Sempre più inarrestabile l’ascesa architettonica dell’Arabia Saudita

Architetture da record, città di nuova fondazione, l’Expo 2030. Dagli spazi per la cultura alle strutture per sport e intrattenimento, dai parchi urbani (con estensione digitale) alla riqualificazione urbana della Mecca, l’Arabia Saudita sta ridisegnando rapidamente il proprio territorio. Ma a quale prezzo?

La data del 27 settembre 2019 segna uno spartiacque nella storia dell’Arabia Saudita. Coincide con l’annuncio della concessione dei visti turistici ai cittadini di 49 paesi, Italia compresa. La crisi pandemica ha inciso sull’effettiva apertura al turismo del Regno, ma il segnale lanciato quel giorno resta storico. Riflette la volontà politica espressa nel programma strategico Saudi Vision 2030, le cui riforme puntano a una complessiva trasformazione della società locale, a partire dalla diversificazione della sua economia. Fin dall’inizio dell’iter, il ruolo attribuito all’architettura e alle infrastrutture è apparso centrale. A farsi largo sulla stampa sono state soprattutto operazioni legate a faraoniche e controverse di nuova fondazione. Ma, a ben guardare, si possono individuare molteplici azioni promosse in ambito architettonico.

I nuovi musei di AlUla

A Venezia, alla 18. Mostra Internazionale di Architettura, la partecipazione dell’Arabia Saudita è stata ampia e diversificata. Oltre all’analisi del concetto di eredità, proposta nel “materico” padiglione nazionale IRTH إرث, e alla mostra Zero Gravity Urbanism,che nell’Abbazia di San Gregorio ha voluto dissipare i dubbi attorno al modello urbanistico THE LINE, durante la preview stampa Lina Ghotmeh e Asif Khan sono stati nominati progettisti di due musei che sorgeranno ad AlUla, nel nord-ovest dell’Arabia. Selezionati tramite un concorso internazionale, sono stati rispettivamente incaricati dalla Royal Commission for AlUla (RCU) della realizzazione del Museo d’arte contemporanea di AlUla e del Museo della Via dell’Incenso. Si tratta dei “primi di quindici beni culturali che verranno sviluppati nell’ambito del Masterplan Journey Through Time di AlUla”, ha specificato in quell’occasione l’architetto Khaled Azzam, autore del masterplan in questione. “Con diversi padiglioni nei giardini, il museo presenta una costante interazione tra arte e natura, catturando l’essenza di questo luogo unico”, ha anticipato Ghotmeh. Prendendo le distanze dal convenzionale assetto museale Khan ha sviluppato un concept esteso allo spazio pubblico del quartiere di AlJadidah con “gallerie e spazi dedicati alle esperienze sensoriali e all’apprendimento”.

LAND Italia e Schiattarella Associati (Architecture), Al Urubah Park. Render LAND per la Royal Commission for Riyadh City
LAND Italia e Schiattarella Associati (Architecture), Al Urubah Park. Render LAND per la Royal Commission for Riyadh City

L’impegno italiano nel presente e nel futuro dell’Arabia Saudita

In attesa dei cantieri, nel centro storico di Jeddah, dallo scorso 10 giugno il teamLab Borderless Jeddah accoglie i visitatori in quasi 10.000 mq di superficie espositiva. Primo museo in Medio Oriente del noto collettivo artistico internazionale, riunisce una selezione di installazioni digitali nel complesso denominato Culture Square (sede anche del Red Sea Film Festival), il cui masterplan e il progetto architettonico sono opera di Schiattarella Associati. Attivo da oltre un decennio nel regno saudita, lo studio italiano si prepara all’apertura – nell’autunno 2024 – del Diriyah Art Futures, un hub per le arti digitali costruito a nord-ovest di Riyadh che rappresenta un unicum (non solo) per il Paese. Nei suoi 6.500 mq include spazi espositivi e amministrativi, studi riservati agli artisti, residenze, spazi per la vendita d’arte, aule per la formazione e una scuola: un luogo, in altre parole, in cui le opere d’arte prenderanno forma, ma saranno anche studiate, fruite e acquistate. Per la sua composizione gli architetti dello studio romano hanno voluto “dare forma plastica al vuoto, sia all’esterno che verso l’interno, finendo per generare uno speciale rapporto con la luce”, come ci hanno recentemente raccontato. Un “vuoto multidirezionale, con cui provochiamo l’artista digitale incoraggiandolo a concepire opere ad hoc per questo spazio, date le sue potenzialità infinite”. 

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Non solo musei: in arrivo un grande parco a Riyadh

Parallelamente nella capitale saudita, LAND Italia e Schiattarella Associati lavorano insieme all’Al Urubah Park, un’infrastruttura verde-blu di 75 ettari, commissionata dalla Royal Commission for Riyadh City. Nel futuro parco saranno piantumati oltre 10.000 alberi, osservabili anche in quota passeggiando lungo i 2,7 chilometri del sopraelevato Garden Boulevard. Servizi e attività ricreative ed educative caratterizzeranno questo spazio pubblico, dotato anche di una spiaggia urbana, un’esplanade sportiva, un anfiteatro verde, quattro giardini tematici. L’Al Urubah Park avrà poi un’estensione digitale e il contributo della realtà aumentata sarà funzionale alla consapevolezza ambientale. Ne è convinto l’architetto paesaggista e co-founder di LAND Andreas Kipar, per il quale il sito “grazie all’integrazione armoniosa di natura e tecnologia, promette significativi vantaggi ambientali e uno standard di vita elevato per cittadini e visitatori, in conformità con il Quality of Life Program delineato nella Vision 2030”. Grandi eventi, intrattenimento e sport costituiscono ulteriori capitoli sui quali l’Arabia Saudita spinge per il proprio avvenire. Lo schiacciante successo di Riyadh (su Roma e Busan) come sede dell’Expo 2030 costituisce solo la più evidente tra le iniziative in campo.

