Ceramica e arte contemporanea: il meglio dell’Italia espone in Corea con il MIC di Faenza
Un padiglione tutto italiano, per una biennale coreana dedicata alla ricerca contemporanea intorno alla ceramica. E non poteva che esserci anche il noto museo faentino, con 22 artisti passati dal suo storico premio…
Cose che fanno grande l’Italia nel mondo. E se non si parla di buon cibo e di buon vino, non può che trattarsi di eccellenze artistiche, architettoniche, artigianali. Manufatti figli del genio e della storia, dell’immaginazione che si fa gesto, metodo, applicazione quotidiana. E ricerca contemporanea.
La ceramica, in tal senso, ha un posto d’onore. In tema d’arti applicate e design, infatti, gli artisti che usano questo medium – esclusivamente oppure occasionalmente – sono davvero tanti. E in certi casi il livello è alto davvero.
A prenderne atto è anche la Corea del Sud, che nella sua Biennale della Ceramica, organizzata a Gyeonggi, ha voluto anche un pezzetto d’Italia. E ha chiesto al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza di farsi carico del progetto. Una partnership, un omaggio, un riconoscimento a uno dei centri più conosciuti al mondo per l’arte della ceramica: Faenza, luogo di pellegrinaggio per studiosi, collezionisti, appassionati, artisti in cerca di laboratori d’altissimo profilo o di esperienze formative.
22 ECCELLENZE ITALIANE IN COREA
Da qui nasce In The Earth Time, a cura di Irene Biolchini, una mostra che si aggancia al tema principale della Biennale, Ode alla Vita, proponendo una selezione di artisti di quattro generazioni diverse, accomunati dalla partecipazione al Premio Faenza, il più antico in Italia per il settore della ceramica, istituito dal museo faentino nel 1938. Sessant’anni di scouting appassionato e di indagine seria intorno alle sperimentazioni, le formalizzazioni e le vie concettuali che andavano definendo l’evoluzione di una scena: quella delle arti contemporanee, dal punto di vista di una pratica antica, intramontabile.
La mostra, organizzata e coordinata dal Museo in collaborazione con la “Korea Ceramic Foundation”, si articola in quattro sezioni tematiche: Dalla Natura Morta
alla smaterializzazione dell’oggetto; Corpo come strumento di misurazione del tempo; Apocalisse; Spiritualità oltre la materia.
E si va dall’informe plastico ed organico del compianto Giacinto Cerone, che tocca vette di poesia altissime, ai racconti mitici di Salvatore Arancio, virati verso dimensioni psichedeliche, magiche, gotiche; dalle raffinate tessiture di Chiara Camoni, fra antropologia e natura, all’ironia di Andrea Salvatori, che mixa la finezza della materia lavorata al detournement del reperto kitsch, dell’oggetto comune o del frammento botanico; dagli esercizi concettuali di Francesco Carone, densi di trasposizioni simboliche, alle mutazioni virali con cui Francesco Ardini contamina le sue forme irregolari; dal sapore classico delle collezioni di Chiara Lecca, subito smentito dalle ricombinazioni spiazzanti, tra vanitas, mondo animale e processi culturali, all’astrazione di Luciano Laghi, in cui il colore si fa volume, mentre le linee si spezzano e i piani si dinamizzano. Ventidue nomi in tutto, attesi fra il 22 aprile e il 28 maggio prossimo tra le sale della World Ceramic Livingware Gallery di Gyeonggi.
– Helga Marsala
In the Earth Time. Italian Guest Pavillion
22 aprile – 28 maggio 2017
Gyeonggi Ceramic Biennale
Yeoju Dojasesang (World Ceramic Livingware Gallery)
7, Silleuksa-gil, Yeoju-si, Gyeonggi-do Province
a cura di Irene Biolchini
Artisti: Salvatore Arancio, Francesco Ardini, Nicola Boccini, Silvia Celeste Calcagno, Chiara Camoni, Francesca Carone, Giacinto Cerone, Antonella Cimatti, Mirco Denicolò, Giorgio Di Palma, Giuseppe Ducrot, Marino Ficola, Luca Freschi, Monika Grycko, Ana Hillar, Luciano Laghi, Chiara Lecca, Matteo Lucca, Nero/Alessandro Neretti, Paolo Polloniato, Giovanni Ruggiero, Andrea Salvatori.
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