Ambra Medda: ora vi spiego cos’è l’art design
Co-fondatrice di una delle fiere di art-design più importanti al mondo prima, ideatrice di un innovativo portale sia magazine che e-commerce dopo. Ambra Medda racconta ad Artribune come il mondo del design e dell’arte possano incontrarsi online.
La rapida carriera di Ambra Medda è avvolta da un’aura quasi fiabesca, capace di far sognare qualsiasi donna voglia lanciarsi nel mondo dell’arte. Nata a Rodi da madre italiana e padre austriaco, vive un’infanzia non convenzionale continuando a spostarsi tra Londra e Milano. Grazie al lavoro della madre, gallerista, cresce a stretto contatto con il mondo dell’arte: conosce gli artisti, impara a riconoscerne le opere e il loro valore. Si laurea a Londra in lingue orientali e si specializza in arte asiatica, affascinata dalle influenze che le diverse culture hanno le une sulle altre.
Ambra scopre allora il mondo del design e si rende conto che le due discipline non sono poi così lontane: “L’arte e il design appartengono a due mondi distinti, che in molti casi però si sovrappongono e si influenzano l’uno con l’altro”.Ed è proprio su quelle influenze che vuole continuare a indagare. Così nel 2004, a soli ventitré anni e grazie all’incontro con Craig Robins, fonda la fiera Design Miami, che si occupa proprio della fusione tra arte e design, e la dirige per i successivi sei anni.
Nel nuovo decennio decide però di lasciare la fiera e trasferirsi a New York per aprire il suo studio AMO – Ambra Medda Office. Dopo tre anni è pronta per lanciarsi in una nuova avventura: L’Arcobaleno, un portale di approfondimento e vendita di opere d’arte e design.
“Volevo creare un mondo online che documentasse e contestualizzasse il design da collezione storico e contemporaneo proveniente da tutto il mondo. L’idea innovativa è presentare il meglio del design attraverso storie e interviste con i protagonisti più interessanti di oggi e permettere poi di acquistare gli oggetti appena illustrati”, ci racconta.“La differenza è aver associato a un magazine online la componente di e-commerce, in modo da potersi prima informare e poi comprare. Cerchiamo di presentare i talenti emergenti provenienti da tutto il mondo. Vogliamo sostenere designer e artigiani che producono design d’avanguardia”.
Le origini italiane di Ambra Medda si fanno riconoscere nel naming del suo nuovo progetto: “Volevo un nome gioioso e che avesse un impatto forte. L’Arcobaleno mi sembrava adatto, anche perché non presentiamo design nel senso più stretto: presentiamo design nella sua interezza e come influisce su altri campi, come la moda o l’architettura. Vorremmo presentare il design nel suo intero spettro… come un arcobaleno”.
Le due sezioni del sito, magazine e e-commerce, sono complementari. Anzi, è proprio la parte descrittiva del portale che funziona come garanzia di acquisto. Come spiega la stessa Medda, “presentare le informazioni di un pezzo da collezione è essenziale. Chi lo ha fatto, perché e come sono i motivi che spiegano perché quell’oggetto ha un certo valore. Immagino diventi più chiaro per un acquirente la ragione per cui un mobile costa così tanto se sa che è un pezzo unico o storico rarissimo o che fa parte di un’edizione limitata”.
E la transazione online ormai non spaventa più nemmeno i collezionisti; anzi, rende almeno in parte l’arte democratica, poiché consente l’acquisto da qualsiasi angolo del mondo: “I collezionisti comprano dalle gallerie, alle fiere, nelle aste e online. C’è da dire che ormai l’online presenta dei vantaggi: puoi accedere quando vuoi e da dove vuoi. Per un buyer in Australia che forse non ha accesso a questo tipo di materiale, diventa molto conveniente poter vedere, leggere e acquistare da un sito rispettato, di cui si fida”.
La buona notizia è che, tra i pezzi più ambiti in America, continuano ad esserci i grandi classici del design italiano: “Il mercato è molto forte, grazie a pezzi importanti dei nostri principali designer degli Anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta: Carlo Mollino, Giò Ponti, Osvaldo Borsani, Carlo Scarpa, Ico e Luisa Parisi, Bugatti, Ugo Colombo, Ettore Sottsass, Mendini… la lista è molto lunga e molto ricca”. Anche se – e la notizia è meno buona -, guardando in prospettiva futura, le firme più importanti sono quasi tutte straniere: “Tokujin Yoshioka, The Bourroullec Brothers, Konstantin Grcic, FormaFantasma, Max Lamb, Weiki Somers, Martino Gamper, Barber Osgerby, Faye Toogood”, snocciola Ambra Medda.
Valia Barriello
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #18
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