A Zurigo una mostra invita gli architetti a disegnare i luoghi della propria infanzia

Riflette sulla percezione infantile degli spazi ed esplora il legame tra memoria, architettura e disegno l’esposizione che ha selezionato creativi da tutta la Svizzera creando un dialogo tra arti visive e architettura

Riesci a ricordare i luoghi della tua infanzia? La tua camera da letto, un nascondiglio preferito o il profumo della cucina dei tuoi nonni?”: da queste domande prende avvio Architecture of Memory – Recollecting Spaces, una mostra che esplora il legame tra memoria, architettura e disegno. Tramite l’invito di oltre 50 architetti provenienti da tutta la Svizzera (tra cui, per esempio, la presidente dell’Ordine degli Architetti Lilitt Bollinger), le curatrici (e a loro volta architette) Clara Maria Puglisi, Sonja Elisabeth Fuchs, Elodie Haber presentano presso l’Architekturforum di Zurigo un percorso espositivo che riflette sulla percezione infantile degli spazi.

Architecture of Memory – Recollecting Space. Arch of memory
Architecture of Memory – Recollecting Space. Arch of memory

A Zurigo la mostra “Architecture of Memory – Recollecting Space”

L’iniziativa, aperta fino al 26 aprile, prende avvio da un esperimento avviato nel 2022, quando un gruppo di architetti e artisti ha iniziato a tradurre i propri ricordi in disegni. L’esito è stato una raccolta eterogenea di opere, da schizzi rapidi a illustrazioni dettagliate, attraverso cui ogni partecipante ha raccontato frammenti intimi della propria infanzia.

 “Architecture of Memory – Recollecting Space”: l’esperimento

Abbiamo invitato amici e conoscenti a mettere i loro ricordi su carta. Quella sera, non solo abbiamo creato una raccolta diversificata di disegni, ma abbiamo anche scoperto un nuovo modo di comprenderci a vicenda, indipendentemente da quanto ci conoscessimo prima. Condividere le nostre storie individuali è diventata un’esperienza collettiva, rivelando il vero potenziale dell’esperimento: Come sarebbero i disegni di artisti e architetti rinomati? Ancora più importante, quali storie avrebbero raccontato?”, spiegano le curatrici. Da sempre strumento di progettazione, il disegno è diventato così anche opera autonoma.

“Architecture of Memory – Recollecting Space” e il disegno come opera autonoma

Successivamente, gli architetti coinvolti hanno aperto i relativi studi, rivelando il processo dietro le loro creazioni: “Quando pensiamo a un luogo e al suo ambiente costruito, alcuni elementi restano impressi con forza nella memoria, mentre altri svaniscono, filtrati dalla nostra percezione individuale. I ricordi dell’infanzia sono particolarmente permeabili, capaci di farci accedere a luoghi che non potremo mai più rivivere nella stessa forma. Le dimensioni, le proporzioni e la nostra intera percezione dello spazio esistevano solo in quel preciso momento. Ciò che resta è il ricordo e la storia che continuiamo a raccontare a noi stessi e agli altri”, concludono le curatrici.

Caterina Angelucci

Architecture of Memory – Recollecting Space
Architekturforum
Zollstrasse 115, Zurigo

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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