A che punto siamo con il progetto Grande MAXXI di Roma?
Entro il 2025 il museo capitolino disporrà di un parco urbano di 7200 mq: è questo il primo tassello dell’operazione MAXXI Hub + Green, destinata a concludersi nel 2027 con la costruzione del nuovo edificio dotato di spazi pubblici e per il lavoro. E intanto arriva il fotovoltaico
A poco meno di due anni dal successo dello studio italo-francese LAN al concorso internazionale per un nuovo edificio multifunzionale e un sistema di verde pubblico nell’area del MAXXI, l’istituzione capitolina ha scelto di chiamare a raccolta istituzioni, stampa e residenti per dettagliare tempi e obiettivi del progetto. L’operazione in corso è inclusa, a pieno titolo, nel processo di rigenerazione del Flaminio, il quartiere sul quale a partire degli Anni Novanta si è concentrato un significativo sforzo in termini progettuali ed economici. Oggi, di quel quadrante cittadino, il MAXXI e l’Auditorium Parco della Musica costituiscono i due poli probabilmente più noti anche ai non romani. Sebbene le ambizioni di trasformazione del Flaminio non siano mai venute meno, è con l’amministrazione in carica che si rileva una rinnovata attenzione. Pur nella loro autonomia, le vicende del concorso per il Museo della Scienza, concepito per insediarsi nelle dismesse caserme Guido Reni, del parco urbano a via della XVII Olimpiade, degli interventi a ridosso del Palazzetto dello Sport, del recente master plan per la ridefinizione delle connessioni urbane tra il Parco della Musica e il quadrante circostante e, appunto, del Grande MAXXI insistono tutte nella medesima porzione di Roma, il cui futuro continua a essere associato alla definizione di “distretto del contemporaneo”.
Non solo più grande: il MAXXI vuole diventare più verde, sostenibile, accessibile
In questa dinamica, il MAXXI si colloca come protagonista, ma è bene chiarire che il percorso intrapreso è finalizzato non solo a dotarsi di ulteriori volumi utili per rafforzare ed estendere la propria missione culturale. Attraverso risorse del Ministero della Cultura, del Ministero delle Infrastutture e dei Trasporti e con fondi PNRR si punta infatti a perseguire “tre linee di azione organiche e integrate”, come sono state definite, con ricadute in termini di rigenerazione sull’intera area urbana, ma anche di esperienza per i visitatori. Oltre a MAXXI Hub + Green, ovvero il progetto esito del concorso del 2022, nel recente incontro pubblico promosso dal museo sono stati infatti presentati anche i programmi MAXXI Sostenibile e MAXXI per Tutti.
MAXXI Sostenibile e MAXXI per Tutti
Parallelamente all’intervento guidato dallo studio LAN, si agirà sulla struttura museale esistente per ottimizzarla dal punto di vista energetico: di conseguenza, via le caldaie a gas e i corpi illuminanti presenti (sostituiti con apparecchiature a led) e largo al fotovoltaico. Annunciati “interventi sperimentali sull’integrazione del fotovoltaico con le architetture esistenti, prototipo per azioni di efficientamento energetico del patrimonio culturale italiano”: il museo disegnato da Zaha Hadid dal prossimo mese di giugno ospiterà il cantiere finalizzato all’installazione di oltre 2.000 moduli di gusci fotovoltaici sulle coperture a costoloni delle gallerie (ulteriori dispositivi fotovoltaiche sono previsti nella palazzina degli uffici e in quella della caffetteria). Sostenuti dal MiC, da questi lavori è attesa una riduzione delle emissioni di CO2 di circa il 25% l’anno. Parola chiave “accessibilità”, invece, per comprendere il piano MAXXI per Tutti, con il quale il museo ha vinto un bando ministeriale e ha avuto accesso a fondi PNRR. In questo caso si intende adottare tutte le misure per la rimozione delle barriere fisiche, sensoriali e cognitive, on site e on line, in un’ottica di ascolto delle necessità di ogni visitatore. Corsi di formazione per la sensibilizzazione verso i temi dell’accessibilità museale, corsi in LIS sulle professioni del patrimonio culturale e di LIS per lo staff interno, oltre a futuri laboratori tattili, workshop, convegni, giornate studio con esperti, visite guidate alle mostre per e con persone con disabilità rientrano in tale linea di intervento.
