originale nel 1929), però convertita a nuova destinazione d’uso. Riapertura prevista nel 2024, quando si scoprirà il volto del “nuovo” Odeon.
Livia Montagnoli
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