La prima volta di Tadao Ando in Australia. Inaugura a Melbourne l’MPavilion 10
Apre al pubblico il 16 novembre 2023 il nuovo padiglione temporaneo finanziato dalla Naomi Milgrom Foundation, progettato dall’architetto giapponese autodidatta, al debutto in Australia con un manifesto del suo modo di intendere i luoghi destinati alla cultura
È una sintesi coerente ed esatta della visione architettonica di Tadao Ando (Osaka, 1941) l’MPavilion 10, il padiglione temporaneo concepito per ospitare oltre 150 eventi culturali, nell’arco di cinque mesi, aperto fino al 18 marzo 2024 ai Queen Victoria Gardens di Melbourne. Nella prima opera in terra australiana del maestro (autodidatta) di Osaka sembrano infatti essersi sedimentati tutti gli aspetti distintivi del suo lessico progettuale, seppur tradotto in una dimensione contenuta: l’adozione delle forme geometriche pure; la centralità dei percorsi, intesi come matrice imprescindibile per esperienze di conoscenza diretta dello spazio; la non ordinaria connessione con il contesto paesaggistico; il ricorso a una tavolozza materica ristretta e riconoscibile; l’introduzione nella dinamica complessiva di elementi vivi, mutevoli e imprevedibili, dall’acqua alla luce naturale. La decima struttura commissionata dalla Naomi Milgrom Foundation – istituzione promotrice dal 2014 di un’iniziativa pubblica divenuta nel tempo uno dei festival culturali di maggiore richiamo dell’intera Australia (oltre 350mila le presenze alla nona stagione) – manca solo della scala monumentale a cui l’architetto ci ha abituato ad esempio nella parigina Bourse de Commerce o nell’onirico circuito museale di Naoshima. Ma per il resto può essere considerata un manifesto del suo modo di intendere i luoghi destinati alla fruizione culturale e alla condivisione.
Il primo edificio di Tadao Ando in Australia
Solo all’apparenza impenetrabile, l’MPavilion dispone in realtà di un doppio ingresso. A generare le due entrate sono altrettanti quadrati sfalsati, definiti da setti in cemento di varia lunghezza. Entrambi i percorsi d’accesso conducono al centro del padiglione, geometricamente identificato da un disco di oltre 14 metri di diametro; rivestito in alluminio, poggia su un unico sostegno verticale. Ad assicurare il collegamento visivo tra il parco e il contesto urbano di Melbourne è la fenditura impressa in modo netto sulle pareti nord e sud. Contribuisce poi a instaurare una forma di contatto continuo con il cielo (e con i molteplici accadimenti che lo percorrono) l’immancabile specchio d’acqua. La porzione di suolo occupata dalla struttura è infatti solo per metà pavimentata e dunque percorribile; nella restante parte la tettoia del padiglione, la città e la natura circostante e, appunto, il cielo si riflettono nell’acqua.
Oltre 150 eventi nell’MPavilion di Ando a Melbourne
“Tadao Ando ha progettato una nuova, iconica destinazione a Melbourne, che servirà sia come luogo contemplativo, un rifugio temporaneo dal trambusto della città, sia come luogo dinamico per la scoperta creativa e la partecipazione al nostro programma pubblico”, ha affermato Naomi Milgrom AC, in qualità di commissaria dell’MPavilion. Oltre all’architetto giapponese, per celebrare il decimo anniversario del programma sono stati coinvolti dieci fra artisti e creativi, ciascuno artefice di un intervento inedito. Si va dai due workshop, uno al tramonto e l’altro all’alba, con il fotografo australiano John Gollings AM (che si occuperà anche di un servizio speciale dedicato al design dell’MPavilion), a sessioni di scrittura, fino a progetti legati alla musica, all’alimentazione, alla comunicazione non verbale, all’artigianato, al teatro. “Spero che le persone che visiteranno questo spazio gli permettano di entrare nei loro cuori e permettano ai loro sensi di sintonizzarsi con la luce e la brezza che interagiscono con loro e con questo spazio. Auspico per loro un’esperienza di armonia con la natura, con sé stessi e con gli altri”, ha commentato Ando, che si appresta a chiudere il suo 2023 con (l’ennesimo) successo della retrospettiva itinerante Tadao Ando-Youth, la cui data di chiusura è stata per due volte prorogata al Museum SAN di Wonju, in Corea del Sud (resterà aperta fino al 3 dicembre prossimo). L’istituzione coreana ha scelto di festeggiare il suo decimo anno di attività ospitando la personale dedicata a chi l’edificio museale l’ha progettato: una mostra che dal debutto a Tokyo nel 2017 non si è più fermata, facendo tappa a Parigi (2018), Milano (2018), Shanghai (2021), Pechino (2021) e Taiwan (2022). Non da ultimo, per l’anniversario, il museo si è ampliato svelando lo scorso agosto il suo secondo e ultimo spazio di meditazione: il minimale, geometrico e poetico “The space of Light”, firmato anch’esso dal maestro Ando.
Valentina Silvestrini
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