Il Premio Carlo Scarpa dedicato alla natura e al paesaggio va in America Latina
Una grande opera d'arte collettiva, così si potrebbe definire l’Espacio Escultórico nel Pedregal, a Città del Messico, vincitore della 33esima edizione del premio internazionale dedicato alla natura e al paesaggio
Nato nel 1990 dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino intende promuovere e valorizzare il paesaggio, salvaguardandone il patrimonio naturale. Sulla base di questi principi, ogni anno, il comitato scientifico seleziona luoghi in tutto il mondo che racchiudano memoria e innovazione, come nel caso del Sítio Santo Antônio da Bica di Roberto Burle Marx, in Brasile, che si aggiudicò la prima edizione del Premio.
A trentatré anni di distanza, il Premio Carlo Scarpa torna nuovamente a esplorare i Paesi dell’America Latina, scegliendo Città del Messico e il suo Espacio Escultórico nel Pedregal de San Ángel. Un luogo di meditazione personale e di azione collettiva creato in un’ottica ecologista, dove la dimensione corale del progetto diventa un modello da seguire singolarmente nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente.
Per poter dar modo a tutti di approfondire il progetto paesaggistico vincitore, sarà presentata al Ca’ Scarpa di Treviso una mostra il prossimo 12 aprile (e fruibile sino al 30 giugno 2024). A far da cornice all’esposizione sarà la presentazione del libro e del documentario dedicato al luogo e alla sua storia, prevista per sabato 13 aprile, preceduta da una conferenza di Louise Noelle all’auditorium della Fondazione Benetton a Palazzo Bomben.
Il Premio Carlo Scarpa per l’Espacio Escultórico a Città del Messico
L’Espacio Escultórico è un luogo costituito da una grande opera d’arte collettiva che emerge dalla stessa superficie lavica del vulcano Xitle, sulla quale, a partire dalla fine degli Anni Quaranta del secolo scorso, sono nati nuove città e quartieri ma, soprattutto, la Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM).
Sessantaquattro prismi in cemento poggiano su un basamento circolare di 120 metri, creando un anello dentato che circoscrive una zona lavica “intatta”, evidenziandone l’unicità e la sua fragilità.
Inaugurata nel 1979, l’opera è stata realizzata da sei artisti della Escuela Nazionale de Artes Plàsticas, quali: Helen Escobedo, Manuel Felguérez, Mathias Goeritz, Hersúa, Sebastián e Federico Silva, conferendo all’intervento una dimensione collettiva. Fortemente voluta dall’Università, Espacio Escultórico si è fatta espressione del valore e del significato del paesaggio di Pedregal, con cui città e istituzioni si confrontano e dialogano tanto sul piano ambientale quanto su quello ecologico, passando dalla potenza evocativa all’espansione urbana che ne delimita lo spazio e ne altera la natura e il significato.
“L’Espacio Escultórico rappresenta un capitolo importante di questo paesaggio in divenire” sottolinea il comitato scientifico del Premio Internazionale Carlo Scarpa. “A dispetto (o forse grazie a essa) della fissità scultorea della sua immagine, stabilisce un punto d’incontro tra passato e futuro, a cavallo tra la grande vicenda della costruzione della Città Universitaria e l’evolversi di una coscienza ecologica del suo campus, ‘paesaggio di resistenza’ più che pacifico e rassicurante scenario di una comunità per alcuni aspetti privilegiata”.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati