ALCOVA
Tra i format più apprezzati lo scorso anno, Alcovanelle, stanze abbandonate dell’ex Ospedale Militare di Baggio è diventato un nuovo classico. E cresce, inglobando un altro grande edificio adiacente ai tre che nel 2021 avevano ospitato i lavori di designer indipendenti, gallerie e aziende. È stata la bizzarra forma a “E” di questo nuovo spazio a suggerire un nome adatto ai curatori, Joseph Grima e Valentina Ciuffi:E-space. I temi sono molto vari e spaziano dai nuovi materiali – Common Sands di Fornace Brionicon Studio Plastiquee Snøhetta, per esempio, è una collezione di piastrelle realizzate con il vetro recuperato dalle filiere di smaltimento degli elettrodomestici – alla percezione degli oggetti e al loro ruolo nello spazio – al centro di DOMESTICITY-AT-LARGE, la proposta delle studio greco Objects of Common Interest – senza dimenticare le emergenze ambientali e sociali. Ci sarà anche una selezione di progetti editoriali curata dalla piattaforma I Never Read, che ad Art Basel raccoglie attorno a sé designer e artisti interessati al libro come medium.
CERTOSA
Margriet Vollenberg, con il suo Ventura Projects, è stata tra le prime curatrici a portare il design di ricerca in zone di Milano allora considerate remote come Lambrate. Quest’anno cerca di ripetere quella fortunata traiettoria con un nuovo progetto, Certosa Initiative, portato avanti in collaborazione con lo studio di architettura olandese Beyond Space. In uno spazio di archeologia industriale di oltre 10mila metri quadri in via Barnaba Oriani trovano spazio le opere di designer emergenti e i pro-dotti di brand già affermati, per lo più nordeuropei (ma non solo). Cesare Griffa, architetto e designer, realizza pezzi unici e pic-cole serie usando materie prime orga-niche come le alghe. The Algal Mass è una sorta di tempio informale in cui un “sacerdote” celebra strani rituali circondato da arredi trattati con una speciale tintura a base di microorganismi marini e pozioni.
BRERA
Progettare il presente, sceglie-re il futuroè il concept curato-riale dell’edizione 2022 della Brera Design Week, che ospita oltre 160 eventi. In molti casi, l’aspetto del presente su cui intervenire per poter immaginare un futuro degno di questo nome è il rapporto tra uomo e natura, da ricucire senza indugi. Il Circolo Filologico Milanese ospita una parte del percorso di Design Variations e la sua facciata è stata affidata alle cure dell’illustratrice Olimpia Zagnoli, che l’ha reinterpretata con una monumentale opera site-specific. Il designer Giulio Iacchetti ha coinvolto una serie di artisti in una performance di decorazione incentrata su un marker che sicura-mente è rimasto nel cuore di chiunque sia cresciuto negli Anni Ottanta e Novanta, l’UniPosca. Si svolge in via Ciovasso 6 e i visitatori sono chiamati a partecipare.
ISOLA
L’Isola Design District riunisce oltre 250 progettisti e studi in-ternazionali sotto il manifesto programmatico Together As One, un in-vito a ritrovarsi dal vivo dopo la pandemia ma anche alla collaborazione e all’ibridazione tra pratiche proget-tuali diverse. Come di consueto, il distretto produce una serie di mostre: oltre a No Space for Waste alla Stecca3, The New Paradigma, con sei designer impegnati in performance dal vivo, Materialized, basata sui materiali innovativi e ospitata allo Spazio Gamma, Isola Design Gallery, con una selezione di pezzi unici e creazioni artigianali, e Rising Talents, dedicata a studenti, neolaureati e giovani professionisti. In Piazza Città di Lombardia, un’installazione sensoriale ispi-rata alla casa giapponese progettata dallo studio Finemateria, che negli ultimi due o tre anni ci ha mostrato una serie di usi creativi del poliureta-no, funge da palcoscenico per i lavori di 16 designer internazionali e ci invi-ta a rallentare il ritmo.
TRA CORSO MONFORTE E PORTA VENEZIA
In quest’area a forte densità di showroom di design segnaliamo in particolare l’installazione A Life Extraordinary di Moooi al Salone dei Tessuti in via San Gregorio – che tra le altre cose vede l’artista e 3D designer Andrés Reisinger presentare la sua prima collezione di oggetti non “nativi digitali” ma pensati in primisper il mondo fisico –, l’altra metà di Design Variations negli interni rococò di Palazzo Visconti e il progetto di ricerca Tomorrow Living al centro culturale MEET, in viale Vittorio Veneto.
5VIE
Il distretto nel cuore della vecchia Milano sceglie come tema l’utopia, non-luogo a cui tendere per costruire un futuro condiviso al di là di ogni frontiera e nazionalismo, e co-me totem il collettivo radicale Archizoom Associati. Il programma di Prototyping Utopias / Design in Transition comprende una serie di mostre a cura di 5VIE e tantissime collaborazioni con designer, aziende e istituzioni. Tornano Masterly – The Dutch in Milano a Palazzo Turati e HoperAperta con La Superficie Assoluta, questa volta in due sedi, allo Spazio Banner e all’Hotel Ariston in largo Carrobbio. Due proposte interessanti riguardano il cibo e la tavola: la designer Astrid Luglio mette in scena un banchetto botanico con una sua collezione inedita di prodotti e le materie prime biologiche dello store Erbert, mentre la storica maison orafa Buccellati sbarca per la prima volta alla design week con un progetto basato sul Galateo che coinvolge designer famosi come Dimorestudio e Patricia Urquiola. Ai margini del distretto, la Galleria Rossana Orlandi presenta The Danish House, un concentrato del design e della filosofia abitativa danese.
TORTONA
Via Tortona e le vie limitrofe so-no da sempre una delle zone “calde” del Fuorisalone, dove trovare sia le installazioni dei grandi brand che progetti dallo slancio più speri-mentale. La convivenza di maxie di micro, di corporatee di confidenziale, che ha contribuito a costruire il fasci-no del distretto, sembra rinnovarsi anche quest’anno. A pochi isolati di distanza da Superstudio Più e BASE, la settima edizione di Tortona Rockssi concentra sulla materia e sulle sue potenzialità di trasformazione e riuso. !Milano Space Makerspropone l’iniziativa Waste/Less in collaborazione con AMSA: il circuito espo-sitivo di Tortona Rocks diventa ogget-to di un progetto pilota innovativo che prevede la raccolta e l’upcyclingdegli scarti degli allestimenti.
A SUD DELLA FONDAZIONE PRADA
Le tante energie in movimento nell’area compresa tra il futuro villaggio olimpico e il Corvetto hanno attirato aziende affermate in fuga dal-le atmosfere patinate del centro e brand più giovani, dando vita a una sorta di distretto informale del de-sign. Flos, per esempio, ha scelto gli spazi della Fabbrica Orobia per fe-steggiare il suo 60esimo compleanno con una grande esposizione, See The Stars Again, che raccoglie tutto l’uni-verso della sua produzione. Allo Spa-zio Ordet, in via Adige 17, Bloc Stu-diospresenta una collaborazione con lo studio NM3: una collezione di arre-di che integra marmi rari all’interno di moduli metallici di ispirazione ra-zionalista. Un po’ più a nord, in via Lattuada 14, l’ostello di nuova genera-zione YellowSquare accoglie in nuovi letti a baldacchino contemporanei della storica fucina Lispi.
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