Nuova sede a Milano per Alcova. Il design indipendente riattiva spazi storici abbandonati
Si svolgerà dal 4 al 12 settembre 2021, in occasione del Supersalone, in tre edifici storici situati vicino alla fermata della fermata metro Inganni: ecco come sarà la terza edizione di Alcova, qui raccontata dai suoi fondatori
Dopo aver riportato in vita per due anni – nel 2018 e 2019 – gli spazi dell’ex fabbrica di panettoni Cova a NoLo – il nuovo quartiere creativo a Nord di Piazzale Loreto – la piattaforma per il design indipendente Alcova torna a Milano in occasione del Supersalone, con un evento che si terrà dal 4 al 12 settembre 2021. Questa volta si svolge in una nuova sede, situata a pochi passi dalla stazione della metro Inganni: tre sorprendenti edifici storici immersi in un grande parco urbano, per un totale di circa 3500 mq di spazi interni ed esterni, accoglieranno oltre 50 espositori tra designer indipendenti, brand innovativi, gallerie, istituzioni culturali e aziende. Un concentrato di idee e di temi che – oltre a confluire in particolari soluzioni allestitive – trova la sua forza nella diversità e nella capacità di aprire dialoghi inediti e interdisciplinari, caratteristica fondante del progetto sin dalla sua prima edizione. Ce ne hanno parlato gli ideatori Joseph Grima, cofondatore dello studio Space Caviar e direttore creativo della Design Academy di Eindhoven, e Valentina Ciuffi di Studio Vedèt. Ecco l’intervista.
Da quali esigenze nasce Alcova? Quali mancanze del panorama contemporaneo va a sopperire?
Alcova nasce nel 2018 a Milano, nell’ambito del Fuori Salone, come un nuovo format itinerante che, edizione dopo edizione, permette ai visitatori di scoprire location mai utilizzate prima come spazi espositivi. Questi spazi sorprendenti e inaspettati si misurano in modo unico con gli oggetti in mostra e creano un’esperienza inedita per il pubblico. Alcova è – oltre a una piattaforma che raccoglie interessanti progetti di sperimentazione in diversi campi – un veicolo di riscoperta della città, dei suoi luoghi segreti riletti da installazioni provenienti da tutto il mondo.
Cosa significa per voi mettere in comunicazione mondi diversi, come arte, design, cibo, architettura?
La multidisciplinarietà è – o dovrebbe essere – nella natura delle cose. Alcova è una piattaforma per il design contemporaneo e non potrebbe prescindere da un’interazione tra le diverse discipline che è intrinseca alla cultura contemporanea. Oltre alle discipline ci piace mischiare i pubblici, avere espositori che appartengono a diverse categorie commerciali, creare match tra realtà complementari. L’uniformità non ci ha mai attratto e molto spontaneamente Alcova cresce sfaccettata ed eclettica.
Quali sono le esperienze avute nelle precedenti edizioni?
Le precedenti due edizioni hanno preso corpo in due spazi industriali in disuso di cui la città non aveva mai fatto esperienza. L’entusiasmo per i “contenitori”, ma anche per i contenuti dalla mostra, è stato fin dall’inizio sopra le aspettative. Quello che si mostra ad Alcova è il risultato naturale di una serie di contatti che fanno parte della nostra rete nel campo del design, non ci sono open call e la mostra si costruisce attorno ai temi che ci interessano, sperimentazione, tecnologia, innovazione, ecologia, nuovi materiali, nuovi modelli sociali e commerciali.
Spiegateci un po’ meglio.
Alcova non è un progetto curato, ogni anno ospita più di 50 espositori che portano le loro storie, anche molto diverse tra loro, a confrontarsi con gli spazi e il pubblico della più importante manifestazione di design al mondo. Ognuno ha la sua forza e insieme dipingono un quadro abbastanza fedele di quello che sta accadendo nel mondo del design.
Siete stati soddisfatti finora dalla risposta del pubblico?
Alcova è molto giovane, ma in poco tempo sorprendentemente nota e riconoscibile: sì siamo soddisfatti. Quello che ci piace è che le persone sembrano voler rimanere più a lungo all’interno degli spazi in cui si tiene la manifestazione: nelle scorse edizioni era un luogo in cui incontrarsi, tornare a rivedere i progetti con calma, a dispetto dell’incredibile quantità di eventi che il Fuori Salone offre – soprattutto in un’edizione normale di aprile.
Su quale location è ricaduta la scelta di quest’anno?
La location è un ex-complesso militare immerso in un parco rigogliosissimo, quasi inimmaginabile nel tessuto urbano milanese. Alcova allestirà tre edifici con più di 50 espositori.
Quali sono le caratteristiche che vi hanno maggiormente “conquistato”?
La forza della vegetazione che circonda le costruzioni e si riappropria in parte di questi stabili – di fine Ottocento o dei primi del Novecento – è decisamente un’immagine che ci ha da subito conquistati. Il tempo della città qui si sente in un modo diverso, l’architettura si stratifica di patine diverse e si intreccia ai percorsi naturali: le atmosfere tarkovskiane ci hanno sempre un po’ attratto. Diciamo che il mood del luogo va in quella direzione, ma con un’aurea più serena e fiabesca.
Proviamo ad anticipare qualche novità della nuova edizione?
Questa edizione – inutile dirlo – sarà una sorpresa per tutti. Avviene in un periodo dell’anno diverso, dopo due edizioni del Salone del Mobile saltate, dopo quasi due anni decisamente inediti per tutto il mondo, sotto tutti gli aspetti e in tutti i settori. Per Alcova cambia la location, che per sua natura è particolarmente adatta a ospitare un evento in tempi di pandemia: con un grande parco si presta a garantire un’interazione serena all’interno della mostra e con molte installazioni anche in esterno. Rispetto agli altri anni resta la molteplicità e la diversità degli espositori e l’entusiasmo, forse ancora maggiore, perché per la prima volta dopo tanto tempo la comunità internazionale del design si rincontrerà dal vivo a Milano.
– Giulia Ronchi
Alcova 2021
Via Simone Saint Bon 1
INGANNI M1, Milano
dal 4 al 12 settembre
https://alcova.xyz/
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