Pronto entro la fine del 2025 il parco urbano del MAXXI
“Lavoro e cultura appartengono al tessuto di questo straordinario quartiere, che è rimasto omogeneo nei decenni”, ha spiegato l’architetta Susanna Nobili, che con Ludovica Di Falco ha illustrato il progetto MAXXI Hub + Green, sviluppato da LAN (capogruppo), SCAPE Architecture, SNA, Bureau BAS SMETS, Folia Consulenze. “Il nostro nuovo edificio contiene entrambi questi temi: il lavoro, perché ci saranno laboratori e aule, ma anche la cultura, con aree legate al museo. La testata su via Masaccio, in particolare, sarà un punto speciale di collegamento con le attività museali del MAXXI”, ha precisato Nobili, sottolineando come la peculiare relazione del Flaminio con l’ambiente naturale (con le emergenze verdi di Monte Mario e Villa Glori) abbia avuto un impatto rilevante nel progetto. Oltre ai 7.200 mq del parco urbano lineare (lungo l’asse di via Masaccio), comprensivo di un’ampia varietà di alberi, piante e fiori tipici della vegetazione mediterranea e disegnato per accogliere visite guidate, laboratori di botanica, giardini didattici, a coronamento dei tre livelli del nuovo edificio (ulteriori due piani sono interrati e riservati ai parcheggi, n.d.r.) è previsto un tetto giardino, considerato da entrambe le progettiste come un punto di forza dell’intero impianto. “Ci sarebbe da augurarsi che tutti i progetti di rigenerazione urbana e di ristrutturazione che avverranno a Roma abbiano questa stessa caratteristica, ovvero costruire in maniera artificiale un edificio e costruire in maniera naturale un’altra architettura della quale nessuno può più fare a meno”, ha quindi auspicato Nobili, definendo l’atteso ampliamento “semplice, ma complesso al suo interno e con un esterno che riprende le linee dei marcapiani degli edifici già presenti”.
Un edificio pubblico e ibrido, oltre al parco: i punti di forza di MAXXI Hub + Green
Sono infine due, secondo l’architetta Di Falco, gli elementi che qualificano come “veramente innovativo” il progetto MAXXI Hub + Green. “Il primo è che siamo partiti dalla progettazione di un parco pubblico, con una forte componente arborea e vegetale e capace di rinfrescare questo luogo. È poi innovativo per il modo in cui è concepito l’edificio, che nello stesso tempo è a sua volta uno spazio pubblico, ma è anche un luogo di lavoro: un’architettura davvero ibrida, con funzioni per addetti ai lavori e per tutte le altre persone. Ancora prima delle forme che abbiamo definito, è in questi due aspetti che risiede la vera forza innovativa del nuovo edificio”. Nella sua composizione, ha aggiunto Di Falco, si è voluto adottare una forma “pura e semplice, con grandi finestrature”, volutamente sviluppata per non concorrere in alcun modo con quel “monumento dell’architettura contemporanea” che è il museo di Hadid. In analogia con quanto in corso di sperimentazione in varie parti del mondo, all’interno di questo nuovo volume anche il MAXXI si appresta a svelare ciò che avviene dietro le sue quinte, mostrando come si restaurano le opere d’arte contemporanee, dove si conservano e attraverso quali modalità si assicura loro un futuro. Non è poi mancata una riflessione sul legame tra il MAXXI Hub + Green e l’originaria visione della compianta architetta anglo-irachena: Di Falco ha infatti sottolineato che si è voluto “proseguire nelle intenzioni di Zaha Hadid, ovvero ricucire, collegare fortemente Via Guido Reni con Via Masaccio”.
Valentina Silvestrini
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