Quale destino per i cinema di Roma in disuso? La risposta in un nuovo libro 

Degradati, chiusi, abbandonati, trasformati: i cinema dismessi di Roma sono diventati i "fantasmi urbani" della città. Mentre il mondo del cinema si oppone alla proposta di legge potrebbe favorire la loro riconversione in attività commerciali, un libro di recente uscita fa il punto della situazione. Spiegando cosa stiamo perdendo per sempre.

Scritto dall’architetto Silvano Curcio docente di Management dei patrimoni immobiliari e urbani alla Facoltà d’Architettura di Roma – ed edito da Palombi Editore, Fantasmi Urbani – La memoria dei cinema di Roma colma un vuoto su un tema dolente e sentito. Il libro (scripta) affronta, con competenza e sensibilità, la questione della memoria urbana attraverso il racconto delle sale cinematografiche della Capitale. Questi spazi, dei quali in queste settimane molto si parla (verba), un tempo erano il cuore pulsante della vita culturale e sociale di Roma: oggi sono in gran parte chiusi, abbandonati o trasformati e dietro di essi lasciano il ricordo di un’epoca in cui il cinema era un’esperienza collettiva. 

Roma si interroga sul destino dei suoi ex cinema 

S.O.S per i cinema superstiti romani, il volume affronta una questione alla quale, nel 2024, sono stati dedicati anche due convegni. Il 9 febbraio scorso, l’Università LUMSA ha ospitato una giornata di studi dal titolo Uscire dalle crisi. Passato, presente e futuro delle sale cinematografiche in Italia, analizzando le crisi storiche e attuali dell’esercizio cinematografico e le strategie per affrontarle. Successivamente, il 16 ottobre 2024, l’Ordine degli Architetti di Roma ha tenuto un convegno intitolato Il recupero delle sale cinematografiche dismesse – La carica dei 101, focalizzato sulla chiusura di 101 cinema a Roma negli ultimi vent’anni e sulle possibili strategie di recupero di oltre quaranta sale storiche dismesse e non ancora trasformate. Fino ad ora non esisteva una pubblicazione puntuale sull’argomento specifico – i cinema romani, appunto – e Fantasmi Urbani contribuisce in maniera significativa a far conoscere i luoghi di un problema culturale che investe la città.  

La cover del libro Fantasmi Urbani - La memoria dei cinema di Roma
La cover del libro Fantasmi Urbani – La memoria dei cinema di Roma

La dismissione delle case cinematografiche a Roma: cause e prospettive 

Nel volume le storie delle sale cinematografiche sono suddivise in base alla documentazione reperita in tre gruppi – Storie, Impronte e Tracce –, senza mai tralasciare l’aspetto architettonico. Vengono narrate con una scrittura divulgativa-narrativa efficace, supportate dalle immagini fotografiche di Gina de Bellis e arricchite con un compendio finale di ricordi autografi di registi, attori, giornalisti. Il libro è anche un testo accurato sulle cause – culturali, economiche e legislative – della dismissione delle sale cinematografiche; allo stesso tempo formula delle proposte, con un occhio al modello francese, per riattivare questo settore culturale ed economico a Roma. Stiamo parlando di una città che, da sempre, è una delle capitali mondiali del cinema: la sua bellezza senza tempo, le sue piazze e i suoi monumenti iconici sono stati protagonisti di celebri pellicole. Ma non solo: Roma è una città che vive anche di cinema. La fondazione di Cinecittà nel 1937, il più grande complesso di studi cinematografici in Europa, ha consacrato la Capitale come “la Hollywood sul Tevere”, attirando produzioni italiane e internazionali di enorme rilievo, oggi in crisi per la revisione della tax credit. Cinecittà non è stata solo una fabbrica di sogni, ma anche il motore di un’industria che ha sviluppato una rete capillare di sale cinematografiche. Dai cinema del centro storico a quelli che con la crescita della città nascevano nei quartieri periferici, questi spazi erano luoghi di aggregazione e socialità dove il cinema diventava un punto di riferimento urbano. 

Il libro sui cinema dismessi di Roma e il supporto della Titanus S.p.A.  

La realizzazione del libro è stata sostenuta dalla Titanus S.p.A., la più antica e prestigiosa casa di produzione cinematografica italiana, fondata nel 1904 a Napoli. Titanus ha contribuito in modo determinante alla storia del cinema italiano, producendo capolavori come Il Gattopardo, La Ciociara, Rocco e i suoi fratelli, e collaborando con registi del calibro di Luchino Visconti e Vittorio De Sica. Voglio ricordare con affetto il suo fondatore, Goffredo Lombardo: ebbi modo di conoscerlo lavorando per lui. Faceva parte del gruppo di pochi produttori italiani, dotati di grandi capacità professionali e umane, che investivano i propri soldi per realizzare i film in cui credevano. Peppino Amato, innamorato della sceneggiatura de La dolce vita, scambiò con De Laurentis quella de La Grande Guerra. Erano scelte rischiose, ma la qualità del produttore corrispondeva alla qualità del film che usciva in sala. Il sostegno a questo progetto editoriale da parte di Titanus è un segno dell’impegno dell’azienda nella valorizzazione culturale della produzione filmica e della sua convinzione che il racconto delle sale cinematografiche romane non è solo una celebrazione del passato, ma anche uno spunto per ipotizzare un futuro.  

