Riscoprire Osvaldo Borsani: dall’apertura del gioiello Villa Borsani alla mostra in Triennale
Curata da Norman Foster e Tommaso Fantoni, l’antologica che la Triennale dedicherà all’architetto-imprenditore Osvaldo Borsani è anticipata dal progetto Villa Borsani: Casa Libera! Curato da Ambra Medda, permetterà di addentrarsi per la prima volta nella dimensione privata e preziosissima di Villa Borsani.
C’è sincero stupore nelle parole scelte da Ambra Medda per ripercorrere il suo percorso di avvicinamento alla brillante figura dell’architetto, designer e imprenditore Osvaldo Borsani e, in particolare, all’esperienza di attraversamento degli spazi della sua celeberrima villa a Varedo (Milano), prossima ad aprire le porte – per la prima volta – al pubblico internazionale. “Durante la mia prima visita a Villa Borsani” racconta ad Artribune la curatrice, “ricordo di essere rimasta colpita da come si sentiva ancora la casa, come se fosse sospesa nel tempo. Camminando tra le sue stanze, si coglie davvero che ogni dettaglio è stato considerato, in particolare in termini di materiali. Questa attenzione viene applicata a tutta la residenza, incluso il giardino. È chiaramente la casa di un architetto: pratica ed equilibrata, eppure sublime. Si ha davvero il senso di come, nel suo lavoro, Borsani non sia mai sceso a compromessi sulla qualità o sulla funzione.”
UNA SORPRENDENTE DEVIAZIONE FUORI MILANO
Grazie al progetto Villa Borsani: Casa Libera!, questi ambienti privati, abitati dagli eredi del progettista fino a dieci anni fa, stanno per svelare quanto il gusto per la “pura produzione creativa” abbia animato Borsani anche nel processo di realizzazione della propria dimora, terminata a metà degli Anni Quaranta. Fausto Melotti, Lucio Fontana, Adriano Spilimbergo, Guglielmo Ulrich e Agenore Fabbri sono tra le figure coinvolte dall’architetto: a loro si deve la realizzazione di alcuni dei pezzi unici che rendono questo luogo, semplicemente, privo di paragoni. Si tratta di opere capaci di offrire una tangibile testimonianza dello straordinario vigore, dovuto allo scambio di idee tra le menti eccelse, dell’arte, dell’architettura e del design, dell’Italia di metà Novecento. Ancora poco noto al grande pubblico, “Borsani era indiscutibilmente un uomo di incredibile visione e lucidità. – Prosegue Medda – Era una combinazione rara e sfaccettata: non solo con un talento creativo unico come architetto e designer, ma un imprenditore preveggente che era tanto operoso quanto in grado di spingersi fino al limite. Come è normale per le persone che sono in anticipo sui tempi, non è stato così facile da categorizzare o comprendere, e quindi nella storia del design il suo contributo sembra essere stato trascurato. Il suo approccio all’industrial design sembra condensare quanto fosse lungimirante: sforzandosi sempre di migliorare i pezzi per essere progettati con precisione ed ergonomicamente funzionali, ma senza perdere il fondamento dell’artigianalità artigianale e il valore estetico complessivo. In un senso più ampio, sento che egli incarna davvero l’energia nell’Italia del dopoguerra, quando il mondo sembrava così pieno di possibilità.”
VERSO LA RETROSPETTIVA ALLA TRIENNALE
Oltre al progetto Villa Borsani: Casa Libera!, nel quale Medda ha collaborato, tra gli altri, con la designer Harry Were, la floral stylist Sophie Wolanski e l’interior designer e stylist Katie Lockhart per rivitalizzare la dimora con sofisticate e misurate sollecitazioni multisensoriali, Borsani sarà omaggiato con una retrospettiva alla Triennale di Milano. Curata da Norman Foster e Tommaso Fantoni, nipote di Osvaldo, e al via il 16 maggio, la mostra ripercorrerà la sua carriera attraverso oltre 300 oggetti: dai pezzi unici alle icone industriali, fino ai materiali d’archivio. Proprio l’Archivio Borsani, infine, ha annunciato per il mese di aprile 2018 la pubblicazione della monografia Osvaldo Borsani Architetto, designer, imprenditore, scritta da Giampiero Bosoni ed edita da Skira. Al termine della Milano Design Week, Villa Borsani resterà aperta fino al 15 settembre solo su appuntamento.
-Valentina Silvestrini
http://www.osvaldoborsani.com/
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