Tintoretto sotto una nuova luce. L’illuminazione di iGuzzini nella Scuola Grande di San Rocco
Tintoretto ritrova la luce grazie alla nuova illuminazione di iGuzzini con il progetto dell’arch. Alberto Pasetti Bombardella. Ecco il progetto raccontato dagli attori della sua realizzazione
È stata inaugurata la nuova illuminazione della Sala Consolare della Scuola Grande di San Rocco. La Sala, che racchiude il ciclo pittorico del Tintoretto composta da trentatré dipinti dove sono rappresentate scene dell’Antico e Nuovo Testamento, vede nuovamente la luce con una progettazione illuminotecnica realizzata in occasione dei 500 anni dalla nascita del pittore veneto. La nuova illuminazione ha stupito Franco Posocco, Guardian Grando a San Rocco, “che dopo aver visto tante volte le opere del Tintoretto in tutti i modi possibili e immaginabili, con lo specchio e sdraiato a terra, ho guardato Preghiera nell’Orto, quello che noi tutti consideriamo il quadro in cui il pittore dipinge la notte, le tenebre. In questa epifania, in questa apparizione della luce, con i suoi programmi mutevoli, abbiamo scoperto al di sotto tutta la trama del disegno nero su nero, in cui racconta l’episodio assolutamente drammatico dell’arresto di Gesù. E ho capito che questa è una tecnologia finalizzata a un sentimento, a un pensiero, quello di scoprire la verità di questi quadri, quello che è il loro messaggio. Ho così compreso qualcosa di Tintoretto che ancora non avevo inteso”. Quello che è stato realizzato nella Sala Consolare “può essere un esempio”, afferma Alberto Bonisoli, Ministro dei Beni Culturali, “di come non fermandosi davanti all’ostacolo, davanti a quello che siamo abituati a fare e vedere, ma mettendoci competenza, esperienza, tecnologia e conoscenza si possa arrivare a qualcosa di nuovo che alza il livello di soddisfazione, come se distribuisse una quantità maggiore di felicità alle persone”.
IL PROGETTO
“L’obiettivo che è stato perseguito”, ci spiega l’ arch. Alberto Pasetti Bombardella, lighting designer e progettista della nuova illuminazione, “è di non dare preminenza a degli aspetti rispetto ad altri perché sapevamo benissimo che i grandi teleri di Tintoretto avrebbero avuto comunque già un risalto per l’effetto dimensionale e delle proporzioni, quindi sono state scelte delle scene luminose proprio con il fine di ridare autonomia di percezione a tutti gli ambienti pittorici, sia del soffitto che delle pareti, In questo modo possono essere contemplate separatamente quelle opere che normalmente non vengono viste perché un po’ confuse quasi a livello retinico, nella ricchezza e opulenza della sala”. Oltre al ciclo del Tintoretto la Sala Consolare ospita anche le opere di Marchiori e del Pianta, per cui il progetto di illuminotecnica prevede sei scene a uso della Scuola Grande di San Rocco che potranno essere scelte dalle guide e dagli storici quando vorranno raccontare i vari aspetti della Sala. “Ci sono così diverse possibilità per dare risalto ai vari elementi, ma sempre rispettando quella che è la composizione di insieme”, dichiara l’architetto, “per questo è una scena museale completa in cui tutto è rimesso in qualche modo in una posizione scelta, voluta, musealizzata”. È stata data attenzione anche agli aspetti cromatici tentando di riacquisire, con lo spettro e la qualità della luce, i blu e i rossi sbiaditi.
LA TECNOLOGIA
La società iGuzzini, presente nel mondo con progetti come l’Eurasia Tunnel di Istanbul o il Museo Nazionale della Cina a Pechino, è sponsor tecnico nella nuova illuminazione della Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco e di altri beni culturali. “In questo momento come azienda abbiamo a disposizione tutte le migliori tecnologie possibili”, afferma Andrea Sasso, Amministratore Delegato iGuzzini illuminazione, “nella prima applicazione di IoT al mondo nel settore dei beni culturali nella Cappella degli Scrovegni di Padova, abbiamo creato delle macchine illuminanti intelligenti che sono in grado di dare la migliore illuminazione in termini di intensità cromatica e di temperatura del colore sulla base dell’andamento della luce solare. C’è un sensore che legge il variare della luce naturale e lo trasforma in un algoritmo che da un input automatico alla lampada intelligente per avere la migliore resa nel corso dell’andamento della luce. Questi progetti per funzionare al meglio hanno bisogno di tempo, in questo caso per esempio i dati devono essere immagazzinati per circa un anno, dopo il quale l’algoritmo lavora a regime. Nella Royal Accademy of Arts di Londra abbiamo creato circa mille spot che vengono regolati da un’applicazione softwarep, e quindi è possibile con un smartphone poter cambiare i puntamenti luminosi senza un intervento fisico”. La ricerca è alla base dei progetti di illuminotecnica della iGuzzini, dove si studia come la luce determina l’umore delle persone, i colori e le forme della natura e delle opere d’arte. “Per noi illuminare l’arte significa accettare le sfide giorno per giorno per migliorare la nostra professionalità e avere la soddisfazione di essere un riferimento a livello internazionale sul piano culturale”, dichiara Adolfo Guzzini, Presidente di iGuzzini illuminazione, “la tecnologia consente oggi di ridare la reale percezione dell’opera, un’opportunità che non può essere trascurata. Se riuscissimo a ridare dignità con la luce al patrimonio che abbiamo all’interno delle chiese, ai musei, ma anche alle architetture romane o greche, che è la nostra ricchezza a cui però non diamo risalto, questo diventerebbe un elemento di attrazione internazionale per l’Italia”.
– Ilaria Bulgarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati