Lo strano caso delle architetture ottagonali attorno al Lago di Bolsena. Itinerario insolito nella Tuscia
Sull’asse che taglia da nord a sud il Lago di Bolsena, si posizionano in perfetta linea retta cinque strutture architettoniche a pianta ottagonale, realizzate tra il XVI e il XVIII Secolo. Una storia da scoprire fatta di grandi architetti, famiglie potentissime e città ideali
Perché quando Antonio da Sangallo il Giovane, all’epoca tra gli architetti più apprezzati nelle corti rinascimentali, chiamato a progettare la Cappella di Santa Caterina sull’Isola Bisentina, optò per una pianta ottagonale, non è dato sapere con certezza. Oggi ribattezzata Rocchina, per l’allineamento perfetto con la Rocca di Capodimonte che si avvista all’orizzonte sulla sponda sud del lago di Bolsena, fu commissionata all’architetto nel 1520 dal cardinale Alessandro Farnese destinato a salire al soglio pontificio col nome di Paolo III, e costruita su uno scenografico sperone di roccia a picco sul lago: oggi, messa in sicurezza ma ancora in fase di restauro, costituisce uno dei punti di interesse più significativi dell’itinerario di visita (guidato) sull’isola amata dai Farnese, e acquistata nel 2017 dalla famiglia Rovati con l’idea di riaprirla al pubblico.
Antonio da Sangallo il Giovane e gli edifici a pianta centrale sull’Isola Bisentina
Al Sangallo, il cardinale commissionò anche un edificio gemello, realizzato nel punto più alto dell’isola – sulla vetta del Monte Uliveto – anch’esso pensato come oratorio e ugualmente a pianta ottagonale, sopravvissuto malconcio al tempo. Di certo, l’architetto toscano molto attivo nell’Alto Lazio grazie al mecenatismo dei Farnese – per i quali lavorò dal 1512 al 1546 – scelse di sperimentare negli spazi ridotti dell’isola una variante in scala ridotta delle sue ricerche sulle architetture religiose a pianta centrale. E come nella chiesa di Santa Maria di Loreto a Roma, realizzata qualche anno prima nell’area dei Fori, Sangallo si cimentò con un impianto ottagonale con alternanza di nicchie rotonde o rettangolari.
Le cinque architetture ottagonali allineate sul Lago di Bolsena
Dando però il là, con buona probabilità in modo inconsapevole, a una serie di leggende e speculazioni alchemiche e astrologiche che proprio sulla forma dell’ottagono si sarebbero concentrate nei secoli a seguire. Sulla linea retta tracciata sull’asse che taglia il lago da nord a sud, infatti, si posizionano oggi ben cinque strutture architettoniche a pianta ottagonale: oltre ai due oratori sull’isola, proprio la Rocca Farnese di Capodimonte – progettata sempre dal Sangallo tra 1513 e 1515 – la chiesa di San Giovanni in Val di Lago sulla sponda settentrionale del bacino vulcanico e la settecentesca piazza ottagonale di San Lorenzo Nuovo, ancora più a nord.
Un allineamento suggestivo che qualcuno ha voluto ricondurre alle teorie dell’ermetismo umanistico e alla magia “talismanica” di Pico della Mirandola, con riferimento alla possibilità di attivare il potere mitigatore del pianeta Venere sulle forze sotterranee e temute del cratere di Bolsena. Suggestioni che difficilmente trovano conferma sul campo, considerando l’ampio arco temporale coperto dai diversi progetti. Ma certo, l’allineamento perfetto – confermato dalle misurazioni moderne – fu voluto, e oggi costituisce un curioso leit motiv per scoprire una porzione di Tuscia raccolta intorno al lago di Bolsena.
Già detto dell’isola Bisentina – cui si accede stagionalmente da giugno a novembre – vediamo allora quali sono gli altri punti di interesse di questo tour sulle tracce dell’ottagono.
La Rocca di Capodimonte
Quando i Farnese elessero il borgo di Capodimonte come dimora prediletta (nel 1537 sarà Paolo III a istituzionalizzare il controllo della famiglia sul territorio locale, con la fondazione del Ducato di Castro), fu Antonio da Sangallo il Giovane a trasformare la rocca preesistente in una dimora gentilizia adatta alle esigenze di una famiglia aristocratica. Proprio qui, secondo molti studiosi, sarebbe nata Giulia Farnese, passata alla storia per la sua incredibile bellezza e in realtà figura di grande modernità, imprenditrice capace e donna emancipata. A differenza di quanto deciso nella vicina Gradoli – dove nel 1517, per realizzare Palazzo Farnese, Sangallo scelse di abbattere il vecchio castello medievale – l’architetto toscano ingentilì la rocca quattrocentesca dei Signori di Bisenzio ripensandone la base quadrangolare in forma ottagonale, con gli angoli scanditi da bastioni e un’elegante facciata ad arcate affacciata sulla piazza del paese. Il palazzo-fortezza, così trasformato, divenne raffinata meta di villeggiatura, con la sua loggia affacciata sul lago, un giardino rinascimentale all’italiana, gli ambienti affrescati. Oggi di proprietà privata, alla Rocca si accede previo appuntamento, con visita guidata.
La Chiesa di San Giovanni al Lago
In località Val di Lago, circondata dalla campagna, la Chiesa di San Giovanni al Lago è oggi ridotta a rudere – senza copertura – però ancora suggestiva. Riconoscibile è la sua pianta ottagonale, frutto della trasformazione a opera dell’architetto Pietro Tartarino, che tra il 1563 e il 1590 intervenne su un’antica chiesa dedicata a San Giovanni Battista lungo la Via Francigena. Il progetto si ispirò all’impianto delle chiese a pianta centrale, e segnatamente ai vicini esempi del Sangallo, e prevedeva probabilmente una cupola costruita in mattoni, mai realizzata. Furono aperti, invece, su ogni faccia dell’ottagono dei finestroni rettangolari, fatta eccezione per la facciata principale, che conserva il portale rinascimentale e l’oculo sovrastante. Nicchie scandiscono l’interno, che conserva tracce di affreschi e altre decorazioni nonostante lo stato di abbandono in cui l’edificio versa da quando perse importanza nella prima metà del XIX Secolo.
La piazza ottagonale di San Lorenzo Nuovo
Il paese di San Lorenzo Nuovo dista dalla chiesa di San Giovanni solo pochi chilometri ed è frutto di una progettazione tardo-settecentesca. Il “nuovo” abitato, infatti, fu destinato ad accogliere gli sfollati del vicino San Lorenzo alle Grotte, quando a causa dell’innalzamento del lago, nel corso del XVIII Secolo, l’area divenne paludosa e favorì la diffusione della malaria. Fu papa Clemente XIV a finanziare l’operazione: si scelse di costruire l’abitato in collina e il progetto fu portato a termine da Francesco Navone nel 1774. L’architetto romano, deciso a realizzare una sorta di città ideale secondo i canoni urbanistici del tempo, si ispirò alla piazza Amalienborg di Copenaghen (ripensata pochi decenni prima in forma ottagonale nell’ambito dello sviluppo del quartiere di Frederiksstaden) per sviluppare l’impianto urbanistico di impronta neoclassica intorno a uno spazio monumentale di forma ottagonale, oggi ribattezzato Piazza Europa. Sulla piazza affaccia la chiesa di San Lorenzo, anch’essa in stile neoclassico, e punto focale del reticolo ordinato di vie larghe e dritte che intersecano il centro dell’abitato.
Livia Montagnoli
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