Diffusa, corale, interdisciplinare: ecco come sarà la Biennale di Architettura di Venezia del 2025

Il mondo è (di nuovo) cambiato e impone agli architetti un altro approccio. Ne è convinto il curatore della 19. Mostra Internazionale di Architettura Carlo Ratti che alla kermesse lagunare chiama a raccolta un numero eccezionale di partecipanti ed estende la mostra oltre i Giardini, l’Arsenale e lo spazio fisico

Ultimo trimestre di preparazione per la 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: curata dall’architetto e ingegnere Carlo RattiIntelligens. Natural. Artificial. Collective aprirà infatti al pubblico il prossimo 10 maggio. Per i sei mesi successivi “l’Hydropolis che nessuna utopia aveva osato immaginare ma che il genio e l’ingegno di un popolo hanno saputo creare forzando la natura in virtù di architetture”, come il Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha definito la città lagunare in conferenza stampa, accoglierà una kermesse contraddistinta da tante “prime volte”. A cominciare dalla scelta del curatore di lanciare, lo scorso mese di maggio, una call globale per chiamare a raccolta quanto più intelligenze possibili. Un azzardo? Piuttosto un tentativo animato dal desiderio di riunire una pluralità di soluzioni, progetti e proposte utili per sopravvivere nella sfidante e incerta “età dell’adattamento” contemporanea. Da questo iter, dal basso, aperto e senza precedenti nella storia della Biennale Architettura, è emersa una risposta “entusiasmante e scoraggiante allo stesso tempo” ha dichiarato Ratti, oltre che robusta nei numeri di candidature pervenute.

 Carlo Ratti. Photo Andrea Avezzù - Courtesy La Biennale di Venezia
Carlo Ratti. Photo Andrea Avezzù – Courtesy La Biennale di Venezia

Biennale di Architettura 2025: alla mostra curata da Carlo Ratti esposti oltre 280 progetti

Di conseguenza, alla mostra principale contribuiranno il numero record di oltre 750 partecipanti (pari a più di 280 progetti esposti). A svilupparli architetti e ingegneri, ovviamente, ma anche matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e programmatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti. Tanti insomma i professionisti distanti dalla disciplina, qualcuno potrà obiettare. Ma “Intelligens sfida la tradizione dell’architetto come unico creatore, con gli altri professionisti relegati a ruoli di supporto. Proponiamo quindi un modello di autorialità più inclusivo, ispirato alla ricerca scientifica. Nell’Età dell’Adattamento, tutte le voci che guidano la progettazione devono essere riconosciute e accreditate” chiarisce Ratti, che potrà occupare gli ambienti delle Corderie, ma non disporrà del Padiglione Centrale ai Giardini (chiuso per ristrutturazione). Una significativa limitazione spaziale concepita fin dalle prime battute come un’opportunità, a tal punto da ispirare l’immagine di Venezia come “laboratorio vivente”: installazioni, prototipi ed esperimenti, inclusi nella mostra del curatore, romperanno così gli argini delle sedi canoniche per dare vita a un’edizione diffusa in città come mai prima d’ora. Nella quale non mancheranno le idee provocatorie, come il proposito di depurare le acque nei canali di Venezia per portare a “creare il miglior caffè espresso d’Italia”. L’obiettivo? Dimostrare che “le sfide ambientali possono essere integrate nel tessuto della vita quotidiana”.

Corderie - Giulio Squillacciotti - Courtesy La Biennale di Venezia
Corderie – Giulio Squillacciotti – Courtesy La Biennale di Venezia

Le sezioni della mostra “Intelligens” alla Corderie di Venezia

Tre le linee narrative della mostra allestita alle Corderie, con un incipit che non lascia margini alle difficoltà interpretative: lo scenario con il quale gli architetti devono misurarsi in questa fase storica è contraddistinto dall’aumento delle temperature globali e dalla diminuzione della popolazione mondiale. Cosa fare? Traiettorie di possibile convivenza nell’attuale “mondo in fiamme” arriveranno dalle sezioni in cui riverberano gli aggettivi espressi nel titolo, ovvero Natural IntelligenceArtificial Intelligence Collective Intelligence. Nel progetto di allestimento dello studio di architettura e design Sub, affiancato dal design grafico di Bänziger Hug Kasper Florio e da una controparte digitale in via di sviluppo (anch’essa una novità), si alterneranno progetti messi a punto da diverse generazioni di autori: da Michelangelo Pistoletto, classe 1933, a vincitori del Premio Pritzker, ex curatori della Biennale di Venezia, premi Nobel, professori emeriti eccezionalmente posti, gomito a gomito, con tante figure emergenti in arrivo da ogni parte del mondo. “Ogni sezione è concepita come uno spazio modulare e frattale, un organismo che collega progetti su larga e piccola scala creando una rete di dialogo” spiega ancora Ratti, specificando che dalla conclusiva Out arriverà una risposta inequivocabile. Ovvero un no secco: “l’esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma un mezzo per migliorare la vita qui, nell’unica casa che conosciamo”.

Le novità della Biennale Architettura di Venezia e il Padiglione Italia

Spostando, infine, l’attenzione oltre il progetto espositivo elaborato da Ratti e dal suo team, emergono i debutti di quattro nuovi paesi: Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell’Oman, Qatar e Togo saranno infatti presenti per la prima volta, con propri progetti, alla Biennale Architettura 2025. Raggiungerà così quota 66 il numero delle partecipazioni nazionali (in crescita sul 2023): 26 saranno fruibili nei Padiglioni ai Giardini, 15 nel centro storico di Venezia, 25 nella cornice dell’Arsenale. Proprio qui, nella consueta sede alle Tese delle Vergini, l’architetta Guendalina Salimei presenterà il Padiglione Italia TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare, per il quale è ancora in corso la relativa call. Curatela al femminile anche per Opera aperta, il progetto per il 2025 del Padiglione della Santa Sede affidato a Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti, da visitare nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice (Fondamenta S. Gioacchin, Castello 450). Margherissima, allestito alla Polveriera austriaca di Forte Marghera a Mestre e curato da Nigel Coates, Michael Kevern, Guan Lee, John Maybury e Jan Bunge, e On Storage, nona edizione del Padiglione delle Arti Applicate promosso dalla Biennale di Venezia e dal Victoria and Albert Museum di Londra (quest’anno su progetto di Brendan Cormier, con il noto studio Diller Scofidio + Renfro) sono i due progetti speciali dell’imminente edizione. 

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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