Memorie dal profondo: l’architetto Tsuyoshi Tane al Vitra Campus di Basilea
Il nuovo innesto di architettura contemporanea alle porte di Basilea porta, ancora la volta, la firma di un progettista giapponese. La Tane Garden House è un’occasione per conoscerne opere e visione
Architetto anagraficamente giovane, Tsuyoshi Tane (Tokyo, 1979) è in realtà depositario di un sapere che travalica i suoi 44 anni e che concentra in sé l’esperienza storica di chi sul territorio ha operato nel passato. È noto per il format programmaticamente applicato al suo approccio operativo, The Archaeology of Memory, che esplicita l’attenzione di ATTA – Atelier Tsuyoshi Tane Architects – da lui aperto a Parigi nel 2017, dopo aver qui co-fondato nel 2006 lo studio DGT (con Dan Dorrel e Lina Gothmeh) – nei confronti dei luoghi per i quali museo, abitazione, hotel, ristorante o struttura commerciale vengano progettati ex novo. Tale metodo è divenuto una sorta di griglia pregiudiziale, cui nascita e sviluppo del concept progettuale non si possono sottrarre. “Il nostro studio è abbastanza contenuto nelle dimensioni, una trentina di persone in tutto; vorremmo crescere ma non troppo, perché perderemmo la nostra coesione”, commenta l’architetto Tane.
La Tane Garden House al Vitra Campus
Oggi si parla di lui per il nuovo tassello aggiunto alla complessa configurazione del Vitra Campus. Un luogo che grazie alla lungimiranza di un industriale del mobile come Rolf Fehlbaum, oggi Presidente emerito di Vitra, riassume su un terreno vastissimo una campionatura di costruzioni eccellenti firmate via via, a partire dagli Anni Ottanta, da Nicholas Grimshaw, Frank Gehry, Zaha Hadid, Tadao Ando, Álvaro Siza, Jasper Morrison, Herzog & de Meuron, SANAA, Renzo Piano, Ronan & Erwan Bouroullec.
L’estate 2023 è il turno della Tane Garden House, ovvero una struttura di soli 15 metri quadrati, poco più che una capanna, eretta da Tane sullo spazio adiacente da un lato all’Oudolf Garden, disegnato nel 2020 dal paesaggista olandese Piet Oudolf, dall’altro all’Umbrella House di Kazuo Shinohara. Realizzato grazie alla competenza di artigiani della pietra, del legno, della corda, della paglia – tutti materiali sostenibili provenienti dalla zona di Weil am Rhein dove appunto sorge il Vitra Campus, un crocevia fra Svizzera, Germania e Francia, a pochi chilometri da Basilea –, l’edificio concentra in sé una serie di tipologie edilizie studiate e selezionate dall’architetto giapponese sulla base di quanto l’architettura rurale elvetica ha prodotto nei secoli. La Garden House, dotata all’interno di un abitacolo con soggiorno, cucina e bagno razionalmente concepito – quasi la cabina di un’imbarcazione dagli accuratissimi dettagli –, presenta all’esterno una scala. Permette di raggiungere il tetto con vista panoramica fino alle colline circostanti, panche in legno incorporate nel corpo dell’edificio e fontana, sempre in legno, per il lavaggio degli attrezzi di giardinaggio.
L’architettura secondo Tsuyoshi Tane
Sintesi da un lato dell’integrazione tra realtà sociale, agricola e artigiana di Weil am Rhein e dall’altro del repertorio edilizio vernacolare tipico del Paese, la Garden House non è che l’ultimo saggio della capacità di Tane di “appropriarsi” del genius loci e di tradurlo in termini di contemporaneità. “Sono certo che ogni luogo sia dotato di memorie che affondano le loro radici nella tipologia del territorio di appartenenza e nella sua storia sociale e culturale, e che sia proprio tale memoria a offrire il nutrimento indispensabile all’architettura”, racconta. Per poi aggiungere: “Paradossalmente nei miei progetti coesistono però anche spunti e suggestioni provenienti da vari altri Paesi del mondo, che ogni volta si fondono rendendo difficile identificarne le singole origini, fino a comporre una sorta di linguaggio globale che riconduce al passato ma vive nel presente”.
Quando nel 2016 l’architetto Tane realizzò con DGT a Tartu in Estonia il Museo Nazionale Estone, volle erigere l’edificio là dove un tempo era posto un campo d’aviazione militare sovietico, a memento della presenza dell’URSS in terra estone. Con la sua forma allungata a rampa di lancio è divenuto simbolo di riscatto e rinascita, nonché luogo di aggregazione sociale di grande importanza per la popolazione locale. Tane commenta: “Il Museo Nazionale Estone è un perfetto esempio di ciò che intendiamo esprimere attraverso i nostri interventi: partendo da un passato negativo e doloroso – la dominazione sovietica – è stata creata una nuova identità nazionale”.
I progetti dell’architetto Tsuyoshi Tane in Giappone
D’altro canto, nella Todoroki House in Valley, eretta nel 2018 a Tokyo in una valletta verde ricca d’acqua, sono state assemblate nella stessa costruzione palafitte – diffuse nei Paesi poveri dell’Estremo Oriente, soprattutto nelle aree umide – e una struttura soprastante in legno e vetro, frutto di una meticolosa selezione morfologica di costruzioni a più piani presenti in aree asciutte. Quest’ultima è aperta, grazie alle ampie vetrate, sulla foresta circostante che invade gli spazi interni, secondo un principio di immedesimazione fra uomo e natura, riflettendo i dictat della dimensione abitativa del pensiero orientale. Invece a Hirosaki, quando nel 2020 Tane con ATTA progettò il Museo d’Arte Contemporanea, si vollero mantenere le caratteristiche dell’antica fabbrica di saké. Una struttura “continuata” fino a diventare l’attuale sede del museo, basata su un particolare uso del mattone, un materiale tipico della tradizione locale. Il tetto in titanio con effetto dorato rievoca invece la riconversione avvenuta durante la Seconda guerra mondiale dalla produzione della nota bevanda nipponica ricavata dal riso a quella del sidro di mele, frutti questi allora ancora prodotti nel Paese in buona quantità, nonostante le devastazioni belliche.
Scavare nel passato per vivere nel futuro
Risale al 2021 la contestualizzazione della collezione dello sceicco Hamad Bin Abdullah Al Thani, cugino dell’emiro del Qatar – una straordinaria raccolta di capolavori appartenenti a varie epoche e culture – in un prestigioso palazzo storico parigino affacciato su Place de la Concorde: “Per adibire l’Hôtel de la Marine a spazio espositivo abbiamo studiato in modo approfondito l’arte del XVII e del XVIII secolo, in modo da creare una continuità tra gli stili di quelle epoche – barocco e rococò – e la contemporaneità del nostro spazio museale”. Studi in Giappone, Svezia e Danimarca, perché basare il proprio studio a Parigi? L’architetto Tane conclude: “Vivere e lavorare a Parigi è una sfida continua. Il suo heritage è molto forte e avere a che fare quotidianamente con tale ‘confronto’ risulta impegnativo ma anche assai stimolante. Ed è proprio qui che sta il significato della nostra missione: saper trarre dal passato quanto occorre per progettare il futuro”.
Alessandra Quattordio
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