Pronta a Firenze la nuova sede del prestigioso KUNST Institut – Max Planck
Nel centro della città, l’istituto di ricerca attivo nello studio della storia dell’arte e dell’architettura, si è insediato in un immobile risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Oltre agli spazi di lavoro per i gruppi di ricerca, in questo luogo si conserva un patrimonio di oltre 630mila foto e 160mila libri
È la monumentale magnolia nel giardino della nuova sede fiorentina del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut (KHI) – tra i più antichi e prestigiosi istituti di ricerca internazionali per lo studio della storia dell’arte e dell’architettura – a ricordare l’epoca in cui questo quadrante della città era occupato dal convento di San Domenico del Maglio. In attività da alcuni mesi e ufficialmente inaugurata il 21 ottobre, la quarta “casa” del Kunst a Firenze si colloca in una zona strategica del capoluogo toscano: al civico 13 di via Gustavo Modena, nell’area di cerniera compresa tra il centro storico (con piazza San Marco e la nuova linea del tram nelle immediate vicinanze), piazza della Libertà e i Viali. Negli oltre 2000 mq dell’immobile di quattro piani risalente alla seconda metà dell’Ottocento lavorano circa 150 persone. Studiosi, ricercatori, tecnici ed esperti che ogni giorno possono sperimentare la “vicinanza fisica” con una significativa porzione dell’eccezionale patrimonio dell’istituto fondato nel 1897 e legato alla Società Max Planck dal 2002.
Aperta la nuova sede del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut
Nella nuova sede, ristrutturata nell’arco di un biennio dalla Passaleva Associati (in stretta collaborazione con il Dipartimento Edilizia della MPG e con lo stesso KHI) a seguito dell’acquisizione all’asta nel 2015, il Kunst ha infatti scelto di associazioni più funzioni: lavoro, ricerca, conservazione. Nell’immobile che un tempo ospitava residenze private e archivi di Regione Toscana oggi è conservata l’intera collezione fotografica dell’Istituto: con oltre 630.000 fotografie, è considerata tra le più rilevanti per la storia dell’arte e dell’architettura. Non solo: circa il 40% della sua biblioteca, ovvero oltre 160.000 volumi, ha trovato la propria collocazione permanente qui. Si tratta di “luoghi vivi”, non solo perché aperti alla consultazione dei dipendenti e dei soggetti che, per ragioni di carattere scientifico, possono chiedere di accedere al Kunst: per la conservazione di questo patrimonio cartaceo sono stati infatti adottati avanzati sistemi di controllo e di monitoraggio costante dell’umidità e della temperatura. In particolare l’intervento di ristrutturazione ha portato alla realizzazione di due celle climatiche per la conservazione dell’archivio dei negativi fotografici (con esemplari che vanno anni Sessanta dell’Ottocento fino al XXI secolo), progettate in sinergia con l’Istituto Fraunhofer per la Fisica degli Edifici di Stoccarda. In analogia con l’edificio in via Giusti (una delle altre sedi del Kunst a Firenze, insieme a quelle di Palazzo Capponi-Incontri e di Palazzo Grifoni Budini Gattai, in piazza Santissima Annunziata), anche il complesso di via Modena è stato interconnesso con un collegamento ad anello alla rete nazionale italiana ad altissima capacità del Consortium GARR.
Oltre 630mila fotografie e 160mila libri di storia dell’arte nel cuore di Firenze
“Il nuovo edificio del KHI in via Modena è una promessa e un impegno per il futuro un istituto di ricerca sulla storia dell’arte e dell’architettura inserito in una città del sapere e dell’arte, delle ricche collezioni e presenze di istituzioni fiorentine, nazionali e internazionali” ha commentato il direttore esecutivo Gerhard Wolf, che nel suo intervento ha anche evidenziato la strategica collocazione della quarta sede. Poco distante dall’università e da altre istituzioni culturali che operano nel cuore di Firenze, è inclusa in una sorta di “campus storico-scientifico fiorentino”, diffuso e variegato.
I gruppi di ricerca ospitati dal Kunst di Firenze
Quindi oltre a essere un luogo sicuro per preservare la collezione del Kunst, cresciuta nei decenni grazie a donazioni, regolari acquisizioni di libri e riviste, campagne fotografiche ad hoc, la sede accoglie due dei tre gruppi di ricerca attualmente attivi al KHI. Si tratta di Ethico-Aesthetics of the Visual, diretto dalla storica dell’arte e filosofa Hana Gründler, focalizzato sulle relazioni tra arte, visualità ed etica, e di Coded Objects, diretto dall’architetta e storica dell’architettura Anna-Maria Meister, che analizza come gli oggetti di uso quotidiano vengono “programmati” attraverso il design. Per loro e per gli utenti ospiti sono stati introdotti anche servizi aggiuntivi, come la cucina, l’area gioco per i bambini e la postazione per l’allattamento. Oltre alla possibilità di fruire del quieto cortile interno con la “storica” e svettante magnolia, memoria vegetale di tanta storia fiorentina.
Valentina Silvestrini
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