A Bologna si punta sui cinema storici. Dopo 15 anni riapre il Modernissimo

In centro città, il cinematografo sotterraneo ricavato in uno dei primi edifici in cemento armato del capoluogo emiliano è nato nel 1915. Chiuso negli Anni Duemila, dopo 8 anni di cantiere la Cineteca di Bologna lo restituisce ai bolognesi

Chi chiude – il Cinema Odeon di Milano, che ha salutato il suo pubblico con l’ultima proiezione all’inizio di agosto – in attesa di scoprire che sorte gli riserverà il prossimo futuro, e chi si appresta a riaprire, restituendo uno spazio di aggregazione storico alla città. È la Cineteca di Bologna ad aver assunto, ormai quasi dieci anni fa, l’impegno a riqualificare il Cinema Modernissimo, inaugurato nel 1915 non distante da piazza Maggiore, nel capoluogo emiliano.

Il Cinema Modernissimo tra gli Anni '50 e '60
Il Cinema Modernissimo tra gli Anni ’50 e ’60

La storia del Cinema Modernissimo di Bologna

Si deve al piano urbanistico che all’inizio del XX Secolo ridisegnò il centro cittadino la nascita del cinematografo che all’epoca inneggiava ai fasti della modernità, salutando l’avvento di nuovi stili di vita e abitudini: in luogo del medievale Palazzo Lambertini, allora, fu eretto Palazzo Ronzani, avveniristico edificio in cemento armato progettato dall’ingegner Pontoni, provvisto di spazio sotterraneo adibito a teatro (negli Anni Cinquanta sarà assorbito dal cinema) e di una sala proiezioni. Nel 1955, l’ampliamento degli spazi permetterà di raddoppiare le sale: al Cinema Modernissimo sotterraneo, con accesso da piazza Re Enzo, si affiancherà il Cinema Centrale di via Rizzoli 3; solo uno dei due resterà attivo fino al 2007, con il nome di Cinema Arcobaleno. Poi un periodo di occupazione, nel 2011, e la chiusura definitiva.

Il Cinema Modernissimo prima della ristrutturazione
Il Cinema Modernissimo prima della ristrutturazione

La rinascita del Cinema Modernissimo con la Cineteca di Bologna

Da otto anni a questa parte la Cineteca di Bologna ha preso in carico le procedure per la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli spazi, costate 3,5 milioni di euro; ora, il cantiere si appresta a conclusione, dopo quattro anni trascorsi fra progettazione (con il coinvolgimento dello scenografo cinematografico Giancarlo Basili), bando di gara e demolizioni, seguiti dall’avvio dei lavori nel marzo 2020, in piena emergenza covid, e reiterate interruzioni tecniche. La data ufficiale per l’inaugurazione che svelerà il “nuovo” Cinema ai bolognesi è il 21 novembre (tra i fortunati che l’hanno visitato in anteprima, lo scorso giugno, si segnala Martin Scorsese!): poco meno di 400 posti per la sala principale, fra platea e piccola galleria, impianto ipertecnologico (con possibilità di proiettare dai 16 ai 70 mm, dall’analogico e digitale) e piccola buca per i musicisti, da sfruttare in occasione di eventi live. Ma anche ambienti destinati all’allestimento di mostre (già inaugurati a febbraio 2022). Nell’ottica di valorizzare gli ambienti storici, omaggiando i cinematografi di inizio Novecento, gli interni sono stati ricondotti allo stile Liberty originale, conciliando il recupero architettonico con l’implementazione dell’esperienze di visione secondo gli standard tecnologici attuali. Mentre all’esterno, una pensilina d’autore, firmata da Mario Nanni, segnalerà l’ingresso dal sottopasso di piazza Re Enzo, dov’erano un tempo le Gocce di Mario Cucinella.

La Fondazione Cineteca di Bologna ha ottenuto lo spazio – di proprietà di Emmegi Cinema – in gestione per 49 anni, con l’obiettivo di diffondere la cultura cinematografica in un contesto storico di grande pregio. C’è margine, però, anche per qualche novità, con la voglia di offrire servizi aggiuntivi agli spettatori e alla città. Così, in vista dell’imminente riapertura, la Cineteca ricerca operatori della ristorazione cui affidare la gestione del nuovo bar del Cinema Modernissimo, il Caffè Pathé, negli spazi del sottopasso di via Rizzoli.

Livia Montagnoli

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