Calzature sostenibili: 4 brand che stanno cambiando il mondo
Numerosi brand oramai sposano la visione e la missione della sostenibilità, attraverso soluzioni innovative, prodotti riciclati e green. Oggi vi raccontiamo le storie e i prodotti di 4 aziende calzaturiere italiane e straniere
Scarpe all’ultima moda, ma soprattutto sostenibili. Sono sempre di più le aziende calzaturiere in Italia e all’estero che investono nella ricerca e propongono soluzioni innovative, prodotti riciclati e green. Perché il futuro si costruisce un passo dopo l’altro. Ecco le esperienze di RE49, nat-2™, ID.EIGHT e WAO.
– Valeria Oppenheimer
RE49
Quella di RE49 è una storia di famiglia, un’idea nata in un laboratorio che da quattro generazioni produce calzature grazie al prezioso lavoro di artigiani esperti. “Era il 1949 quando mio bisnonno, Valentino Masolini, riciclava tessuti e divise militari per farne delle scarpe. Da buon friulano era un uomo concreto, laborioso e tenace: in pochi anni Gonars, il suo piccolo paese della bassa friulana, diventò un vero distretto calzaturiero”, racconta Nicola Masolini, socio fondatore del brand insieme ad Alberto Ciani. Oggi l’azienda non tratta più la pelle, ma produce le scarpe con materiali riciclati, recuperati e non di origine animale: “abbiamo compreso che solo tornando alle nostre origini potevamo fare la differenza”. Re49 punta dunque sulla moda circolare, recuperando materiali destinati alla discarica e dando loro nuova vita. Vele dismesse delle imbarcazioni, jeans usati, tele di vecchi ombrelloni e sdraio, pneumatici (per le suole), tessuti e materiali di scarto si trasformano, attraverso una produzione 100% carbon neutral, in calzature innovative e tracciabili grazie alla tecnologia blockchain: all’interno di ogni modello c’è un microchip che indica il percorso produttivo delle materie prime utilizzate. “Crediamo che ogni materiale gettato via possa in qualche modo rinascere e anche noi tutti dobbiamo ripartire da zero e credere nella possibilità di fare qualcosa di concreto per un mondo migliore. Lo dobbiamo alle generazioni future”.
nat-2™
Tra i primi marchi di calzature sostenibili al mondo, il brand tedesco nat-2™ è stato fondato a Monaco nel 2007 da Sebastian Thies, appartenente alla sesta generazione di una famiglia che dal 1856 produce footwear. Le scarpe, che coniugano la sostenibilità a un’innovativa estetica luxury e unisex, nascono dall’idea che i prodotti debbano essere innanzitutto attraenti per il pubblico finale e che questo aspetto, spesso sottovalutato in passato dalle prime aziende “green”, sia invece fondamentale per creare consapevolezza a livello globale. Bello, sostenibile e ben fatto insomma, senza compromessi. I materiali che vengono utilizzati per le scarpe, soprattutto sneakers, sono i più disparati e inaspettati: legno certificato, pietra, fieno, gomma naturale, pelli conciate al vegetale, erba nonché tessuti derivanti da mais, fondi di caffè, fagioli, latte, bottiglie in PET, vetro, tappi per vino, avanzi di pelle, eco-cotone e ananas. La produzione avviene in gran parte in laboratori artigianali in Italia. Anche il packaging è sostenibile, le scatole sono in cartone riciclato, i cartellini in legno certificato. Inoltre i prodotti si prestano a diversi utilizzi; ad esempio alcuni modelli hanno “pezzi di ricambio” da sostituire in caso di usura e gli imballaggi possono essere riutilizzati come borse da viaggio. Le scarpe vengono progettate con l’intento di farle durare il più a lungo possibile, dunque viene privilegiata un’estetica timeless e i materiali naturali vengono accostati ad altri super high tech e particolarmente resistenti. Selezionate da retailer del calibro di Next Nature Network, Rinascente, Rossana Orlandi e Galeries Lafayette, le collezioni di nat-2™ hanno collezionato premi e riconoscimenti e sono state esposte da numerosi musei in tutto il mondo.
ID.EIGHT
Le nostre azioni quotidiane possono cambiare il mondo? Si, secondo lo stilista sud-coreano Dong Seon Lee e la product manager italiana Giuliana Borzillo, fondatori del brand di sneakers sostenibili ID.EIGHT. Il marchio è nato nel 2019 e propone calzature unisex e cruelty free. L’intento è quello di evitare il più possibile lo spreco di risorse, tema oggi più attuale che mai. La produzione, rigorosamente Made in Italy, si avvale del know – how della manifattura locale in un’ottica di circolarità e coinvolge uno storico calzaturificio familiare nelle Marche. La necessità di trovare un’alternativa all’uso della pelle, ha portato all’individuazione di materiali innovativi provenienti dagli scarti del ciclo produttivo dell’industria alimentare come bucce di mela, raspi e bucce di uva e foglie di ananas, che vengono valorizzati grazie a un mix di contrasti sagomati sulla tomaia e abbinati a tessuti tecnici in poliestere riciclato ma anche cotone biologico. L’estetica è genderless e richiama gli anni ’90 nelle forme e nei colori. Anche il packaging, realizzato in carta riciclata, è virtuoso; ogni scatola contiene una “bomba di semi” da piantare in vaso o lanciare in giardino per attrarre le api e contribuire così alla creazione di una biodiversità più favorevole alla vita di questi preziosi insetti. Attraverso i suoi canali social ID.EIGHT divulga temi legati alla sostenibilità e segnala spesso iniziative in campo ambientale, un motivo in più per tenerlo d’occhio.
WAO
Made in Italy, animal free e sostenibili, le sneakers WAO sono riciclabili al 97%. Un risultato straordinario ottenuto grazie al lavoro di ricerca di un team capitanato da Luigi Pucci e Michele Stignani, rispettivamente C.E.O. e Project Manager del brand. L’obiettivo è quello di utilizzare la moda, linguaggio universale per eccellenza, come veicolo di consapevolezza e di educazione ambientale. Per farlo, WAO produce calzature sostenibili, ma soprattutto pensa da subito al loro smaltimento. I materiali utilizzati per le scarpe (che arrivano da fornitori italiani, garantendo una filiera corta e responsabile) sono riciclabili a fine vita; tra questi il lattice biodegradabile, la gomma Go!Zero, il nylon rigenerato Econyl e il cotone biologico. L’azienda si occupa direttamente e gratuitamente del ritiro delle sneakers usurate e le smaltisce senza costi aggiuntivi per il consumatore. Ecco allora che fodera, lacci, soletto e canapa diventano terriccio, l’Econyl viene riciclato, mentre la suola viene messa in uno speciale compost per essere degradata e riutilizzata come materiale organico. Un impegno per l’ambiente che speriamo possa essere seguito da tante altre aziende.
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