Gamper e Niedermair festeggiano i 40 anni di Dedar. Frammenti di blu tra pittura, design e wi-fi
Un progetto speciale, per una storica azienda italiana che lavora coi tessuti e le carte da parati. Un designer e un’artista di fama internazionale firmano un progetto decisamente originale. Oltre le categorie.
Come unire nuove tecnologie, storia dell’arte e design, mettendoci un guizzo di genio. Due star come Martino Gamper, designer, e Brigitte Niedermair, artista, lavorano insieme a un progetto per Dedar, azienda lombarda fondata nel 1976, fiore all’occhiello del made in Italy per il settore dei tessuti e delle carte da parati. E l’idea viene fuori per caso – come spesso accade per le idee migliori – durante un giro in macchina, proprio mentre i due raggiungevano il quartier generale di Dedar, a Como, per le celebrazioni dei quarant’anni del brand.
“Stavamo parlando lungo la strada e cercando delle idee, quando siamo andati sui nostri smartphone. Ma in quella zona non c’è un buon collegamento. E in certi momenti provavamo a caricare un’immagine, ma lo schermo appariva molto, molto, molto lentamente”.
PICASSO, KLEIN E IL SEGNALE DEBOLE DEL WI-FI
Ed ecco l’intuizione. S’accende una lampadina, nel mezzo del brainstorming e nell’isolamento di una ricezione a singhiozzo. Perché non trasformare in immagine quel vuoto di pixel in cui l’immagine non arriva a definirsi? Perché non immortalare i risultati di un semplice search su Google, quando i capolavori dell’arte diventano dati, mortificati da una cattiva connessione wi-fi? Da qui sono nati i bellissimi pannelli stampati su tessuto Dedar, con strutture in tek e ottone, composti da rettangoli liberamente componibili secondo il gusto del cliente. Un’altra maniera d’intendere il rivestimento murale, che conferma l’anima sperimentale e colta del marchio milanese.
Misure dei pattern tutte diverse, con un solo elemento chiave: il blu. Declinato in varie nuance e interrotto solo da sporadiche varianti in giallo, bianco, verde, beige. Il blu di Klein, Giotto, Matisse, van Gogh, Picasso: gli screenshot delle schermate difettose, prima che l’immagine compaia, diventano pantoni, frammenti di una partitura astratta con cui comporre archivi decisamente insoliti. Pittura che si fa traccia digitale e che diventa fotografia, e poi oggetto scultoreo o d’arredo. Il fascino del monocromo ritorna in una chiave concettuale ma anche puramente estetica, per un interior design che vada oltre le categorie e le definizioni.
L’occasione per scoprire da vicino gli Screenshot di Gamper e Niedermair è il Salone del Mobile 2017: l’esposizione è allestita tra il 6 e 7 aprile, a Palazzo Serbelloni (sede della alla Gallerie Sotheby), in Corso Venezia 16.
– Helga Marsala
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