Un primo sguardo al nuovo Museo del Design dell’ADI, a Porta Volta, all’interno di un edificio che nel Novecento è stato un deposito dei tram e poi una centrale elettrica, e che sta finendo di essere ristrutturato su progetto di Migliore+Servetto Architects e Italo Lupi, si potrà dare ad aprile, alla vigilia della Design Week milanese. La storica Associazione del Disegno Industriale ha infatti deciso di anticipare la cerimonia di consegna del XXVI Compasso d’Oro al 18 aprile e di ospitarla nella nuova sede, 2400 metri quadri che aspettano soltanto le ultime rifiniture. Per scoprire l’allestimento del Museo – che nelle intenzioni del Presidente Luciano Galimberti sarà un vero e proprio congegno narrativo, dato che, come ha spiegato durante la conferenza stampa sull’avanzamento dei lavori che si è tenuta ieri alla presenza del Sindaco Sala, “per mostrare veramente un patrimonio come quello che abbiamo non basta mettere gli oggetti su un piedistallo e farli vedere” -, dovremo invece aspettare l’estate. Il primo biglietto dovrebbe, sempre secondo Galimberti, essere staccato a giugno 2020. Contestualmente alla visita del cantiere con la stampa e le autorità, è stato presentato il nuovo logo, sempre disegnato da Italo Lupi con Ico Migliore e Mara Servetto. Aldo Premoli ce lo racconta in un focus tematico.
MUSEO DEL DESIGN A MILANO. IL LOGO DI ITALO LUPI
Non saprei dire se davvero è bello. Di certo ha una densità fuori dal comune: fa riferimento a oltre 60 anni di storia del design italiano. È il logo presentato da Italo Lupi lo scorso 3 febbraio nella sede (ancora non conclusa) del Museo del Design di Milano. Non si tratta di una semplice contrazione tipografica del nome per esteso, ma di un’immagine complessa (anche efficace?) creata per rappresentare un museo che affiancato alla Triennale certamente farà bene a Milano e alla nostra industria del design ovunque essa sia. Lo hanno disegnato gli studi Migliore+Servetto Architects e Italo Lupi senza dimenticare la storia precedente del logo ADI (Associazione per il Design Industriale). Quest’ultima si era affidata nel 1956 al disegno di Bob Noorda che utilizzò il carattere tipografico Helvetica Medium, adattato per una migliore leggibilità, e il suo derivato Helvetica Bold per la ragione sociale.
IL LOGO DEL DESIGN MUSEUM. TRA STORIA E INNOVAZIONE
Come punto di partenza, i due studi milanesi hanno fatto rifermento alla sezione dedicata all’Industrial design della X Triennale (1954), allestita da Achille e Pier Giacomo Castiglioni in collaborazione con Roberto Menghi. Un allestimento che vide la partecipazione di altri padri fondatori del design italiano del dopoguerra come Nizzoli, Rosselli e Morello. Secondo Lupi, “un momento altissimo nella storia del design mondiale”. Michele Provinciali in quell’occasione traccia un disegno (questo senza tema di smentita magnifico) che viene ora ripreso come supporto a un compasso e alla sigla DM realizzata in Deco black, messo qui in combinazione con l’Helvetica bold di Noorda. Ancora Lupi spiega: “DM e basta… per semplificare. Soprattutto per farsi rintracciare sui device da chi, straniero in visita a Milano, difficilmente riuscirebbe a digitare e poi raggiungere con successo qualcosa come ADI Design Museum”.
IL COMPASSO D’ORO
Anche il Compasso che fa riferimento al premio assegnato ogni anno dall’ADI non è più quello disegnato (sempre nel 1954) dal grafico Albe Steiner. Ma una mimesis della “A” iniziale di ADI. Il complesso di questo logo per finire è stato previsto in due declinazioni, tutto compresso all’interno della sagoma che fu di Provinciali: altrimenti con i due caratteri portati esternamente con il solo compasso inserito nel “bollo” nero. Probabilmente il nuovo museo non sarà ancora del tutto completato ma il 18 aprile, alla vigilia della Milano Design Week 2020, l’ADI ha deciso comunque di consegnare il XXVI Compasso d’Oro nei nuovi spazi di via Ceresa 7.
– Aldo Premoli
www.miglioreservetto.com
www.italolupistudio.com
www.adi-design.org
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