Maison&Objet. A Parigi il design si tinge di ottimismo

Cosa succede a Parigi per l’edizione invernale della più importante fiera transalpina del design? Tra una mostra per la designer dell’anno, Cecilie Manz, una vetrina riservata ai giovani talenti italiani, i Rising Talent e tanto ottimismo tra gli operatori di settore, la crisi sembra definitivamente alle spalle.

Un’edizione coronata dal successo (oltre 85mila visitatori, tra operatori del settore, architetti e designer) e dalla presenza dell’Italia come Special Guest quella della fiera parigina Maison&Objet di gennaio 2018, e tanto vivace da indurre molti a pensare che forse il tunnel della crisi sia rimasto veramente alle spalle. Articolata in otto padiglioni – Eclectic, Cosy, Elegant, Complements/Actuel, House & Fashion/Smart, Now! Design a Vivre, Scènes d’Interieur Paris ‒ disposti a raggiera tra il verde del Parc des Expositions a Villepinte, a nord della città, ha ospitato 3mila espositori di cui ben 288 italiani. E tanti anche i visitatori provenienti dal nostro Paese, i più numerosi fra quelli “stranieri”, con un incremento dell’8% rispetto alle edizioni passate. Dunque, una manifestazione in crescita, ricca di indicazioni di tendenza e spunti, fra décor e design, e frequentata dal pubblico internazionale.

Maison&Objet 2018. Luv by Cécilie Manz per Duravit

Maison&Objet 2018. Luv by Cécilie Manz per Duravit

I PROTAGONISTI

Tutto a Maison&Objet è stato messo in gioco, dalle proposte dei marchi consolidati del lusso – qualche nome: Missoni Home, Fendi Casa, Gervasoni, Etro, Illulian, Porada, Baxter, Ligne Roset, George Jensen, Lalique ‒ alle “architetture” in carta del canadese Molo Design (tutti posti al padiglione 8), fino alle creazioni d’arte autoprodotte dell’area Craft.
Con grande rilevanza, ovunque nei vari spazi, di articoli commerciali in senso stretto, declinati in innumerevoli varianti formali, materiche e cromatiche, in alcuni casi improntati agli esotismi in altri riecheggianti il minimalismo – spesso a contenuto altamente tecnologico ‒, in altri ancora improntati alla magniloquenza del lusso o a ricercatezze da Wunderkammer.
Le liaison tra progetto e produzione si sono manifestate con maggior incisività nel padiglione 7, teatro anche di un nutrito programma di Conferences (relatori, Rosita Missoni, Rossana Orlandi, Nina Yashar, Luca Nichetto, fra gli italiani, e Hannah Carter Owers, Rafael de Cardenas, Sebastian Herkner, fra gli stranieri) e di Showroom, tema-mostra di quest’edizione di Maison&Objet, curata da Vincent Grégoire dell’Agence NellyRodi, specialista in trend-forecasting. Inoltre, in questo padiglione, sono andati in scena i pezzi dei sei Rising Talent italiani che sono stati premiati durante una cerimonia ufficiale svoltasi il 18 gennaio all’Ambasciata Italiana. Presenti sia i “mentori” che i giovani designer, ovvero Federica Biasi, Antonio Facco, Marco Lavit Nicora, Kensaku Oshiro, Federico Peri, Guglielmo Poletti. Patron della serata Ettore Mocchetti, direttore di AD Architectural Digest.
Sempre al padiglione 7, un ruolo speciale è stato riservato a Cecilie Manz, designer danese proclamata Designer of the Year grazie al successo dei suoi pezzi, prodotti da aziende come Bang & Olufsen, Muuto o Fritz Hansen, e divenuti iconici per la qualità progettuale e la raffinata essenzialità di stile. Inoltre, fra le varie presenze italiane, segnaliamo nella stessa area i vetri di Carlo Moretti, i “metalli” di design di Ghidini, i wallpaper artistici di Elena Carozzi.

Maison&Objet 2018. Maarten Baas, Close Parity Asymmetric Cabinet, 2016, Carpenter Workshop Gallery

Maison&Objet 2018. Maarten Baas, Close Parity Asymmetric Cabinet, 2016, Carpenter Workshop Gallery

IL DIALOGO CON LA CITTÀ

Strette le relazioni con il contesto metropolitano che vede Constance Guisset (in fiera da Bosa i suoi nuovi vasi Fusca) presente al Musée de Les Arts Decoratifs con la mostra Design Actio !, in cui i suoi pezzi di design sono accostati alle scenografie teatrali da lei realizzate, in un dialogo ritmato da analogie e contrasti con l’aura antica del palazzo. In fermento l’area di Saint-Germain-des-Prés, sede di negozi dell’arredo top internazionale che hanno esposto i nuovi prodotti come contraltare a pezzi “storici”: da Cassina (dove sono apparse anche le foto di design firmate da Karl Lagerfeld), a Boffi, fino a Knoll. Mentre lo storico atelier d’eccellenza di alta decorazione e restauro Meriguet-Carrère apriva al Marais le sue porte ai visitatori. Infine, l’evento espositivo, tra arte e design, Maarten Baas Close Parity, alla Carpenter Workshop Gallery, che allinea pezzi dell’ultima collezione del designer olandese provenienti dalla personale che il Groninger Museum gli ha dedicato nel 2017. I cabinet in ottone brunito, dal sapore fiabesco e primordiale, sono in realtà frutto di “un’estrema complessità costruttiva”, come sottolinea Baas. A tali arredi fanno da complemento creazioni surreali ispirate al concetto di Tempo, “orologi” di presunta funzionalità, con effetti a sorpresa, attraverso i quali il designer allude al soggettivismo della percezione temporale e, insieme, medita sui ritmi della contemporaneità dettati da profonde trasformazioni ambientali e sociali.

Alessandra Quattordio

www.maison-objet.com

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Alessandra Quattordio

Alessandra Quattordio

Alessandra Quattordio, storica dell’arte e giornalista indipendente, ha esordito a fine Anni Settanta come curatrice dei cataloghi d’arte e fotografia editi dalla Galleria del Levante a Milano. Dopo la laurea in Storia dell’arte all’Università Statale di Milano, inizia a collaborare…

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