Populous, Qiddiya City Esports Arena. Render courtesy Populous
Populous, Qiddiya City Esports Arena. Render courtesy Populous

La grande arena di Qiddiya

Forse ancora sconosciuta ai più, Qiddiya è la città designata come “capital for entertainment, sports and culture”dell’Arabia Saudita. Quaranta minuti di automobile la separano dalla capitale nazionale e nel giro di qualche anno potrebbe divenire un punto di riferimento regionale, con interventi come il più lungo circuito di Formula 1 del mondo, il mega water park Aquarabia o il Qiddiya Gaming and Esports District. All’interno di quest’ultimo sorgerà la Qiddiya City Esports Arena, firmata da Populous. Raggiunta da Artribune, Shireen Hamdan – Global Director and General Manager di Populous KSA – ha spiegato: “Crediamo nella creazione di luoghi che uniscano le persone in tutto il mondo e nel potere dello sport di unire le persone. Il nostro lavoro in Arabia Saudita rientra nel quadro di Vision 2030, per promuovere la diversificazione economica e arricchire la vita della popolazione saudita. Questo è probabilmente l’aspetto più gratificante: contribuire a portare lo sport, l’intrattenimento e l’attività fisica al popolo saudita, in particolare ai giovani del Regno”. Un riferimento opportuno, poiché oltre il 60% dei 36 milioni di abitanti sauditi ha meno di 30 anni. A loro si indirizza l’arena disegnata dal colosso Populous, che ha all’attivo alcuni dei più celebri impianti sportivi e d’intrattenimento al mondo. Dotata di dispositivi senza precedenti, come “la più grande area schermi video combinata mai realizzata in un’arena”, con oltre 5000 posti in postazioni tattili 4D, per un’esperienza sensoriale estesa anche all’odorato, e avanzatissimi sistemi audiovisivi, l’arena integrerà elementi della cultura locale. “L’Arabia Saudita ha un patrimonio culturale e architettonico incredibilmente ricco, risalente a migliaia di anni fa. Progetti come lo stadio Prince Mohammed bin Salman e la Qiddiya City Esports Arena hanno innegabilmente un aspetto futuristico” ha aggiunto Shireen Hamdan, “onorare questa eredità era fondamentale per il brief ed è una componente vitale nella creazione di un’esperienza autentica. Ad esempio, all’interno della Qiddiya City Esports Arena, il nostro team ha creato un concetto di “souk” alimentare con molteplici bancarelle e punti ristoro, facendo riferimento ai famosi mercati che si trovano in Arabia Saudita e nel Medio Oriente”. 

One Works, Masar Urban Development Project. Render courtesy One Works
One Works, Masar Urban Development Project. Render courtesy One Works

Il futuro della Mecca

Non ha bisogno di presentazioni La Mecca, città sacra dell’Islam che nella Masjid al-Haram custodisce la venerata Kaaba. In previsione del raggiungimento, entro il 2030, di quota 30 milioni di pellegrini per l’Umrah (“versione minore” dell’annuale Hajj), One Works si sta occupando del Masar Urban Development Project su incarico dell’Umm Alqura for Development & Construction. Su un’area di 120 ettari, lungo il percorso di 3,6 km che dalla nuova stazione ferroviaria di Haramain (sulla linea di alta velocità La Mecca-Gedda) condurrà fino alla Kaaba, prenderà forma boulevard pedonale multifunzionale, ritmato da una pavimentazione a onde. Lungo circa il doppio degli Champs-Élysées parigini, sarà affiancato da residenze, strutture ricettive, commerciali e sanitarie, servizi di interesse pubblico, ristoranti, parcheggi, aree verdi e da alcune piazze, dotate di coperture in acciaio e rete a evocazione delle volte islamiche in pietra. Uno spazio pubblico di nuova concezione, che migliorando l’accessibilità del luogo a oggi probabilmente più frequentato del Paese, garantirà aree di sosta e ombra. E, soprattutto, la sicurezza che fin qui troppo spesso è mancata ai pellegrini.

SAUDISCAPES: l’Arabia Saudita e le sue trasformazioni

Cosa accade quando un territorio è oggetto di una metamorfosi profonda e repentina? Quanto va incontro al rischio di disperdere le proprie radici? Pubblicato da Nero Editions e promosso da Schiattarella Associati, il libro SAUDISCAPES. Un viaggio polifonico in Arabia Saudita adotta le parole della curatrice Emilia Giorgi e gli scatti della fotografa Giovanna Silva per fissare su carta un momento irripetibile nella storia del Regno: quello che ha preceduto l’apertura al turismo e la definitiva accelerazione delle trasformazioni urbane, ormai in corso non solo nelle principali città. Attraversando Riyadh e Jeddah nel 2019, insieme agli architetti Amedeo e Andrea Schiattarella, le due autrici hanno catturato l’essenza dell’architettura tradizionale saudita, tra frammenti, orditure, strutture e dettagli che rischiano di scomparire. Il risultato è un volume che restituisce, in immagini e riflessioni, lo spirito di un tempo sospeso in uno stato in evoluzione.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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