Architettura oltre il tempo: intervista agli architetti Silvia Guzzini e Andrea Desideri  

Fondatori dello studio b15a, Guzzini e Desideri raccontano la loro ricerca incentrata sulla sostenibilità, illustrando i progetti recenti, tra cui la realizzazione del polo culturale di Palazzo Altemps a Monte Compatri

Premiati da In/Arch lo scorso novembre alla Biennale di Venezia, Silvia Guzzini (Roma, 1976) e Andrea Desideri (Avezzano, 1975) – gli architetti dello studio b15a – si posizionano in controtendenza rispetto alle “mode del momento”: portano avanti la loro idea di “longevità estetica”, parlano di contesti, materiali, benefici, armonia. Perseguire il concetto di armonia nella natura per loro vuol dire soprattutto valutare l’impatto dell’architettura sull’ambiente naturale circostante. Un tema che richiama un antico valore di responsabilità etica, che occorre riscoprire per evitare disastrose conseguenze per l’ecosistema. Dopo aver lavorato per sei anni nella sede londinese di Foster + Partners, nel 2011 Guzzini e Desideri hanno avviato l’attività di b15a. Il nome del loro studio, preso in prestito da un iceberg che si è formato in Antartide negli anni 2000, rappresenta un chiaro schieramento a favore di una modalità operativa sempre volta al rispetto della natura e dell’ambiente. L’intervista esplora il loro interessante percorso operativo che mescola arte e scienza, forma, materiali, contesti e funzioni. A partire dalla rigenerazione urbana. 

L’intervista agli architetti Silvia Guzzini e Andrea Desideri 

La decisione di tornare in Italia dopo un lungo periodo di permanenza a Londra ha innescato nel vostro lavoro un cambio di prospettiva. È stato un progetto di rigenerazione urbana a convincervi di restare. Di cosa si trattava? 
Nel 2011, quando abbiamo deciso di rientrare in Italia e di aprire lo studio; abbiamo vinto il premio Catel 2011 per l’architettura, con un progetto legato alla riqualificazione del quartiere Esquilino di Roma: avevamo proposto un percorso verde pedonale ispirato all’High Line di New York. Deviando la circolazione delle macchine e del trasporto pubblico, eravamo riusciti a introdurre un sistema ad esclusiva fruizione pedonale e ciclabile che prevedesse la possibilità non solo di praticare sport ma anche di immaginare itinerari artistici per favorire la socialità. È stata una bella esperienza proprio perché cimentarci sulla nostra città ci ha rimesso in moto quella conoscenza del tessuto urbanistico di Roma. 

Dallo studio di spazi espositivi all’aperto agli allestimenti di percorsi sensoriali e alla progettazione di locali commerciali, residenze private e palazzi pubblici: come si applica la vostra idea di architettura sostenibile?  
Utilizziamo materiali naturali e tutte le altre declinazioni derivate dal lavoro di abili artigiani. Il processo progettuale fa fede a un concept che elaboriamo insieme alla committenza e al quale dedichiamo molta ricerca ed energie. In pratica, ci adoperiamo per creare l’abito su misura, integrando i nostri principi alle specifiche esigenze. L’indagine comprende anche un’approfondita analisi del contesto: la città, il quartiere, l’edificio, ma anche le persone. Il risultato ottenuto ha sempre uno “stile” originale che completa sinergicamente gli intenti dell’attività. 

Quali letture o soluzioni architettoniche del passato contribuiscono a influenzare e sostenere le vostre idee? 
Per noi la ricerca critica è sempre molto importante, altrimenti non riusciremmo a tirare fuori idee progettuali che ogni volta si rinnovano. Per fare un esempio, uno degli ultimi locali che abbiamo realizzato a Roma, l’Antica Nuova Gastronomia Gabrini, prende le mosse dalla lettura di diversi libri e saggi. La committenza ci aveva informato di voler portare in auge l’atmosfera della storica Gastronomia Franchi, attiva a Roma per quasi un secolo. Così, con l’idea di voler creare uno spazio che stimolasse l’appetito, ci siamo inizialmente ispirati a uno di tre racconti scritti da Italo Calvino: Sotto il sole giaguaro.  

