Biennale Architettura 2025: il Leone d’Oro alla Carriera alla filosofa statunitense Donna Haraway

Il pensiero della pensatrice americana è, secondo il curatore Carlo Ratti, "imprescindibile". Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria va invece al grande architetto, progettista e designer italiano Italo Rota, scomparso nel 2024

Va alla filosofa e pensatrice statunitense Donna Haraway il Leone d’Oro alla Carriera della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Per questa edizione, dedicata a Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva e aperta tra Giardini e Arsenale dal 10 maggio al 23 novembre 2025, il Leone d’Oro Speciale alla Memoria va invece al grande architetto, progettista e designer italiano Italo Rota (2 ottobre 1953 – 6 aprile 2024). 

I Leoni d’Oro della Biennale Architettura 2025. La scelta del CdA

Approvata dal CdA della Biennale (presieduto da Pietrangelo Buttafuoco) su proposta del curatore della Biennale Architettura 2025 Carlo Ratti, la nomina a Haraway è stata motivata dal fatto che lei sia “una delle voci più riconoscibili del pensiero contemporaneo a cavallo tra scienze sociali, antropologia, critica femminista e filosofia della tecnologia“, ha detto Ratti. “Negli ultimi quattro decenni ha saputo esplorare, in maniera multidisciplinare e con una costante capacità di invenzione linguistica, temi come l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla nostra natura biologica, o i modi in cui il contesto ambientale del Chthulucene stiano ridefinendo i confini tra umano e non umano”. Una definizione, ha ricordato il curatore, inventata da Haraway sulla scia dello scrittore statunitense H.P. Lovecraft come alternativa al termine Antropocene “per enfatizzare l’urgenza della coesistenza e della simbiosi con altre specie”.

Il pensiero di Donna Haraway come imprescindibile

Il pensiero di Donna Haraway“, ha aggiunto Ratti, si ripropone sempre come imprescindibile. Il suo lavoro e la sua filosofia, dalla radicale natura critica e al contempo ottimista e immaginativa, si distinguono per il loro impegno nel creare mondi alternativi: visioni positive in cui le difficoltà del presente possano essere superate o mitigate attraverso la creazione di nuovi miti e la coltivazione di nuove forme di parentela. Il suo contributo al modo in cui s’intendono la scienza, la tecnologia, l’etnia, il genere, la geografia e la storia ambientale dell’umanità ha lasciato segni indelebili nello studio di ciascuno di questi concetti, ed è evidente che abbia dato il via all’idea che le intelligenze naturali, artificiali e collettive agiscano insieme. Mentre i progettisti si confrontano con un presente in rapida trasformazione, in cui natura, tecnologia e società manifestano sintomi di divergenza dal mondo per come lo conosciamo, la teoria di Haraway ci dà forza e le sue osservazioni ci guidano. Riconosciamo con gratitudine la letteratura visionaria che ha creato nel corso della sua vita e che dona al futuro e celebriamo le ispirazioni che il suo pensiero offre all’architettura, espresse in questa Mostra e al di là di essa”.

I Leoni d’Oro della Biennale Architettura 2025. Italo Rota

Per quanto riguarda il grande architetto Italo Rota, morto appena un anno fa, Ratti ha motivato la scelta indicandolo come “un precursore. La sua visione era quella di un mondo in cui la rilevanza delle entità viventi e della biologia in generale, la natura nella definizione più ampia possibile, infine la scienza e la tecnologia applicata erano unite in un’unica entità vivente. Nella sua vita, ha avuto la straordinaria capacità di attraversare il secondo Novecento e il primo quarto del nuovo secolo, volando al di sopra degli stili e delle maggiori culture del design, affermandosi come una delle figure più originali dell’architettura italiana ed europea”. Ricordando la sua formazione con Franco Albini, Vittorio Gregotti e Gae Aulenti, Ratti ha indicato il suo “eclettismo unico e una rara capacità di unire visione poetica ed estrema lucidità analitica. Uomo dalla cultura sconfinata, appassionato collezionista e ricercatore, tanto di oggetti da Wunderkammer quanto di dispositivi tecnologici, nonché maestro generoso, ha contributo alla creazione di alcuni dei luoghi della cultura più influenti in Europa negli ultimi decenni, con progetti come il restauro del Musée d’Orsay a Parigi e il Museo del Novecento a Milano. Il suo lascito culturale è ben espresso dal titolo della sua ultima monografia: “Solo diventare natura ci salverà””.

Il rapporto tra la Biennale Architettura 2025 e Rota

L’avventura della Biennale Architettura 2025 iniziò insieme a Italo Rota alla fine del 2023 ha ricordato Ratti. “Si interruppe tragicamente con la sua scomparsa avvenuta un anno fa, il 6 aprile 2024. Per questo motivo, sono particolarmente contento che il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia abbia accettato la mia proposta di conferire a Italo l’alto riconoscimento del Leone d’Oro Speciale alla Memoria”. Rota ha anche sottolineato la recente decisione del MiC – attraverso la Soprintendenza ai Beni Archivistici e Bibliografici della Lombardia – di “apporre un vincolo per attrarre la sua opera al patrimonio culturale nazionale. Sono altrettanto felice, infine, di poter presentare all’Arsenale il lavoro di Margherita Palli, compagna di vita e di lavoro di Italo, il cui contributo andrà a proseguire idealmente le nostre iniziali ricerche”.

Redazione

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