Forme narrative. Triennale Design Museum a Milano

L’undicesima “veste” del museo de La Triennale è dedicata a un nuovo attraversamento della storia del design lungo centottanta icone, progetti realizzati dal 1902 al 1998. Nonostante la maggior parte degli oggetti esposti siano prodotti della quotidianità, vissuta o vivente, le storie che portano con sé li trasformano in tracce nascoste, in dialoghi potenziali, in migliaia di nuove storie.

La parete preliminare del Triennale Design Museum, il muro che delimita e include il primo museo del design italiano nell’ambito de La Triennale, è specchiata. Un’enorme lastra argentea che porta, sovrascritto in nero, il titolo dell’undicesima versione del Triennale Design Museum: storie. Il design italiano ricompone l’ordinamento della propria storia, attraversando miriadi di racconti che non pretendono né agiografie né narrativizzazioni forzate del prodotto, ma che rintracciano dialoghi e potenzialità, fra superfici, imbottiture, meccanismi e rivestimenti; così come in mezzo a libri e arredi, auto e moto, manifesti e invenzioni, strategie e ripensamenti. Per l’undicesima volta, la domanda sull’identità del design italiano non pretende di sistematizzare un genere, ma formula un’indicazione di metodo che ricostruisca processi e complessità della cultura del progetto, attraverso una pluralità di storie. Lasciata alle spalle la prima sala di storie (il percorso del museo si apre con una sezione, a cura di Chiara Alessi, dove è possibile sperimentare alcune modalità di vendita, acquisto, distribuzione, finanziamento, personalizzazione applicate a progetti di design degli ultimi anni), la doppia andatura del percorso lascia intravedere una mostra a due velocità, per l’appunto tra storia e storie.

TDM11 – Triennale Design Museum, Milano 2018. Photo © Gianluca Di Ioia

TDM11 – Triennale Design Museum, Milano 2018. Photo © Gianluca Di Ioia

CINQUE PERIODI

Il tempo, steso su una pedana nera leggermente rialzata, accompagna centottanta oggetti, a partire dai manifesti originali dell’Esposizione Internazionale in Sempione del 1906, così come una delle prime eliche, un Depero futurista e un paio di Superga bianche, organizzati cronologicamente in cinque periodi: 1902-1945, 1946-1963, 1964-1972, 1973-1983, 1984-1998. Il termine del 1998, come ultimo polo della selezione, intende porre alla ricerca, secondo i curatori, una distanza critica e temporale di venti anni esatti, a partire da oggi, evidenziando il grande cambiamento di parametri attualmente in corso nella contemporaneità, che necessita di uno sguardo differente, forse distaccato, rispetto alla Collezione Permanente del Triennale Design Museum. Parallelamente all’antologia di oggetti, icone e invenzioni, dispiegati l’uno accanto all’altro, a prescindere da funzione e appartenenza a categorie funzionali, sono stati pensati, come cinque antri tematici, cinque approfondimenti dedicati a: Politica, a cura di Vanni Pasca, Geografia ed Economia, entrambi a cura di Manolo de Giorgi, Tecnologia, a cura di Raimonda Riccini, Comunicazione, a cura di Maddalena Dalla Mura.

TDM11 – Triennale Design Museum, Milano 2018. Photo © Gianluca Di Ioia

TDM11 – Triennale Design Museum, Milano 2018. Photo © Gianluca Di Ioia

DALL’ANALOGICO ALL’ELETTRONICA

Nel tracciato semi-circolare che segue l’architettura dell’istituzione di Parco Sempione, due sezioni, a latere, sulla destra del percorso, risultano piuttosto coinvolgenti rispetto alla media e allestite come pianeti a immersione in nuovi territori della conoscenza: Immagini e immaginario: tra fotografia e riviste e Dal transistor alla Luna. Design e tecnologie. La prima analizza il passaggio tra analogia e digitalizzazione dell’immagine divulgativa dei prodotti di design, dagli Anni Cinquanta agli Anni Ottanta. Mentre la seconda enclave, quasi verso la fine del percorso, riporta la capacità di imprese e designer italiani di interpretare le innovazioni nel campo dell’elettronica e della sperimentazione sui materiali.

Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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