Banzi in the box. Il packaging di Arduino
È rassicurante scoprire che anche l’immaterialità del software ha bisogno della concretezza del packaging. La schedina elettronica Arduino è uno dei nostri migliori simboli di tecno-democrazia. Il suo successo è dovuto al concetto molto contemporaneo di “software libero e condiviso”. Ma qui parliamo più prosaicamente di imballaggi…
Arduino è una piattaforma hardware e come tale – essendo distribuita in versione pre-assemblata, acquistabile su Internet o in negozi specializzati – deve essere appropriatamente imballata e protetta. Se il concetto che sta alla base di Arduino, per chi non è un nativo digitale, non è semplice da capire, al contrario il suo packaging possiede qualcosa di spensierato e leggero: sembra la confezione di un Meccano 2.0. La comunicazione è precisa, sintetica e intuitiva; la grafica colorata e giocosa come quella delle emoticon.
La scatola che contiene Arduino è stata disegnata dallo studio ToDo di Torino, un laboratorio di design “di nuova generazione” che sviluppa consulenze e strategie digitali mixando creatività, interazione e tecnologia. Giorgio Olivero, il responsabile del progetto, ci ha racconta che dopo l’inatteso, enorme successo di Arduino e la sua repentina diffusione, c’era la necessità di realizzare un sistema di imballaggi che fosse flessibile, accessibile, “friendly” come Arduino stesso; scatole adattabili alle diverse tipologie di schede, che fossero abbastanza economiche, facilmente producibili e velocemente ristampabili anche in grandi quantitativi.
Per la grafica si è scelto di usare solo il linguaggio iconografico; per dare rilevanza a un oggetto il cui destino non sarà mai più quello di esser celato entro grigie scocche, la scheda stessa è diventata anche un supporto grafico per la comunicazione di importanti informazioni e indicazioni “scritte” proprio sul circuito stampato, una vera rivoluzione nel settore dell’hardware. Per la stampa solo cinque colori pantone, per i contenuti un font “instant classic”, come si dice in gergo, al di fuori di connotazioni temporali, proprio come il segno di infinito (con un – e un + mutuati dall’elettronica) che caratterizza il marchio Arduino, un progetto idealmente in eterna espansione. Che non invecchierà mai, che è già un classico contemporaneo.
Sonia Pedrazzini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #17
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