Fattobene al MoMA di New York. Un pop-up store per le mini icone made in Italy
Un progetto di ricognizione culturale, che è archivio, e-commerce, spazio di ricerca, vendita e collezione. Fattobene celebra creatività e ingegno italiani, conquistando anche il design store del MoMA. Oggetti irresistibili da acquistare, con pochi euro e molta nostalgia.
Quello che gli oggetti raccontano di noi. Vita quotidiana, relazioni, professioni, stili, gusti, desideri, passatempi, vizi, vezzi e romanticherie. Quello che siamo, quello che facciamo, quello che ci incarna e ci seduce, nell’immensa costellazione di cose comuni diventate brand, spot, parole costanti, icone tascabili. L’Italia si descrive anche così, mettendo in fila prodotti commerciali, che nel giro di due o tre secoli hanno definito identità, carattere e abitudini di una comunità. Essendo spesso riconoscibili nel mondo. E proprio oltreconfine questo bastimento pop – da passare in rassegna con una dose d’affettuosa nostalgia – continua a farsi conoscere, a raccontare.
ITALIANI DA GENERAZIONI
La piattaforma Fattobene – con l’ottimo playoff Italian Everyday Archetypes – nasce nel 2005 da un’idea di Anna Lagorio, giornalista, e Alex Carnevali, fotografo, con un bel sito e un buon progetto grafico disegnati dallo studio AV. Si tratta di un archivio in progress di “oggetti italiani che esistono da generazioni”: un lavoro di ricerca, un’ossessione da collezionisti e studiosi navigati, un catalogo che accende i ricordi e accarezza i cuori, fra intelligenza ed emozione. Per trovare questi oggetti, raccontano gli ideatori nel loro statement ufficiale, “abbiamo viaggiato da nord a sud alla ricerca di archetipi della tradizione che il tempo non ha scalfito e che oggi fanno parte del nostro immaginario collettivo. Il risultato è una collezione in continuo divenire, composta da saponi art déco e tessuti popolari, caraffe da osteria o bevande dai nomi antichi, come il rosolio o il ratafià. Ogni oggetto ci ha colpito per motivi diversi: una grafica o un design unici, una storia curiosa o la sua semplicità apparente (qui, anche una candela può diventare un’opera d’arte)”.
Perché metterli insieme? “Molti di loro sono impossibili da reperire fuori dalla regione d’origine: per questo, abbiamo deciso di creare un luogo dove i lettori possano scoprirne le storie”. Storie di abilità creativa e di comunicazione sexy, baciate dalla fortuna. Costruendo un magazzino dell’identità minima, sotto al marchio “italiano”.
SAPORI DI CASA. FINO AL MOMA DI NYC
L’archivio è nato anche come e-commerce, un negozio virtuale in cui acquistare una moltitudine di oggetti della memoria: ci sono i marchi storici, dall’amarenaFabbri allo sciroppo Carlo Erba con estratto di tamarindo, dalla colla Coccoina al dentifricio Martelli, dai quaderni fatti a mano Tassotti al macinapepe a torre lanciato nel 1894 da Tre Spade; e ci sono certi prototipi anonimi, rubati alla consuetudine e griffati Fattobene Collection, come il mattarello in legno per le tagliatelle, il classico strofinaccio da cucina a righe, l’antica raviolatrice o il portauovo in acciaio inox.
Ora, accanto allo shop online, arriva un prestigioso pop-up store pensato per il MoMA di New York. La design boutique del museo di Soho ospita 150 articoli, selezionati appositamente, disponibili anche sul sito. Tutto temporaneo: solo due mesi, fino al prossimo 29 settembre. Prezzi accessibili e una gamma ampissima di cose curiose, per un viaggio tra ricordi, tenerezze, flashback domestici, riscoprendo l’eleganza, la semplicità, la cura dei packaging e la qualità dei prodotti, il gioco del vintage, l’imperativo del lifestyle e il sapore di un rito popolare. Ed è subito “effetto addicted”: collezionare per necessità, per compulsione, per non dimenticare e per scoprire piccole tessere di una grande storia d’ingegno nazionale. E di quotidianità minuta, familiare.
UNA STORIA COLLETTIVA
Assaporare una liquirizia Martelli, pescandola dalle tipiche scatoline in alluminio color pastello, sarà allora come addentare la celebre ‘madeleine’ della Recherche di Proust; e così ritrovare il profumo di cedro nella bottiglietta gialla Tassoni o sciogliere in bocca le pastiglie Leone, in una delle infinite varietà di gusti e confezioni. E poi le carte da gioco siciliane, le piastrelle in ceramica di Giò Ponti, la sdraio Spaghetti di fettuccine plastificate, compagna di mille campeggi e giornate al mare, il pennello da barba Acca Kappa, la spillatrice Zenith o il grembiule da cucina in cotone. L’esercito di oggetti silenziosi continua a scrivere milioni di storie: come eravamo, come saremo. Mentre l’anonimo quotidiano diventa cultura, avanguardia, tradizione.
– Helga Marsala
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