Succede a Les Halles di Parigi, dove per una settimana sono stati messi in vendita, agghindati e confezionati, graziosi “Ken” in carne e ossa per donne in cerca di avventure. Una trovata di marketing – replicata in altre città come Bruxelles, Losanna, Tolosa e Lione – che ha riscosso entusiasmo tra le signore di ogni età accorse a vedere i bellimbusti. L’idea è dell’agenzia d’incontri Adopteunmec.com che, tra l’ironico e il provocatorio, ha offerto i suoi gigolò come una vera e propria merce. Prodotti vivi, resi ancora più desiderabili da un superpackaging costruito per esaltare gli “attributi” distintivi di ogni soggetto: il Mr. Muscolo, il rocker, l’avventuriero, il surfista. Uomini “usa e getta”, pronti per esser messi nel carrello della spesa e portati via per un rapido consumo.
Un precedente di “uomini pronti”, nel mondo dell’arte, risale al 1994 quando Dario Ghibaudo, artista provocatorio e ironico, per parlare di mercificazione umana confezionò sottovuoto e in buste di diverso colore undici esemplari di Homo Pronto. Ghibaudo non tralasciò alcuna professione: riprodusse l’artista, il giornalista [nella foto di Alberto Valtellina – courtesy Collezione La Gaia], l’avvocato, il chirurgo, l’infermiera, il sicario, il soldato, la suora, l’operaio, lo scienziato e la bambina pre-educata (quest’ultima indicata per chi non trova il tempo per educare un figlio, ma anche per ricordare i niños de rua brasiliani, i bambini delle favelas, sfruttati dalla criminalità e utilizzati all’occorrenza per l’espianto di organi).
Umani riprodotti in scala 1:1, impacchettati in grandi scatole di cartone serigrafato e dotati di appositi kit per espletare al meglio ciascuna attività; a corredo del packaging, una scheda tecnica con le raccomandazioni e le istruzioni per l’utilizzo e la conservazione di questa singolare merce. Non rimane che scegliere: meglio un Homo vivo ma congelato come un merluzzo o un Homo Pronto impacchettato ad arte?
Sonia Pedrazzini
www.adopteunmec.com
www.darioghibaudo.it
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #10
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