Che palle!
Di yogurt, di formaggio, di gelato, di crema. Palle ripiene di cocktail e di succhi di frutta. Palle da mangiare e da bere. Senza buttar via niente, senza imballaggio, senza alcuna confezione che le protegga. Perché funzionano come la buccia di un frutto: si lavano e si consumano, come un acino d’uva, come una mela.
David Edwards, eclettico inventore e ingegnere della Harvard University, assieme a un team di chimici e chef e con la collaborazione del designer François Azambourg, ha recentemente creato speciali involucri per alimenti, totalmente edibili ed ecologici. Gusci/contenitori realizzati per mezzo di macchine e tecnologie sofisticate, ma che utilizzano come materia prima solo ingredienti naturali: particelle di cioccolato, noci, estratto di alghe e lampone, isomalto, bagassa (il residuo fibroso della canna da zucchero) e sostanze simili, oltre all’imprescindibile “ingrediente segreto”. Il risultato è un imballaggio fatto per essere addentato e divorato e che, come la buccia di un’arancia, è resistente, biodegradabile e persino impermeabile per consentirne il risciacquo, proprio come si farebbe con un qualunque frutto.
WikiCells è il nome dell’innovativo prodotto, un packaging “biomimetico” che a torto qualcuno potrebbe scambiare per un alimento della gastronomia molecolare o per un’idea di food design. Certo, il confine è labile ma – come dichiara lo stesso Edwards – alla base della ricerca c’è l’intenzione di modificare profondamente e su larga scala il modo di confezionare e consumare il cibo, riducendo la produzione di rifiuti e incentivando nei Paesi in via di sviluppo le produzioni agricole in modo più sostenibile ma anche più proficuo.
La strada da percorrere è ancora lunga ed è presto per dire se le persone preferiranno acquistare cibi “nudi” piuttosto che tradizionalmente impacchettati. Pare tuttavia che le multinazionali si stiano già interessando a queste inedite modalità di consumo. Per adesso i più curiosi e gli amanti di esperienze non convenzionali potranno andare a degustare bevande in forma di sfere nel primo Wiki Bar che presto aprirà a Parigi (si cercano degustatori-cavie).
Sonia Pedrazzini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #11
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