La storia dello spettacolare Palais Bulles, casa di Pierre Cardin in Costa Azzurra
Ripercorriamo la storia della dimora che ha cambiato il volto della moda e dell’architettura moderna, tra la sfilata di Dior by Raf Simons e infinite ispirazioni. Grazie al genio dello stilista Pierre Cardin
Palais Bulles è l’opera architettonica senza tempo che incarna l’eleganza e l’audacia dello stilista Pierre Cardin. Tra le montagne che si affacciano sulla baia di Cannes sorge la sua dimora tinta di un rosa sfumato, che si fonde armoniosamente con il paesaggio naturale.
Il genio di Pierre Cardin
Ma partiamo dalla storia del proprietario. Pierre Cardin è uno dei fashion designer più influenti e innovativi nel contesto della storia della moda. Pioniere del concetto di prêt-à-porter, ha rivoluzionato l’industria della moda, innanzitutto francese, portando in passerella collezioni accessibili e moderne. Negli Anni Cinquanta e Sessanta ha introdotto linee pulite e geometriche, eliminando il confine che distingue la moda maschile da quella femminile, portando in auge il concetto di unisex. La fluidità dello stilista non era caratteristica presente solo nelle linee ma anche nella scelta di materiali insoliti come vinile e metallo, con cui ha anticipato la moda futuristica. Noto per il suo stile all’avanguardia, lo si ricorda per il Bubble Dress del 1954, cioè il vestito a bolle, ed è proprio il suo aspetto più visionario che nel 1990 ha portato Cardin ad acquistare Palais Bulles, luogo in cui l’estro dello stilista trova la massima espressione. L’interno, infatti, si arricchisce di pezzi di design chiamati Sculptures utilitaires, progettati da lui stesso, alla base di una collezione del 1977 dal valore artistico.
La storia di Palais Bulles
La storia di Palais Bulles è intrisa di fascino e innovazione, come quella del proprietario modaiolo. “Palazzo Bolle” prende questo nome dalle sinuose forme di cui si caratterizza. La dimora presenta, appunto, bolle di differenti dimensioni: tutto, sia esteriormente sia interiormente, assume una forma sferica. Anche gli elementi di design interni, come i soprammobili, gli oblò e persino i muri richiamano e seguono le curve organiche delle pareti. La storia di Palais Bulles ha inizio nel 1975, anno di costruzione, grazie al progetto innovativo dell’architetto ungherese Antti Lovag. La “casa-scultura”, di 1.200 metri quadrati, è organizzata in moduli tra la hall, i diversi bagni, la sala panoramica e circa dieci camere da letto, ognuna decorata da un artista diverso, creando un’opera d’arte nell’opera d’arte. Ogni stanza è un’esperienza sensoriale unica, e la cura nella scelta dei dettagli crea un’atmosfera fluida di eleganza senza tempo. L’esterno è arricchito da varie piscine e cascate, che incorniciano l’abitazione in un contesto idilliaco. Il rosa che colora la facciata spesso pervade anche le pareti interne, mentre in altri casi gioca a contrasto con un intenso blu che richiama il cielo e il mare nelle pareti e negli elementi di arredo. Poi, in aggiunta agli interni e all’esterno, è meritevole d’attenzione l’auditorium dalla capienza di circa 500 persone che si affaccia sulla vista mozzafiato del Mediterraneo.
L’influenza di Palais Bulles nella moda e negli eventi mondani
Nel momento della scomparsa del fashion designer Pierre Cardin, Palais Bulles, essendo non solo una semplice dimora, è diventato un punto di riferimento culturale. Oltre a contenere l’eredità lasciata da Cardin, perciò motivo di visite da parte dei più appassionati, ha accolto negli anni diversi eventi come la sfilata di Dior nel 2016. Per la collezione Resort 2016, l’allora direttore creativo Raf Simons ha interpretato l’estetica di Palais Bulles come metafora della collezione. Con un’idea di libertà, di gioco e individualità, ha ripreso le costruzioni architettoniche di Christian Dior mescolandole con i colori e la natura offerti dalla Costa Azzurra. L’ambientazione è proprio la dimora, in cui le modelle percorrono il corridoio con le aperture a oblò che si affacciano sull’esterno, per poi uscire e terminare la passerella nel giardino. Simons si lega al concetto dell’architetto originario, portando in passerella il pensiero secondo cui “la linea retta diventa un’aggressione contro la natura”. I look si arricchiscono di patchwork, uncinetto e strati di Lurex che conferiscono un aspetto organico ai vestiti, servendosi di “un luogo dove guardare il mondo in modo diverso”.
Erika del Prete
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