Muore a 87 anni Yoshio Taniguchi, l’architetto che allargò (e rilanciò) il MoMA

Perlopiù attivo in Giappone, dove ha anche progettato un visionario "museo della spazzatura", Taniguchi era diventato famoso nel mondo per il suo contributo newyorchese

È per la grande espansione che rilanciò il Museum of Modern Art di New York che oggi viene ricordato, in tutto il mondo, l’architetto Yoshio Taniguchi, morto il 16 dicembre scorso per una polmonite all’età di 87 anni. Eppure Taniguchi è stato molto di più, soprattutto nel nativo Giappone.

Chi era l’architetto Yoshio Taniguchi

Yoshio Taniguchi è nato a Tokyo il 17 ottobre 1937 come figlio d’arte: il padre, Yoshiro Taniguchi, era un importante architetto noto per aver progettato il National Museum of Modern Art di Tokyo (1969) e l’Hotel Okura, sempre nella capitale giapponese (poi parzialmente demolito), oltre ad aver organizzato lo “spostamento” di una serie di edifici dell’era Meiji in un parco architettonico all’aperto. Il figlio, laureatosi in Ingegneria meccanica alla Keio University di Tokyo, si era iscritto poi alla Harvard University Graduate School of Design. In America, Taniguchi junior aveva lavorato per Walter Gropius, tornando quindi in Giappone e facendo esperienza nello studio di Kenzo Tange. Nel ’75 aprì il suo studio a Tokyo.

Yoshio Taniguchi Photo 文部科学省ホームページ
Yoshio Taniguchi Photo 文部科学省ホームページ

I progetti di Taniguchi in Giappone e nel mondo

Molte le commissioni giapponesi dell’architetto, i cui progetti condividevano un’attenzione geometrica, pareti sottili e soffitti “galleggianti”. Tra i suoi progetti più famosi spicca, primo fra tutti, il visionario inceneritore municipale di Hiroshima, un “museo della spazzatura” che permetteva ai visitatori di osservarne il funzionamento attraverso le pareti di vetro. E poi ancora il “cubo bianco” della Galleria dei tesori di Horyuji, una sezione interna al Museo nazionale di Tokyo, e il Tokyo Sea Life Park, un acquario costruito su una discarica ai margini della baia della capitale nipponica. Al di fuori del Giappone, Taniguchi progettò anche l’Asia Society Texas Center a Houston, che gli fu commissionato dopo il successo del MoMA.

Hiroshima City Naka Incineration Plant photo Kenta Mabuchi
Hiroshima City Naka Incineration Plant photo Kenta Mabuchi

L’espansione del Museum of Modern Art di New York e la fama di Taniguchi

Il suo nome era infatti salito agli onori della cronaca quando aveva vinto l’assegnazione dell’espansione del MoMa nel ’97 con un progetto costato 850 milioni di dollari e completato nel 2004. Una scelta “a sorpresa” della commissione del MoMA, che aveva chiesto a 10 architetti di partecipare al processo di selezione: tra questi, ricorda il New York Times, c’erano archistar come Rem Koolhaas, Herzog & de Meuron, Steven Holl e Bernard Tschumi, tutti piuttosto giovani e famosi. Eppure aveva trionfato Taniguchi, già 60enne, senza precedenti esperienze di concorsi e poco conosciuto al di fuori del Giappone.

Il risultato, frutto di uno studio e un lavoro meticolosi, fu molto apprezzato da esperti e non: il museo, che aveva quasi raddoppiato il suo spazio espositivo, vantava adesso una hall che si allungava dalla 53a alla 54a Strada e un atrio alto oltre 30 metri, oltre a una nuova ala didattica e un giardino di sculture tutto nuovo. Non mancarono, ovviamente, le critiche, che vedevano il nuovo museo troppo freddo e troppo grande – osservazioni da cui il MoMA maturò la successiva ristrutturazione, affidata a Diller Scofidio + Renfro -: tutte note che passarono in secondo piano, soprattutto dopo che il direttore Glenn Lowry fece notare che, dopo il lavoro di Taniguchi, il museo aveva raddoppiato le presenze in meno di un decennio.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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