Lo studio milanese Park Associati vince il premio “Architetto dell’anno 2024”
Con il retrofitting dell’edificio a Milano della Luxottica Digital Factory, lo studio fondato da Filippo Pagliani e Michele Rossi ottiene l'ambito premio assegnato alla Festa dell'Architetto 2024
Alla Festa dell’Architetto 2024, riconoscimento promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, trionfa lo studio Park Associati, fondato e guidato dagli architetti Filippo Pagliani e Michele Rossi. Per la giuria presieduta da Ute Schneider – e composta da Alexander Pedevilla (Pedevilla Architects) e Michele Andreatta (collettivo Campomarzio + Michele Moresco), Antonella Giorgeschi (Presidente Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Arezzo), Paola Pierotti (Giornalista PPAN), Alessandra Ferrari, vicepresidente del CNAPPC e responsabile del Dipartimento Cultura – con l’intervento di retrofitting che ha portato alla realizzazione della Luxottica Digital Factory (ultimata a Milano, nel 2022) Park Associati merita di essere eletto Architetto dell’anno 2024 perché “la seconda vita di questo edificio mantiene aperto il dialogo con il contesto e al contempo racconta una nuova storia capace di raffrontarsi con esperienze internazionali per la qualità del risultato ottenuto. Il progetto aggiunge elementi innovativi nel rispetto dell’identità e dello spirito del luogo”.
Alla Festa dell’Architetto 2024 premi per Park Associati ed Emanuele Scaramellini Architetto
In un’edizione ancora una volta contraddistinta dalla forte partecipazione dalle regioni del Nord Italia (nel complesso sono state oltre 200 le candidature pervenute dall’intero Paese), la giuria ha sottolineato “l’elevata qualità diffusa degli studi partecipanti”, nonché “la predominanza di progetti promossi dalla committenza privata, soprattutto residenziali, spesso inseriti in contesti non urbani”. Oltre a Park Associati, a imporsi in questa edizione della Festa dell’Architetto è stato anche lo studio Emanuele Scaramellini Architetto, guidato dall’omonimo progettista. Con il progetto della Casa a Lottano (Sondrio), completata nel 2023 ed esito del recupero di un rustico in un borgo, riceve il premio Giovane Talento dell’Architettura italiana. In questo caso, la commissione ha messo in evidenza “la grande sensibilità complessiva, sia per le scelte compositive che preservano l’identità con attenzione ai principi del restauro filologico, sia per la ricerca dei materiali in dialogo con il contesto”, considerando inoltre l’opera come “un’occasione importante di riflessione sul valore del patrimonio edilizio storico e sul potenziale che rappresenta per la riqualificazione e la valorizzazione del territorio, compreso quello delle aree interne del Paese”.
Le menzioni a Bricolo Falsarella associati e asv3-officina di architettura
Si trovano rispettivamente in Veneto e in Toscana gli edifici con cui Bricolo Falsarella associati e asv3-officina di architettura hanno ottenuto la prima e la seconda menzione. In particolare lo studio guidato da Filippo Bricolo e Francesca Falsarella a Oliosi (VR) si è occupato del recupero di un casale ottocentesco, completandolo nell’anno in corso. La giuria lo ha favorevolmente valutato “per l’uso sapiente dei materiali e la capacità di dialogo con la storia. Il recupero dei materiali originari non ha impedito una nuova rilettura delle tessiture murarie, ridando valore e una nuova vita (a destinazione turistico-ricettiva) all’intervento architettonico”. Nel caso dello studio di Fiorenzo Valbonesi, invece, il progetto degno di menzione è la Cantina di Guado al Tasso, a Castagneto Carducci (LI). Un progetto ipogeo, terminato nel 2023, che per la commissione “riqualifica una cantina esistente e la amplia, si prende cura del paesaggio e lo valorizza”, adottando un “approccio rispettoso del delicato contesto in cui si inserisce e per la valorizzazione dell’aspetto energetico senza ostentare la componente impiantistica”.
Ute Schneider esorta gli architetti a impegnarsi nella società
La Festa dell’Architetto, che in questa edizione è andata in scena all’ex Mattatoio di Testaccio a Roma, è stata accompagnata dalla Lectio Magistralis di Ute Schneider. Un intervento in cui la progettista ha esortato la comunità architettonica a “svolgere un ruolo di primo piano nella società più di qualsiasi altro gruppo, guardare al di là degli interessi dei nostri clienti e delle questioni individuali e servire la società come intellettuali e progettisti pubblici. Chi altro può e deve occuparsi di economia e biologia, collettività umane e geometrie, etica e politica, storia e materia?”. Infine, per Massimo Crusi, presidente del CNAPPC “in un momento storico come quello che stiamo vivendo nel quale è forte l’attenzione, in un’ottica di perseguimento del benessere di cittadini e comunità, verso i luoghi in cui viviamo, lavoriamo, studiamo, è importante accendere i riflettori sul lavoro dell’architetto che in questo processo ha un ruolo indispensabile”. Secondo Alessandra Ferrari, vicepresidente del CNAPPC e Responsabile del Dipartimento Cultura “dobbiamo lavorare alla costruzione di luoghi urbani che favoriscano le relazioni, e che, come esse, siano luoghi capaci di produrre trasformazioni e al contempo di trasformarsi. Che favoriscano il formarsi di una città democratica attraverso una progettazione altrettanto democratica che tenga conto dell’ascolto e della partecipazione senza rinunciare alla responsabilità del progetto che la nostra competenza garantisce”.
Valentina Silvestrini
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