A UniversoAssisi anche la “Piazza dell’Architettura” di Open Design School. Le immagini
Ibrida, fluida e multifunzionale: la struttura temporanea sviluppata nel laboratorio di sperimentazione e innovazione interdisciplinare di Matera 2019 resterà allestita, fino a domenica 28 luglio, sotto le arcate della Basilica di Santa Chiara. Svelando nuove potenzialità aggregative di un luogo simbolo del centro storico di Assisi.
Anche un evento temporaneo può contribuire a rivelare le potenzialità – inespresse o mai completamente indagate – dello spazio pubblico. Provando a uscire da logiche rigide, si rendono possibili letture alternative dei luoghi e forme di riscrittura anche nei tessuti urbani apparentemente inviolabili. Si inserisce a pieno titolo in questo tipo di ricerche l’esperienza in corso nel centro storico di Assisi (Perugia), dove in occasione della terza edizione del festival UniversoAssisi la Open Design School di Matera 2019 ha progettato un’installazione multifunzionale, in larga parte in legno. Impiegata durante i talk e le installazioni del programma Fountains of Paradise, a cura di Martina Muzi, e per le attività educative e creative coordinate dalla start-up umbra Ideattivamente, l’installazione è il risultato della collaborazione tra UniversoAssisi e Matera 2019. Pur agendo in territori lontani e con modalità di intervento diverse, per scala, entità e durata, entrambi gli eventi stanno esaminando il tema dell’over tourism, a partire dalla creazione di format adatti ad accogliere tutti i tipi di pubblico, bambini inclusi, e dalla definizione di nuove strategie narrative dei contesti urbani. “Matera ha collaborazioni attive con tutte le città italiane che sono state candidate a Capitale europea della Cultura 2019”, racconta ad Artribune Rita Orlando, architetto e coordinatrice di Open Design School. “Quando siamo stati coinvolti in Universo Assisi, la richiesta era di realizzare un’installazione temporanea destinata alla piazza davanti alla Basilica di Santa Chiara. Nata come temporanea, la struttura che abbiamo progettato intende suggerire un uso diverso dello spazio pubblico, incoraggiando vari ragionamenti. È un’azione sì sperimentale, ma in un certo senso anche provocatoria e dirompente che dimostra come il volto e l’uso di questo luogo può cambiare”, prosegue.
L’INTERVENTO ARCHITETTONICO
L’analisi del contesto di inserimento ha rappresentato il primo step del percorso di composizione della struttura. “Prima di arrivare alla configurazione finale, abbiamo ragionato sulla natura del luogo, sul rapporto tra la fontana e via Borgo Aretino, tra gli altri aspetti. Il modulo è un triangolo, da intendersi come porzione di un ottagono, forma che a sua volta è la matrice della fontana della piazza. Inoltre abbiamo ragionato sull’attuale assenza di arredi e sulla presenza in questo luogo, in passato, di un giardino”. Dal carattere ibrido e multifunzionale, l’installazione si compone di una piccola arena – l’area talk -, di uno spazio per workshop, con tavoli e sedute, e di un playground per i bambini, “senza però che nulla abbia un carattere tanto preciso da non poter essere mischiato, reinterpretato e, soprattutto, riutilizzato anche in un secondo momento”, precisa Orlando. Quasi monomaterica, l’installazione fa propria l’attenzione verso la sostenibilità, tema guida di Universo Assisi per il 2019. “Abbiamo scelto di impiegare materiali naturali o che potranno essere recuperati. È un approccio che cerchiamo di adottare in tutti i progetti di Open Design School. Al legno, che è prevalente, abbiamo aggiunto un velluto stampato, che possiede una peculiare identità materica e una propria consistenza, anch’esso riutilizzabile”, racconta ancora Orlando. Se l’installazione non dovesse restare ad Assisi, al termine del festival, “potrebbe essere rimontata nel grande giardino di Open Design School, uno spazio verde a sua volta al centro di un processo di rigenerazione con la partecipazione della comunità residente, coinvolta anche in laboratori di autocostruzione”.
IL FUTURO DI OPEN DESIGN SCHOOL
Strumento imprescindibile per l’attuazione del programma culturale di Matera 2019, Open Design School potrebbe avere un futuro al termine dell’appuntamento che vede protagonista la città, come abbiamo cercato di capire in occasione dell’inaugurazione dell’installazione ad Assisi. “Stiamo ragionando sul destino di ODS. È un organismo che potrebbe avere diverse vite. – Precisa Orlando – Ad esempio, sul fronte educational anche in maniera informale, ovvero scambiando competenze alla pari; si potrebbe lavorare nel settore della manifattura, impiegando il nostro laboratorio sul modello Fab– Lab per fare ricerca e sviluppo prodotto; si potrebbe operare in termini di scambio con università e pubbliche amministrazioni, magari proprio nel campo della rigenerazione urbana. E poi c’è un altro grande tema: la ripetibilità del modello ODS oltre il contesto materano. Al momento siamo in contatto con diverse realtà e si stanno definendo alcuni possibili scenari”.
-Valentina Silvestrini
https://ods.matera-basilicata2019.it/
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