Il team EGO.M ha realizzato l’ultimo progetto di Achille Castiglioni

Una penna. L’ultimo progetto di Achille Castiglioni è stato realizzato con stampa 3D da un gruppo di giovani creativi. Tutta la storia

L’ultimo progetto dell’icona del design italiano Achille Castiglioni è stato realizzato dal Team EGO.M. Ad affiancarli nell’analisi e realizzazione è stato Gianfranco Cavaglià. Una conversazione su come è nato e cosa è il progetto Cento3e su chi sono questi giovani mossi dalla una passione di studio, analisi, creazione e sviluppo alla ricerca di progetti stimolanti che riguardano il design.

Cosa vuol dire per voi avere analizzato, interpretato e realizzato l’ultimo progetto di Achille Castiglioni?
Ancora oggi, dopo oltre un anno dal primo contatto con Fondazione Achille Castiglioni e diversi mesi dalla presentazione della collezione Cento3, è il mondo esterno a dimostrarci quotidianamente il valore e l’importanza del progetto, noi dobbiamo tuttora visualizzarne la grandezza e metabolizzarne gli esiti. Ci tremano le gambe nel ricordare la responsabilità di questo progetto e l’importanza del portarlo a termine come conclusione del percorso creativo di Achille Castiglioni, dandogli quindi una circolare linearità attraverso un design attuale e aperto a nuovi stimoli ed esperienze. La sfida ora consiste nel mantenere sempre viva Cento3 e, con naturalezza, proseguire in progettazioni parallele con la curiosità che ci contraddistingue e l’orgoglio dell’avere un punto di partenza così distintivo.

Cosa rappresentava per voi prima Achille Castiglioni?
È sufficiente pensare al nome Achille Castiglioni per associare emozioni, visualizzare oggetti e provare sommessa stima. Se poi pronunciamo lo stesso nome ad alta voce scopriamo che tutto questo è condiviso dai più. Achille Castiglioni rappresentava quello che di norma rappresenta per tutti: un’icona preziosa del design italiano che, con sagacia e umiltà, ha saputo raggiungere e conquistare le case del mondo. Attraverso il progetto Cento3 però siamo riusciti a conoscerlo a tutto tondo, spingendoci ben oltre la conoscenza manualistica: lo abbiamo studiato, analizzato dettagliatamente nel suo fare design, apprezzato nella filosofia e nella sua semplice ironia.

Durante la lavorazione siete stati affiancati e guidati da Gianfranco Cavaglià in persona. Che rapporto, confronto si è creato con lui?
Collaborare con Gianfranco Cavaglià è stato, e continua ad essere, un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze, un confronto generazionale fra due epoche ben distinte al lavoro su un progetto comune che si propone di unirle. Sono state quindi naturali e umane, durante la lunga fase di sviluppo dei prodotti, alcune divergenze nel pensiero e nei punti di vista, sempre però risolte con costruttiva mediazione e l’affidarsi di una parte alle argomentazioni dell’altra. Un equilibrio quindi intelligente e rispettoso delle posizioni di tutti, un bilanciamento fra scrupolosa progettualità e decisioni innovative, che è riuscito a dare vita al set di scrittura Cento3.

Una penna che non rotola sul tavolo, prima di tutto è funzionale, ed è realizzata con la stampa 3D. Mi descrivete questo oggetto di design?
Per noi il design è racconto e un qualsiasi oggetto, di design o meno, non può in alcun modo prescindere dalla sua storia progettuale. Con questa consapevolezza va affrontata la collezione di strumenti da scrittura Cento3: un racconto di tentativi, incontri, emozioni prima che un set di penne in grafene a firma Castiglioni-Cavaglià.Tutto inizia nel 2001 quando Achille Castiglioni assieme all’amico e collaboratore Gianfranco Cavaglià riflettono sul tema dell’impugnatura e progettano una forma trilobata ad archi: mai vista ma particolarmente ergonomica.

Cosa accade poi?
Nascono così questi strumenti da scrittura, l’ultimo progetto in assoluto di Achille, i cui disegni verranno poi ritrovati dietro il grande specchio angolare del suo studio, dal 2012 sede della Fondazione che porta il suo nome. Nel tempo sono stati fatti alcuni approcci sperimentali per la realizzazione di questi oggetti, ma nessuno è stato capace di interpretare e poi sviluppare il prodotto e soprattutto il pensiero progettuale dei due Maestri. Il progetto è rimasto così nel cassetto e latente per due decenni. Nel 2020 infatti, Carlo e Giovanna, figli del designer e rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Achille Castiglioni, entrano in contatto con noi, con la realtà EGO.M: giovane azienda di Bologna con uno storico famigliare nei mondi dell’architettura e del design. È nata così la collezione Cento3: matitone multifunzione, penna stilografica pocket e micromina. Strumenti questi caratterizzati dalla particolare forma trilobata, realizzati in grafene -il materiale più sottile al mondo- tramite stampa tridimensionale FDM (Fused Deposition Modeling) che, partendo da uno spazio vuoto, deposita il materiale solo dove è necessario, strato per strato, fino alla realizzazione del pezzo completo, senza alcun spreco di materia.

Più in generale e per conoscervi meglio… Quali sono i valori alla base di EGO.M e come sta continuando il vostro lavoro di ricerca in questo periodo storico?
Alla base del Team EGO.M ci sono concetti chiave definiti e dichiarati che segnano e sottendono le nostre scelte e direzioni quotidiane: la cultura come insieme di esperienze dalle quali costruire, il talento come potenzialità espletata e distinguibile, l’audacia come piacere di sfidare e osare, la personalità come essenza invisibile ma riconoscibile, l’eleganza come scelta raffinata e accorta, la cura come attenzione nello sviluppo dei rapporti umani, l’innovazione come capacità di creare reti creative e il design come dualismo fra forma e funzione, innovazione e audacia, necessità e bellezza per creare ciò di cui si sente la mancanza. La passione comune per studiare, analizzare, creare e sviluppare, abbinata alla condivisione dei concetti appena citati ci ha spinti nella ricerca di progetti stimolanti che rispecchiassero noi e il nostro design.

Come?
La risposta progettuale, decisa e speranzosa, alla storica immobilità imposta dal periodo di pandemia è stata /tra· spa· rèn· za/, la nostra prima collezione di oggetti da tavola, che parla il linguaggio della convivialità e della condivisione. La ricerca è proseguita poi anche per il progetto Cento3, che verrà presto ampliato da nuove funzionalità e caratteristiche uniche in nome di un design vivo, dinamico e instancabile. Le nostre azioni però vogliono anche sempre perseguire un dialogo di costruttiva condivisione con la nostra talentuosa generazione, al fine di realizzare una rete creativa ampia e inclusiva, e si propongono inoltre di guidare un avvicinamento esplorativo della nostra azienda a mondi esterni alla sua comfort zone ampliando le modalità espressive e ricercando il design al di fuori dei confini conosciuti, come testimonia la nostra recente partecipazione al Montecarlo Film Festival.

– Margherita Bordino

https://www.egoundesign.com/ 

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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