Come ti customizzo l’albergo. L’esperimento dell’ACE Hotel di Londra a Shoreditch
Durante il London Design Festival e durante la fiera Frieze, un esercizio di customizzazione ha visto una serie di creativi alle prese con gli arredi dell’ACE Hotel di Shoreditch. Brocche, posate, divisori per ambienti si rinnovano con un occhio alla sostenibilità
C’è una zona di Londra che per gli affezionati è pane quotidiano, ma per chi ancora non la conosce è semplicemente imperdibile: Shoreditch. Ciò che la rende un concentrato di cultura Brit è il suo spirito cangiante. Di giorno vivace, piena di negozi vintage e popolata da designer di tutte le declinazioni, di notte travolgente. Un luogo in cui perdere tempo per trovare ispirazione.
L’ACE Hotel nasce nel 2013 nel cuore di questo quartiere su progetto dell’Universal Design Studio che identifica una linea estetica minimale, molto attenta alla scelta di materiali che riflettano l’heritage industriale estremamente caratterizzante dell’East London, ed al contempo ricca di dettagli e di rimandi alla musica e all’arte. “Il progetto rispecchia, sia all’interno che all’esterno, l’eredità della maestria locale, sigillando la connessione tra il contesto storico e i materiali tipici di Shoreditch”, spiega Jason Holley, direttore di Universal Design Studio. Le stanze sono pensate come dei mini appartamenti in cui si sono stratificati arredi ed oggetti tipici della zona, anche integrabili on demand secondo il gusto del cliente, mentre il piano terra ed il rooftop integrano spazi per eventi e performance con un’atmosfera più raccolta: tavoli comuni e piccoli salotti si alternano a disegnare un hub aperto a tutti.
L’AZIONE DURANTE LA LONDON DESIGN WEEK
Non è un caso che durante la London Design Week, da non molto conclusasi, e durante l’appena svoltasi Frieze Art Fair, l’ACE partecipi al parterre di eventi diffusi per la città con un’esposizione che unisce la sperimentazione sul tema dell’accoglienza, bandiera dell’hotel, e la riflessione sulla customizzazione sostenibile del prodotto. I designer chiamati a partecipare hanno lavorato su tre elementi dell’hospitaliy design: Fabien Cappello, francese di origine con studio a Città del Messico, ha scelto di lavorare sulle brocche e le posate usate nel bar e ristorante al piano terra, combinando oro e forme fortemente legate alla tradizione per creare degli oggetti estremamente contemporanei e quotidiani allo stesso tempo.
Delicatissima è la soluzione portata dalla coppia Israeliano-Giapponese BCXSY Studio, unione armonica dell’essenzialità olandese con la spazialità giapponese, per i divisori per ambienti che si integrano perfettamente con lo stile del rooftop. Nello stesso spazio ha lavorato anche lo studio pluripremiato Raw Edges proponendo dei tappeti kilim che coniugano la tecnica tradizionale di tessitura con la purezza delle serialità pluricromatica che contraddistingue le loro decorazioni. Performer e giovane provocatore, il francese Diego Faivre ha trasformato un piccolo oggetto come il fermaporta in un’esplosione pop e per avvicinare ancor di più gli avventori dell’hotel alla sua idea di progetto ha accolto chiunque entrasse all’ACE durante la LDF nel suo pop-up Minute Manufacture Factory in cui personalizzava oggetti di uso comune “in un minuto, per un pound”. Una selezione attenta e coerente con la linea fondante dell’ACE tanto quanto con la convinzione che il design quotidiano non debba prescindere dalle esigenze del suo fruitore, dalle radici che lo hanno influenzato, e dall’oramai imprescindibile sostenibilità (che non nega spazio alla leggerezza ed all’ironia, come nelle migliori lezioni di Calvino).
IL FUTURO DEGLI OGGETTI CREATI
Il “custom exercise” portato avanti dai designer non rimarrà comunque un semplice esercizio di stile. Al contrario, gli artefatti realizzati verranno usati su base quotidiana. I fermaporta customizzati da Favre saranno inoltre in vendita sul sito dell’hotel a partire dal primo novembre. “Shoreditch si è rivelato il luogo ideale per riunire un gruppo di designer dal talento riconosciuto in tutto il mondo e vederli alle prese con la creazione di oggetti al tempo stesso funzionali e idiosincratici”, spiega Kelly Sawdon, partner e chief brand officer dell’ACE. “Adesso non vediamo l’ora di condividere i loro lavori e vederli usati nella vita di tutti i giorni”.
– Flavia Chiavaroli
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