Storia di Casa Esagono, la residenza dell’architetto Giorgini che ora rinasce sulla costa livornese

A meno di due anni dall’annuncio del restauro, torniamo a Casa Esagono che ora è pronta. Per la dimora lignea progettata da Vittorio Giorgini sulla costa toscana inizia una fase senza precedenti, tra residenze d’artista e un parco d’arte all’aperto

Avviato a luglio 2023, l’intervento di restauro, consolidamento e riqualificazione funzionale di Casa Esagono (1957-1960) a Baratti, nel verde della costa livornese, si è concluso da poche settimane. Per quella che, fino al 1968, fu la dimora estiva dell’architetto Vittorio Giorgini (Firenze, 1926 – 2010), nonché meta di artisti e intellettuali, inclusi Gordon Matta Clark e Isamu Noguchi, sta per aprirsi una fase inedita. In concessione d’uso gratuita all’associazione B.A.Co. – Baratti Architettura e arte Contemporanea Archivio Vittorio Giorgini dal 2013 (la proprietà dell’edificio è del Comune di Piombino), la residenza sarà d’ora in poi in grado di accogliere anche quelle attività che le urgenze conservative avevano fin qui limitato o reso impossibili. A raccontare il futuro di questo delicato scrigno ligneo, messo a dura prova in oltre sei decenni dalla congiunta azione delle condizioni climatiche e atmosferiche, tra abbandoni e passaggi di proprietà, è l’architetto Marco Del Francia, che presiede B.A.Co. e ha lavorato al recente restauro.

Rigenerazione architettonica e culturale dal basso nella costa toscana

Casa Esagono oggi non è solo un bene culturale finalmente riconosciuto (ricordiamo che è stato inserito dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC, nell’aggiornamento del Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, e fa parte dell’Atlante di Architettura Contemporanea, che pone l’attenzione su una selezione del Censimento), ma è divenuto anche un luogo ibrido creativo”, spiega ad Artribune Marco Del Francia. “In questi anni nelle intense attività di B.A.Co. – visite guidate, laboratori per le scuole, workshop, mostre, installazioni, performance – sono state coinvolte le associazioni e gli artisti locali (mettendo loro a disposizione gli spazi), ma anche pubbliche amministrazioni, università, ordini professionali e istituti di ricerca, oltre a curatori, scrittori, antropologi, pedagogisti, architetti, fotografi, registi, archeologi e artisti di fama. Tutto questo ha trasformato Casa Esagono e il suo giardino in uno spazio che ha fatto davvero della rigenerazione urbana culturale dal bassoNon a caso siamo stati inseriti come case study dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali nel progetto nazionale ‘La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale. Politiche, pratiche ed esperienze’”. Ma non solo: questo corpus di attività ha consentito a Casa Esagono di essere selezionata dal Centro Pecci di Prato – Fondazione per le Arti contemporanee in Toscana, su progetto e per conto dell’agenzia regionale Toscana Promozione Turistica, fra i siti di maggiore rilevanza sia a livello artistico e culturale sia di fruibilità turistica. Per l’avvenire, dunque, Del Francia non ha dubbi: “il futuro è continuare su questa strada, ma con delle possibilità in più”.