Ovvero? 
L’opera, dedicata all’olfatto, al gusto e all’udito, ci ha fornito diversi spunti. Ma anche i testi di Nicola Perullo ci hanno aiutato a studiare il tema. I libri che leggiamo spesso non parlano di architettura o di storia dell’arte ma viaggiano a latere rispetto al nostro lavoro di architetti o di progettisti. Non meno importante è stato il libro Di sotto in su. Soffitti nel Rinascimento a Roma di Chiara Conforti e Maria Grazia D’Amelio, che ci ha direzionato verso la progettazione di un controsoffitto cassettonato reinterpretato in chiave contemporanea. In questo caso, la combinazione di elementi architettonici della tradizione insieme agli apparecchi tecnologici ci ha permesso di ottenere giochi di luce e di smaterializzare alcuni componenti.  

Restaurare l’architettura storica e moderna secondo b15a 

Avete ricevuto il Premio In/Arch Lazio 2023, il Premio Speciale Listone Giordano In/Arch Lazio 2023 e il Premio Speciale Nazionale Listone Giordano In/Arch 2023 per il vostro intervento in un edificio capitolino disegnato dallo Studio Passarelli. Di cosa si tratta? 

Nel 2019 abbiamo ricevuto l’incarico di progettare gli interni di Casa DICA, uno degli appartamenti che si trovano all’interno dell’edificio concepito nel 1963 dallo Studio Passarelli, in Via Campania 59 a Roma. L’immobile rappresenta una delle testimonianze più interessanti dell’architettura contemporanea del secondo Novecento. Un tema molto importante, perché ha a che fare con la valorizzazione della cultura del nostro territorio. In fase progettuale è stata fondamentale la consultazione dei documenti di archivio, che ci hanno permesso di recuperare le informazioni necessarie in tema di restauro. In questo modo abbiamo potuto recuperare finiture, colori e materiali valorizzando contemporaneamente le esigenze della committenza.  

Recentemente il Comune di Monte Compatri vi ha affidato il progetto di recupero di Palazzo Altemps. In che cosa consiste il vostro intervento?  
Stiamo lavorando alla realizzazione del polo culturale di Palazzo Altemps, un edificio che si trova nel cuore del borgo medioevale di Monte Compatri, nell’area dei Castelli Romani. Il palazzo, costruito nel 1500, oggi è di proprietà del Comune. Si tratta di un progetto PNRR che nasce con l’intento di potenziare i servizi sociali e culturali dell’intera area. Otre a una mediateca/biblioteca al piano terra, ci saranno due spazi per gli allestimenti temporanei e permanenti al piano primo, che potranno accogliere attività socioculturali; al piano secondo si troveranno sia gli uffici del comune sia un’aula polifunzionale dedicata alle esigenze della collettività.  

Progetti futuri? 
Siamo molto contenti di quello che stiamo facendo e speriamo che questa direzione continui ad essere così florida. Abbiamo ripreso contatti con i nostri ex colleghi di Londra, in particolar modo con una nostra collega australiana, perché vorremmo provare a partecipare insieme a dei concorsi internazionali in Australia. Ci piacerebbe espandere questo network di collaborazioni in modo tale da poter condividere con altri professionisti le nostre esperienze progettuali, perché confrontarsi con gli altri è un modo per arricchire il proprio lavoro.  
 
Donatella Giordano 

https://www.instagram.com/b15a_architettura

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Donatella Giordano

Donatella Giordano

Nata in Sicilia, vive a Roma dal 2001. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove nel 2006 ha conseguito il diploma di laurea con una tesi che approfondiva la nascita dei primi happening e delle azioni performative…

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