Il nuovissimo studentato dell’Accademia di Brera all’ex Scalo Farini di Milano sarà green e aperto alla città
L’edificio progettato da Studio Mate non sarà pronto prima del 2026, ma ora iniziano i lavori di demolizione e ricostruzione nell’area dell’ex scalo ferroviario che accoglierà il Campus dell’Accademia. E filtrano dettagli: alloggi per 200 studenti, fotovoltaico sul tetto, uno spazio-atelier per mostre ed eventi culturali
Tremila metri quadri di superficie, sei livelli e oltre duemila metri quadri tra balconi, loggiati e terrazzamenti. Sono i numeri della nuova residenza universitaria che sorgerà all’interno del Campus dell’Accademia di Belle Arti di Brera nell’ex Scalo Farini di Milano. Un progetto firmato da Mate che non solo propizierà la rinascita dell’ex scalo, centrale nell’ambito della più ampia operazione di rigenerazione dei sette scali ferroviari dismessi di Milano; ma che vorrebbe fornire alla città un nuovo polo d’attrazione, spazio creativo aperto a tutti, adiacente ai capannoni progettati a inizio Novecento per lo scambio ferro-gomma, oggetto a propria volta di prossima riqualificazione e riconversione in spazi didattici.
Il Campus dell’Accademia di Brera all’ex Scalo Farini di Milano
Del piano per fare dell’ex Scalo Farini il quartier generale del campus green dell’Accademia di Brera – su masterplan di studio OMA – si parla dal 2022, quando il cantiere ha effettivamente preso avvio per trasformare un’area complessiva di 18mila metri quadri. Consegna prevista all’origine: fine 2025. Ma il cronoprogramma aggiornato a oggi già contempla un significativo slittamento.
Il progetto da 100 milioni di euro, che beneficia dei fondi del PNRR, è co-finanziato da Regione Lombardia e da Cassa depositi e prestiti per un totale di 20 milioni.
Lo studentato dell’Accademia di Brera a basso impatto energetico
E lo studentato a basso impatto energetico – NZEB (Nearly Zero Energy Building) e gas-free – pensato per ospitare fino a 200 studenti fuori sede (il 30% degli allievi di Brera viene dall’estero), è una punta di diamante dell’operazione, che risponde alla crescente richiesta di alloggi a prezzi calmierati da parte di chi arriva a studiare in una città il cui mercato degli affitti è fuori controllo. Si concretizzerà, però, non prima del 2026: la realizzazione dell’edificio, che richiederà una demolizione prima di procedere con l’effettiva ricostruzione, dovrebbe protrarsi per almeno due anni e mezzo.
Si utilizzerà parte del materiale recuperato dalla demolizione, applicando meccanismi di recupero dell’acqua piovana (per almeno il 50%) e un sistema energetico e di isolamento che richiede una quantità di energia molto ridotta, vicino allo zero, grazie all’impianto di un parco fotovoltaico da 109 kilowatt sul tetto della struttura e all’innesto di pompe di calore polivalenti con acqua di falda e acqua di pozzo, che eviterà l’installazione di impianti a gas o caldaie e consentirà la produzione contemporanea di acqua calda e refrigerata. Ma per ridurre la temperatura interna in estate saranno importanti anche i balconi, previsti in grande quantità e disegnati con aggetto ampio, in funzione frangisole.
Lo studentato dell’Accademia di Brera progettato da Mate
Una volta completato, l’edificio – con un fronte di 100m x 30m, e un’altezza massima di circa 23m – sarà visibile nel suo livello più alto dalla promenade Brera, il percorso pedonale che collegherà il campus alla fermata della metropolitana Lancetti. E sviluppato a gradoni digradanti verso il parco fotovoltaico, su cui affacceranno due grandi giardini pensili al terzo e al quarto piano.
All’interno si articolerà in 78 alloggi di metratura “generosa”, all’80% pensati come nuclei integrati, quindi in grado di accogliere tre ospiti; per il 20% si tratterà invece di minialloggi tra i 30 e i 40 metri quadri, adatti alla permanenza di uno e due studenti. Ogni unità abitativa avrà inoltre a disposizione disimpegno, cucina, zone giorno e notte e un ampio balcone/loggia, oltre a una serie di funzioni e servizi comuni dislocati ai vari livelli (lavanderie/stirerie, palestra, sale riunioni, aule studio, atelier, auditorium con 90 posti, emeroteca).
Lo spazio-atelier dello studentato aperto alla città
Sarà il piano terra a rappresentare l’elemento di collegamento con la città, ospitando mostre, concerti e attività culturali nel grande atrio di 240 metri quadri (alto 5 metri) progettato come spazio-atelier. Intorno, non a caso, si disporranno loft, laboratori, gallerie espositive volti a favorire lo scambio e l’approccio condiviso alla vita nel Campus.
Mate e i progetti in ambito universitario
Lo studio di architettura Mate non è nuovo a lavorare su progettazioni in ambito universitario e scolastico, come dimostrano il nuovo Polo Universitario di Ostia dell’Università degli Studi Roma Tre – frutto di un intervento di recupero su oltre ottomila metri quadri, inaugurato a marzo 2024 – e l’edificio polifunzionale per l’Università dell’Insubria nel Campus di Bizzozero a Varese, già completati. Mentre è in corso di realizzazione, sempre a Milano, il Gasometro 2 – Innovation Hub, polo dell’innovazione previsto nell’ampliamento del Campus Bovisa del Politecnico progettato da Renzo Piano.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati