Stefano Boeri ci ripensa. La XI edizione del Triennale Design Museum non chiuderà in anticipo

Una lettera firmata da Alessandro Mendini insieme a 27 esponenti del sistema design italiano riporta a più miti consigli Presidente e Direttore dell’istituzione di viale Alemagna. Che ritirano la chiusura anticipata di “Storie”, l’undicesima – e ultima – edizione del “museo mutante”

Inaspettata, inusuale, “irrituale”. Era stata questa la reazione più o meno unanime al comunicato stampa che la Triennale di Milano aveva diffuso il 30 agosto, rendendo noto con linguaggio assai stringato che la XI edizione del Triennale Design Museum Storie – a cura di Vanni Pasca, Manolo de Giorgi, Raimonda Riccini, Maddalena della Mura e Chiara Alessi, sotto la direzione dell’allora Direttore del Triennale Design Museum Silvana Annicchiarico – si sarebbe chiusa con quattro mesi di anticipo rispetto alla sua scadenza naturale.
Perché far terminare così anticipatamente un’esposizione che, da oltre dieci, accompagna il suo pubblico per una durata di circa nove mesi? E perché, soprattutto, non informare preventivamente il vasto network di curatori, personalità e aziende che per quella mostra si erano impegnati e spesi? La necessità di rottamare quanto prima il passato (la squadra di Boeri in Triennale in questo senso si è mossa con una certa rapidità in questi mesi) e la scarsa condivsione della nuova dirigenza verso le caratteristiche della nuova edizione del Design Museum sono con ogni probabilità elementi che hanno spinto ad una soluzione volitiva.

Triennale Design Museum 2018 © La Triennale di Milano, photo Gianluca Di Ioia

Triennale Design Museum 2018 © La Triennale di Milano, photo Gianluca Di Ioia

LA LETTERA FIRMATA DA MENDINI

Dall’alto dell’autorevolezza che il suo ruolo di padre nobile del design italiano gli conferisce, Alessandro Mendini sintetizza però con una missiva – firmata insieme a 27 tra i più importanti designer milanesi e italiani – il disappunto che era circolato tra gli addetti ai lavori: “Non possiamo esimerci dal segnalare l’irritualità di tale prassi, che non tiene conto di tutte le regole usualmente seguite, a livello nazionale e internazionale, da tutte le istituzioni museali, ed espone quindi la nostra piccola comunità all’incomprensione del pubblico, del ‘sistema design’ e dei tanti colleghi stranieri che sempre ci osservano con attenzione.” Un sistema, per l’appunto, che aveva immediatamente messo il dito su due punti critici che una mossa così muscolare avrebbe portato con sé. Come la mettiamo infatti con gli sponsor e contratti in essere? “Immaginiamo che la Triennale di Milano sia a conoscenza del fatto che un’azione come questa comprometta le decine di contratti e accordi che ogni esposizione porta con sé”, continua Mendini. E come la mettiamo soprattutto con quel fair play che, a dispetto di opinioni e prese di posizione spesso sostenute e difese con ardore, ha generalmente caratterizzato il mondo del design italiano e il suo epicentro milanese? Chiosa infatti Mendini: “ma ciò che maggiormente stupisce di questa decisione sono la modalità con cui è stata comunicata (una mail spedita il 30 agosto, senza preavviso, a nessuna delle persone coinvolte) e la sua sostanza: la sostanziale chiusura di una così importante realtà, che costituisce di per sé un’azione che necessita di una significativa e credibile motivazione che, a tutt’oggi, non ci è dato conoscere.”

Triennale Design Museum 2018 © La Triennale di Milano, photo Gianluca Di Ioia

Triennale Design Museum 2018 © La Triennale di Milano, photo Gianluca Di Ioia

LA RISPOSTA DI STEFANO BOERI

La risposta del Presidente della Triennale Stefano Boeri non si fa attendere, privilegiando una linea di condotta che finisce per premiare la trasparenza e ricucire all’istante lo strappo. Chiarendo allo stesso tempo l’orizzonte progettuale a breve termine della Triennale in una maniera che forse mai, fino ad ora, era stata resa così esplicita: “Un’istituzione aperta al dibattito culturale come la Triennale di Milano deve sapere accettare le critiche, se trasparenti e fondate, e prenderne atto nel vivo delle sue azioni – anche se rendono più complesso il percorso di realizzare, nei prossimi mesi, un Museo permanente del Design italiano. Un percorso che l’apertura del 1° marzo 2019 della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano ci aveva suggerito di accelerare”, precisa Boeri.

VERSO UN MUSEO DEL DESIGN?

Il Museo del Design è cosa fatta, allora? Dopo tanto dibattito e ipotesi, parrebbe proprio di sì. A cambiare – dopo la conferma che Storienon verrà preventivamente chiusa, restando aperta fino alla sua scadenza naturale, il 20 gennaio 2019 – sarà solamente la tempistica: l’inaugurazione del Museo permanente, ci confermano dalla Triennale, avverrà tra la fine di gennaio e il marzo 2019. A quanto pare in tempo per celebrare l’avvio di questa nuova operazione culturale insieme all’inaugurazione della XXII Esposizione Internazionale (Broken Nature, a cura di Paola Antonelli). Una concomitanza che non può che sollevare grandi aspettative, e che, spazzate via le tensioni, si avvia ora ad essere accolta in un clima di ritrovata serenità. Tutto è bene…

– Giulia Zappa

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Giulia Zappa

Giulia Zappa

Laureata in comunicazione all’Università di Bologna con una tesi in semiotica su Droog Design, si specializza in multimedia content design e design management a Firenze e New York. Da oltre dieci anni lavora come design&communication strategist, occupandosi di progetti a…

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