I cinema come fantasmi urbani: dal cortometraggio al libro 

Il titolo del libro, Fantasmi Urbani, trae ispirazione dall’omonimo cortometraggio realizzato nel 2013 da Silvano Curcio insieme ai suoi studenti. Questo lavoro documentava il destino delle sale cinematografiche romane chiuse o trasformate, raccontandone il declino. Nel passaggio dal cortometraggio al libro, Curcio amplia e approfondisce la riflessione, intrecciando i caratteri dell’architettura con le analisi storiche, supportando il racconto con foto d’epoca e disegni originali. Il risultato è un’opera che non solo racconta questo straordinario legame tra Roma e il cinema, ma invita a riflettere su ciò che resta di quell’epoca d’oro, proponendo alternative possibili per questi spazi. Si analizzano con lucidità i motivi che hanno portato alla chiusura di molte sale cinematografiche: l’avvento dello streaming ha trasformato radicalmente le abitudini di fruizione cinematografica, riducendo il pubblico nel luogo deputato alla settima arte. Molte sale di quartiere, inoltre, hanno chiuso a causa di cambiamenti urbanistici e sociali.  

Roma, un cinema chiuso. Photo Gina de Bellis
Roma, un cinema chiuso. Photo Gina de Bellis

Andare al cinema VS vedere un film 

Il cinema, un tempo punto di riferimento della comunità, ha così perso il suo ruolo centrale, lasciando spazio a supermercati, palestre o altri usi commerciali. Il declino delle sale riflette una crisi culturale più ampia, legata alla progressiva perdita di spazi nella vita urbana come biblioteche e librerie. Per chi qui scrive – un boomer – scorrere le pagine di Fantasmi Urbani – La memoria dei cinema di Roma è un viaggio a ritroso. Commozione e rabbia si prendono per mano ricordando il fumo delle sigarette svanire nel soffitto del cinema che magicamente si apriva tra il primo e il secondo tempo, o le Bomboniere quasi squagliate vendute dall’omino con la striminzita giacchetta rossa da cameriere. E ancora c’erano i fischi durante la proiezione del cinegiornale della Settimana INCOM e le urla dei bambini che s’immedesimavano con i protagonisti del film nelle sale parrocchiali. Le discussioni interpretative del film erano inevitabili nel post cinema, che avveniva in pizzeria o dal “cornettaio” notturno; bello era lo scambio di opinioni che spesso avveniva con sconosciuti spettatori all’uscita di cineclub e cine d’essai. Tutto questo era andare al cinema, non vedere un film. 

Il Troisi a Roma e i casi esemplari di cinema rigenerati 

Nonostante il declino, Fantasmi Urbani offre una prospettiva di speranza, evidenziando esempi virtuosi. A Roma il cinema Troisi, ristrutturato e con aggiunta di spazi multifunzionali, ha una gestione in attivo; ospita proiezioni, eventi culturali e attività educative. L’Accademy Hall, già cinema a Bologna, dopo varie vicissitudini, nel 2024 è diventato “Extralibera”, uno spazio espositivo che permette agli utenti di conoscere il fenomeno mafioso. Curcio, tra le 160 storie, racconta dell’ormai demolito cinema Quadraro, importante memoria collettiva dell’omonimo quartiere romano: il 17 aprile del 1944, 1.500 persone furono arrestate e raccolte in questo cinema per poi essere deportate nei campi concertamento. Una targa oggi ricorda questo triste evento. I cinema servono anche a far ricordare e conoscere aspetti della nostra storia che oggi si stanno dimenticando e banalizzando. Tra i cinema presentati nel libro, vorrei infine segnalare l’Airone disegnato da Adalberto Libera e il Maestoso progettato da Riccardo Morandi. Il primo, di proprietà del Comune di Roma e devastato dagli usi impropri che si sono susseguiti nel tempo, è in attesa di essere riutilizzato (si spera, dopo un adeguato progetto di restauro filologico). Il secondo, di proprietà privata, è stato oggetto di tentativi demolitivi- speculativi che il Comune di Roma ha sempre bloccato; sostanzialmente in buono stato nelle parti architettonicamente significative, potrebbe essere quanto prima restaurato da iniziative private e riutilizzato come cinema e attività collaterali a sostegno. Fantasmi Urbani – La memoria dei cinema di Roma è un libro che definirei trasversale per le varie e interessanti chiavi di lettura che propone a chi sfoglierà le sue pagine. E soprattutto a chi non ha mai visto, svanito il fumo delle sigarette, apparire all’improvviso le stelle nel cinematografo. 

Paolo Verdeschi 

Dopo il debutto alla Casa del Cinema, il libro “Fantasmi Urbani – La memoria dei cinema di Roma” sarà presentato il prossimo 18 febbraio, alle ore 18:30, al Circolo Canottieri Roma (Lungotevere Flaminio, 39). Oltre all’autore, parteciperanno: il regista Pupi Avati, il produttore ed ex presidente Anica Richard Borg, il critico, saggista e sceneggiatore Masolino D’Amico, l’amministratore delegato di Titanus Massimo Veneziano. Coordina la giornalista di cinema e scrittrice Laura Delli Colli, nonché Presidente Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) 

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Paolo Verdeschi

Paolo Verdeschi

Nato a Roma nel 1952, si laurea in architettura nel 1979 e segue i corsi ICCROM. Tra i suoi principali interventi, il restauro di villa La Saracena di Luigi Moretti a Santa Marinella (Roma). È membro della commissione Osservatorio del…

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