Il futuro di Casa Esagono: residenze d’artista e un parco d’arte ambientale

Tra le operazioni di riqualificazione e rifunzionalizzazione condotte sull’immobile rientra infatti la ricostruzione di porzioni di arredi persi nei vari passaggi di proprietà all’interno di alcune stanze, che d’ora in avanti potranno ospitare residenze d’artista. “Grazie a un esperto artigiano – Claudio Ceccanti – gli arredi di Casa Esagono sono stati in parte ricostruiti e riproposti come erano originariamente nelle stanze, per ridare la visione di come erano occupati gli spazi interni e anche del modus operandi di Giorgini. È stata lasciata libera una stanza per mostre temporanee ma anche perché vorremmo coinvolgere giovani designer ad attualizzare il pensiero di Giorgini, creando arredi contemporanei per risemantizzare – o rinnovare – gli interni dell’Esagono, ma anche gli spazi esterni”, spiega Del Francia. L’obiettivo? “Allestita a foresteria, Casa Esagono potrà ampliare la capacità d’uso, con residenze per artisti e studiosi, utilizzabili in tutto l’arco dell’anno”. In tale visione rientrano anche gli spazi esterni del giardino, dove si punta a “implementare le sculture a cielo aperto già presenti, per realizzare un parco d’arte ambientale, funzionale alla salvaguardia e valorizzazione delle opere dell’architetto Vittorio Giorgini”. Dunque l’orizzonte è provare a concepire un unicum con l’adiacente Casa Saldarini, opera dello stesso progettista. Significativo, inoltre, è stato il lavoro condotto sulle porzioni lignee, che hanno rivelato con chiarezza il loro stato conservativo una volta portate a grezzo. “Ogni singolo elemento, interno ed esterno, è stato trattato con prodotti impregnanti non filmogeni, consistente in applicazioni di fondo protettivo antitarlo e biocida antifungino, con mordenzatura impregnante semitrasparente e finitura con prodotto a olio impregnante con protezione anti UV. Abbiamo un piano di manutenzione dell’opera ben preciso che andrà accuratamente rispettato negli anni per preservare le condizioni ottimali che abbiamo raggiunto oggi”, assicura l’architetto.

vittorio giorgini casa esagono 1957 1960 photo baco archivio vittorio giorgini 22 Storia di Casa Esagono, la residenza dell’architetto Giorgini che ora rinasce sulla costa livornese

Il restauro come ricerca sull’architettura di Vittorio Giorgini

Come per ogni cantiere di restauro, anche quello di Casa Esagono ha fornito dati nuovi sull’edificio e, di riflesso, sulla visione e sul metodo del suo autore. “Nonostante l’ampia documentazione conservata in archivio, sono emersi molti aspetti inediti sulla costruzione”, prosegue Del Francia. “La casa è stata concepita a tutti gli effetti come un mobile; non a caso, risalendo ai familiari della falegnameria che l’aveva realizzata, ci hanno confermato che l’azienda produceva arredi in legno. Accanto agli accurati dettagli costruttivi elaborati da Vittorio Giorgini, specie sul sistema degli incastri degli elementi portanti, le strutture hanno infatti privilegiato unioni di carpenteria da ‘mobilificio’, con elementi giuntati fra loro a mezzo di tasselli di legno o con il classico sistema ‘tenone e mortasa’. Ci siamo inoltre accorti di alcuni correttivi che sono stati sicuramente eseguiti in corso d’opera. Per me è stato come immedesimarmi al tempo della costruzione, immaginando Vittorio Giorgini con i falegnami nel cercare di trovare le soluzioni di fronte agli imprevisti. Ma è stato anche comprendere la genialità di Giorgini nello studiare soluzioni tecniche sia dal punto di vista statico, ma anche per agevolare il lavoro di montaggio”. E, in questo specifico caso, il riferimento è agli elementi in alluminio posti tra i pilastri cruciformi in legno e le basi esagonali in cemento armato: “oltre ad avere un disegno finemente studiato, la loro forma permetteva di agire come una cerniera per poter issare le strutture lignee con delle semplici corde, per poi venire saldate e fissate una volta in bolla”, precisa Del Francia che non fa tuttavia fatica a identificare l’oggetto “più prezioso” dell’immobile.

Vittorio Giorgini, Casa Esagono (1957-1960). Photo B.A.Co. - Archivio Vittorio Giorgini
Vittorio Giorgini, Casa Esagono (1957-1960). Photo B.A.Co. – Archivio Vittorio Giorgini

La rinascita di Casa Esagono a Baratti

C’è un elemento, però, a cui sono affettivamente legato, che si è conservato dagli anni Sessanta a oggi”, conclude l’architetto. “Un piccolo specchio, ormai in parte ingiallito, rimasto appeso in una delle stanze dell’Esagono. Non lo abbiamo mai tolto. Quello specchio è come se avesse una memoria, avendo ‘registrato’ un vissuto umano che non potrà mai più essere ricostruito (come invece per le parti lignee ammalorate); un vissuto umano che, come un alito del tempo, si è impregnato su quella superficie, ma anche in quegli spazi, a partire da quando era cantiere. Come una patina che ha lasciato una sua impronta, immateriale ma presente, che spesso ti fa sentire la presenza di persone o di fatti, come se avessero lasciato un odore, un’impronta, un ricordo invisibile”. Un piccolo specchio che si appresta a registrare il nuovo corso di Casa Esagono.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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