Sarà l’architetta Lina Ghotmeh a realizzare il nuovissimo Padiglione del Qatar ai Giardini di Venezia
Con il Padiglione del Bahrain per Expo 2025 Osaka in apertura a giorni e dopo il recente successo al concorso per il restyling di parte del British Museum, a Londra, arriva un altro successo per l’architetta libanese: realizzerà il Padiglione del Qatar ai Giardini della Biennale di Venezia

La prima opera permanente dell’architetta Lina Ghotmeh in Italia sarà il Padiglione Qatar ai Giardini della Biennale di Venezia. La progettista di origini libanesi, fondatrice e direttrice dello studio di base a Parigi Lina Ghotmeh — Architecture, ha infatti vinto il concorso internazionale – organizzato da Malcolm Reading Consultants, per conto del colosso Qatar Museums –, per la progettazione di una nuova struttura destinata ad accrescere il circuito espositivo della città lagunare. Una notizia che alimenta almeno due, immediate, considerazioni. Da una parte quella relativa all’ulteriore consolidamento del Qatar nello scacchiere culturale (e geopolitico) globale, considerazione già suscitata dall’annuncio, arrivato nei mesi scorsi, di voler investire nel contesto veneziano, sostenendo la costruzione di un padiglione permanente in un’area tanto prestigiosa quanto complessa (perché interdetta alla pubblica fruizione, in assenza di eventi). Dall’altra, sebbene manchino ancora mesi al termine dell’anno, il 2025 potrebbe essere ricordato per la definitiva ascesa di Ghotmeh, che con il suo studio in appena un trimestre ha ottenuto due commesse di prestigio, entrambe in Europa. Dopo il successo al concorso per il rinnovamento delle gallerie del Western Range del British Museum, lo scorso febbraio, è infatti arrivato l’incarico del Qatar in Italia.

A Venezia il Padiglione del Qatar progettato da Lina Ghotmeh
Nessuna immagine del futuro innesto di architettura contemporanea nei Giardini de La Biennale è stata resa nota: verosimilmente l’occasione per saperne di più sarà proprio la 19. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, dato che una conversazione tra l’architetta e S.E. Sheikha Al Mayassa (moderata da Hans Ulrich Obrist) è prevista il prossimo 8 maggio. Non casuale la sede: sarà all’ACP–Palazzo Franchetti ovvero il luogo che, ancora una volta, farà da cornice alla partecipazione del Qatar alla kermesse lagunare, come già avvenuto nel recente passato. Strutturato in due parti, il progetto espositivo Beyti Beytak. My Home is Your Home. La mia casa è la tua casa, esplorerà come le forme dell’ospitalità sono espresse nell’architettura e nei paesaggi urbani del Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale (MENASA) attraverso una presentazione (a Palazzo Franchetti) e un’installazione (ai Giardini della Biennale).
Rem Koolhaas e la giuria del concorso per la progettazione del Padiglione del Qatar
Di sicuro, oltre alla vittoria di Ghotmeh, sappiamo che per il concorso è stata adottata la forma della selezione su invito: nove i finalisti, ai quali è stato quindi chiesto di sviluppare una proposta progettuale nell’arco di venti settimane. Big internazionali hanno composto il comitato di advisory, presieduto dall’architetto Rem Koolhaas, che con lo studio OMA (da lui fondato) proprio a Doha ha ultimato nel 2017 la monumentale e pluripremiata Qatar National Library. E, scorrendo la lista dei professionisti coinvolti non mancano altri nomi di peso, tra cui l’architetto Alejandro Aravena (fondatore e direttore dello ELEMENTAL) che a Doha è da tempo impegnato nel progetto museale del’Art Mill o gli italiani Massimiliano Gioni (direttore artistico del New Museum) e Manuela Luca-Dazio (consigliera speciale di Qatar Museums e direttrice esecutiva del Pritzker Architecture Prize), solo per citare alcuni membri.
Architettura contemporanea nei Giardini de La Biennale di Venezia
Il Padiglione del Qatar occuperà un’area adiacente il Padiglione Stirling, a sua volta inaugurato nel 1991, su progetto dell’architetto a cui deve la denominazione. Commissionato da Sua Eccellenza S.E. Shaikha Al Mayassa, per conto dello Stato del Qatar, sarà il terzo padiglione eretto ex novo, nell’arco di oltre cinquant’anni, nel circuito dei Giardini. “Lina possiede una visione del mondo e una sensibilità nate nella sua terra d’origine, il Libano, che si sono estese ben oltre i confini culturali. Ha abbracciato con entusiasmo la nostra visione del Padiglione del Qatar come piattaforma per la creatività artistica, architettonica e culturale della nostra nazione e della regione che comprende Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale” ha commentato Sua Eccellenza Sheikha Al Mayassa, in una dichiarazione in cui non mancano i ringraziamenti a “la Repubblica Italiana per la visione volta ad avvicinare le nostre due nazioni attraverso l’arte e la cultura”. Dal canto suo, Lina Ghotmeh ha paragonato il Qatar a “un faro culturale per l’intera regione MENASA. È emozionante avere l’opportunità di progettare il Padiglione del Qatar negli storici Giardini de La Biennale di Venezia”. In attesa dei dettagli, appare intanto legittimo aspettarsi che l’architetta, anche alle nostre latitudini, stia per offrire un’interpretazione della sua Archeology of the Future: si tratta di una traiettoria concettuale e metodologica, con riflessi anche a livelli compositivo, che per ogni progetto dello studio di Ghotmeh presuppone un processo di meticolosa ricerca storica. Ogni nuovo segno generato e introdotto in uno specifico contesto risulta così legato a tracce del passato. La nota diramata, del resto, chiarisce che il suo progetto “si distingue per chiarezza architettonica e per la sensibilità dimostrata nei confronti del contesto storico del Padiglione, creando un ponte culturale tra il Qatar e la comunità internazionale. Testimoniando la capacità dell’architettura di dialogare con lo spazio pubblico, il progetto si integra armoniosamente con il paesaggio adiacente al Padiglione e con l’ambiente circostante. Pensato per accogliere arte e architettura contemporanea, l’interno sarà flessibile e adattabile, consentendo agli espositori di trasformare lo spazio secondo la propria visione creativa”. Appuntamento, quindi, tra un mese esatto a Venezia, città in cui – vale la pena ricordarlo in questa occasione – proprio alla preview della Biennale Architettura 2023 Lina Ghotmeh e Asif Khan vennero annunciati come progettisti di due nuovi maxi musei ad AlUla, in Arabia Saudita.
Valentina Silvestrini
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