Il Grand Palais di Parigi riparte. Tra Olimpiadi, la fiera Paris+ e le mostre del Pompidou
Chiuso per ristrutturazione dal 2020, l’edificio in vetro e acciaio realizzato per l’Esposizione Universale del 1900 ha richiesto un investimento di 466 milioni di euro per essere ripensato in chiave moderna. Aumentano gli spazi e migliora la gestione dei flussi: l’anteprima in estate per le Olimpiadi
I numeri del cantiere di ristrutturazione che nel 2020 ha chiuso al pubblico le porte del Grand Palais di Parigi, in vista di una riapertura che tarda a concretizzarsi (il covid ha notevolmente rallentato i lavori, che avrebbero dovuto concludersi nel 2023) sono degni delle magniloquenza dell’edificio inaugurato nel 1900 per ospitare l’Esposizione Universale, in forma di imponente opera di ingegneria in vetro e acciaio (novemila tonnellate!), esteso su una superficie di 77mila metri quadri. Ancora oggi, la più imponente costruzione del suo genere in Europa, capolavoro di architettura tra i più apprezzati dell’Art Nouveau.
La storia del Grand Palais di Parigi
Nel corso del XX secolo, il Grand Palais ha subìto numerose modifiche, non sempre efficaci: il restauro – il primo nella storia dell’edificio – dovrà riportare lo spazio agli antichi volumi, trasformandolo al contempo in un polo funzionale del XXI secolo. Fatte salve la triste parentesi come ospedale militare durante la Prima Guerra Mondiale e l’occupazione delle truppe naziste qualche decennio più tardi, per farne un deposito merci e poi uno spazio espositivo per l’arte di regime, il Grand Palais ha sempre mescolato la sua vocazione fieristica (casa storica di Fiac e Paris Photo) con la possibilità di farsi centro espositivo di rilevanza internazionale, accogliendo celebri mostre ma anche eventi culturali e sportivi.
Il restauro del Grand Palais di Parigi
Per ripristinarne l’allure sono stati stanziati 466 milioni di euro, e coinvolte mille persone; il progetto di rinnovamento, supervisionato dallo studio Chatillon Architects, restituirà una struttura in grado di decuplicare il lavoro (“ora potrebbe entrarci Versailles all’interno”, spiega evocando un’immagine che ha dell’incredibile Didier Fusillier, presidente della Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais). Il cantiere ha infatti preso le mosse dal progetto originale degli architetti Henri Deglane, Albert Louvet e Albert Thomas, puntando innanzitutto a rimuovere il muro costruito nel 1937, che finora ha impedito di attraversare la struttura da una parte all’altra. Alla riapertura, invece, i visitatori potranno spostarsi dall’ala est all’ala ovest semplicemente accedendo dal nuovo ingresso su Place Jean Perrin, fino ad arrivare sulla Senna. Ma si è lavorato con scrupolo anche al recupero degli elementi decorativi e dei materiali Art Nouveau originali, sebbene i pavimenti siano stati sostituiti (non senza polemiche).
La riapertura del Grand Palais, dalle Olimpiadi a Paris+
E i primi a poter apprezzare le novità saranno gli spettatori delle gare di taekwondo in programma per le Olimpiadi di Parigi 2024, dal 26 luglio all’11 agosto. Un’anticipazione per pochi fortunati, cui seguirà una nuova chiusura, per terminare la seconda parte dei lavori di ripristino del Grand Palais, comunque parzialmente fruibile per l’appuntamento con Paris+ par Art Basel, nel mese di ottobre. Per la prima volta, dunque, la fiera d’arte battezzata nel 2022 all’interno del Grand Palais Éphémère potrà prendere possesso della sede che continuerà a ospitarla in futuro. Con i benefici portati dal nuovo allestimento, che consentirà di accogliere fino al 30% di gallerie in più rispetto al passato.
Il Centre Pompidou al Grand Palais
Mentre per il prossimo anno è atteso l’esordio della collaborazione con il Centre Pompidou, che sarà chiuso per lavori di ristrutturazione dal 2025 al 2030, richiedendo una movimentazione straordinaria di opere e centinaia di milioni di investimento (a 260 milioni di euro ammontano i costi dichiarati dell’operazione, prima nella storia dell’edificio inaugurato nel 1977). Lo scorso dicembre, un’agitazione sindacale dei lavoratori del Pompidou paventava il rischio che l’accordo per dislocare le attività espositive del museo al Grand Palais non sarebbe stato raggiunto. E invece è confermata la programmazione della mostra dedicata a Jean Tinguely e Niki de Saint Phalle, che inaugurerà il 5 giugno 2025. Quando il Grand Palais tornerà a mostrarsi in tutta la sua magnificenza.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati