Il 16 febbraio 1918 nasce a Milano un architetto e un designer che, dopo essersi laureato nella fase più accesa della Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, in oltre 40 anni di attività dà vita a 190 progetti di architettura, 290 progetti di industrial design e 484 allestimenti. Riguardo al giorno della sua laurea in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi su un progetto per un gruppo rionale fascista, spesso ricordava: “Stavano arrivando i bombardamenti e quindi in fretta e furia mi hanno anche laureato. Non ho preso la laurea per bravura, ma una laurea di guerra”. Una frase, questa, che racconta bene il celeberrimo umorismo di Achille Castiglioni, il grande maestro ironico e geniale che viene celebrato il 16 febbraio 2018, nel centenario della nascita, rendendo omaggio all’importanza della sua ricerca unica e instancabile sullo spazio (attraverso i progetti di allestimenti fieristici e di mostre) e le cose (con le sue innumerevoli, geniali invenzioni), mantenendo sempre come riferimento l’uomo.
Il padre Giannino è uno scultore milanese: sue sono la fontana di San Francesco in piazza Sant’Angelo, e la porta del Duomo nella parte che riguarda la vita di Sant’Ambrogio, mentre i fratelli maggiori Livio e Pier Giacomo hanno uno studio di architettura in Corso di Porta Nuova 52. Buzzati, osservandoli lavorare tutti e tre assieme, arriva a paragonarli “a un corpo con una testa sola”. Ed è proprio assieme a loro che Achille dà vita a un’attività di ricerca sulle forme, sulle tecniche e i nuovi materiali con la chiara intenzione di realizzare un processo di progettazione integrale. Negli anni 1952-1953 si occupa della ricostruzione postbellica del Palazzo della Permanente di Milano insieme al fratello Pier Giacomo. Dal 1945 al 1962 svolge l’attività progettuale unitamente al fratello Pier Giacomo presso lo studio di Corso di Porta Nuova 52; nel 1962 per demolizione dello stabile, lo studio viene trasferito in piazza Castello 27, dove continua la collaborazione con il fratello fino alla sua morte nel 1968. Dal 1968 al 2002, anno della morte di Achille, prosegue l’attività da solo, sempre nel medesimo studio.
IL DESIGN
Fra il 1947 e il 1957 l’attività di Castiglioni insieme ai fratelli si svolge principalmente nell’ambito del design espositivo, con interventi a Milano presso la Fiera e il Palazzo dell’Arte della Triennale. I progetti di allestimento realizzati, a cadenza annuale, per la Mostra nazionale della radio (e dal 1949 anche della televisione), per gli stand della RAI o per le società Montecatini e Agip-ENI devono rendere tangibile l’attività immateriale di forze innovatrici nell’Italia del dopoguerra, quali la chimica, l’energia, la comunicazione radiotelevisiva. Gli allestimenti realizzati in occasione delle mostre sul disegno industriale (1951, 1954, 1957) alla Triennale hanno invece come obiettivo la divulgazione della nascente cultura del design. Ma è nel 1956 che Achille Castiglioni mette un nuovo punto fisso alla propria carriera di designer, emancipando il suo rapporto con gli oggetti del quotidiano e diventando uno dei fondatori dell’ADI insieme ai suoi fratelli.
Nel frattempo, già nel 1955, la lampada Luminator (progetto Achille & Pier Giacomo Castiglioni) si è aggiudicata il primo Compasso d’Oro, premio che Achille Castiglioni conquisterà ben altre otto volte, le prime 5 insieme a Pier Giacomo Castiglioni: nel 1962 con la macchina da caffè Pitagora (progetto Achille & Pier Giacomo Castiglioni); nel 1964 con lo spillatore per birra Spinamatic (progetto Achille & Pier Giacomo Castiglioni); nel 1967 con la cuffia per traduzioni simultanee (progetto Achille & Pier Giacomo Castiglioni); nel 1979 con la lampada Parentesi e con il letto d’ospedale Omsa; nel 1984 con le posate Dry e infine, nel 1989, con la menzione speciale alla carriera per aver innalzato, attraverso la sua insostituibile esperienza, il design ai valori più alti della cultura. Ma non è questo il primo riconoscimento per un lungo percorso nel design, dato che 1986 è già diventato Membro d’Onore del Faculty of Royal Designers for Industry della Royal Society of Art di Londra, mentre nel 2001, fra le altre onorificenze, riceve la Laurea Honoris Causa in Disegno Industriale dal Politecnico di Milano.
Da non dimenticare, inoltre che, al MoMA di New York sono presenti quattordici fra i suoi lavori che concorrono a inaugurare, a ottobre 1997, la prima mostra personale dedicata a un designer italiano vivente negli USA. Altri, ancora, gli oggetti e gli arredi presenti al Victoria and Albert Museum di Londra, al Kunstgewerbe Museum di Zurigo, allo Staatliches Museum fur Angewandte Kunst di Monaco, al Museo del Design di Prato, all’Umeleckoprumyslove Museum di Praga, all’Israeli Museum di Gerusalemme, al Denver Art Museum, al Vitra Design Museum di Weil am Rhein e all’Agewandte Kunst Museum di Amburgo e di Colonia.
LA LEZIONE DI CASTIGLIONI
Ma che cosa ha imparato il design da Castiglioni? La sua vera lezione, il suo vero insegnamento risiede nelle modalità di collaborazione con aziende che producono oggetti su larga scala. Kartell realizza, nel 1959, quattro lampade disegnate da Achille insieme al fratello Pier Giacomo Castiglioni interpretando l’uso di nuove materie plastiche. Per Gavina Castiglioni progetta, nel 1960, la poltrona Sanluca, sempre insieme al fratello Pier Giacomo, elegante sintesi fra la tradizione Frau e l’estetica futurista di Boccioni, mentre per Flos, nata su iniziativa di Gavina e Cesare Cassina, disegna, tra il 1960 e il 1962, una serie di oggetti che trasformano, così come era successo per Brionvega e per Sella (1957, Zanotta A & PG Castiglioni), il processo di fruizione (tutti progetti firmati Achille & Pier Giacomo Castiglioni). Dall’amicizia con Duilio Gregorini e con Zanotta nasce nel 1987 una riedizione della serie di complementi d’arredo prodotti da Zanotta (Servi progetto originale A & PG Castiglioni, poi ampliato negli anni ‘80), con diversi accessori e funzioni.
Attraverso questi complementi umanoidi si osserva l’immediatezza di un artefice che fa aderire componente tecnologica e dimensione estetica, portando ogni oggetto a incarnarsi nella materia, a diventare primordiale, ma sempre e comunque beffardo, emotivo e mai perfettamente risolutore. Tra uffici e direttori creativi di Alessi, Ideal Standard, Driade, De Padova e Cassina, solo per citare alcune grandi aziende fondative del design italiano, Achille Castiglioni indica fino alla sua morte, avvenuta a 84 anni, la strada minima per arrivare al cuore del ready made e alla sua ingegnerizzazione seriale. “Se non siete curiosi, lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi”, ripeteva spesso ai suoi studenti, monito che, forse, in pochi hanno saputo convertire in uno spirito pragmatico e generatore, interpretato, per alcuni versanti, da una delle sue pupille, Patricia Urquiola, emancipato da un altro amorevole ribelle come Philippe Starck, poi riassorbito dai Formafantasma e infine aggiornato dai tedeschi Max Kuwertz e Yanik Balzer.
Sebbene siano molti i possibili delfini di Castiglioni, tra i quali, direttamente o indirettamente, Cavaglià, Bettinelli, Marras, Migliore e Servetto, il suo vero lascito dedicato alla cultura del progetto apre nel 2006, grazie all’accordo quinquennale firmato dagli eredi Castiglioni nel 2006 con la Triennale di Milano. Oggi, infatti, è possibile visitare lo Studio Museo Achille Castiglioni, che è aperto al pubblico e continua un articolato lavoro di archivio. Visto il successo di pubblico di questi anni, più di 40mila visitatori (dato del 2014), la famiglia Castiglioni ha voluto continuare a condividere con il pubblico, il luogo e le storie in esso custodite. Per questo motivo e per sviluppare i molti progetti in cui è coinvolto lo Studio Museo, il 14 dicembre 2011 è nata la Fondazione Achille Castiglioni. La Fondazione ha come scopo principale quello di catalogare, ordinare, archiviare, digitalizzare i progetti, i disegni, le foto, i modelli, i film, le conferenze, gli oggetti, i libri, le riviste, insomma tutto il mondo dentro il quale Achille ha lavorato.
LE INIZIATIVE
Molti gli appuntamenti in programma quest’anno per festeggiare il compleanno del grande maestro. Proprio nella sede di piazza Castello è organizzata dal 16 febbraio al 30 aprile la mostra dal titolo 100×100 Achille: componendo una sorta di omaggio collettivo: 100 designer – tra cui Naoto Fukasawa, Ron Gilad, Piero Lissoni, Giulio Iacchetti e Marcel Wanders ‒ sono stati invitati a festeggiare l’anniversario portando in regalo un oggetto anonimo, ancora una volta trovato e arrangiato, alla maniera di Achille. Ancora, dal 25 maggio al 21 dicembre 2018, Beppe Finessi curerà, sempre alla Fondazione Castiglioni, Dimensione Domestica, Atto III, Tokyo, dove sarà riproposto l’allestimento di una sala da pranzo realizzata da Achille Castiglioni nel 1984. Infine, dal 13 settembre 2018 al 13 gennaio 2019, la Triennale di Milano ospiterà una grande mostra critico-interpretativa con la curatela – non a caso ‒ di Patricia Urquiola.
‒ Ginevra Bria
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