Cresce l’attenzione della Capitale sul design, e a dimostrarlo sono gli originali progetti che sono nati recentemente nelle strade del suo centro storico, come ad esempio Spazio Giallo Interiors e la nuova sede della galleria Giustini/Stagetti. A scegliere Roma come nuova vetrina è anche Swing Design Gallery, galleria beneventana fondata da Angela da Silva nel 2011, specializzata in design contemporaneo da collezione. Una ricerca che “promuove il lavoro di designer internazionali emergenti, esplorando i confini tra artigianato e tecnologia, arte e design, contaminazione e sperimentazione, con una fascinazione verso linguaggi narrativi e concettuali”, spiegano gli organizzatori, “con l’obiettivo di sperimentare nuove forme di estetica contemporanea e di investigare tradizionali metodi di produzione, la galleria commissiona pezzi di design unici e in edizione limitata”. La sperimentazione prosegue questa volta con Swing Unique, un nuovo format espositivo partito a luglio (ma senza evento di inaugurazione, che sarà organizzato con tutta probabilità il prossimo settembre) nella vetrina di Via della Penna 59.
SWING UNIQUE: VETRINA DEL DESIGN A ROMA
Swing Unique consiste in un display piccolo e ricercato, una vetrina che cambia pelle ogni mese attraverso l’esposizione di una mostra personale dedicata ogni volta a un designer diverso. Niente spazio interno a cui accedere quindi, e i lavori si possono vedere solo dalla strada, “ma ci si può avvicinare a un millimetro da essi, per la presenza del vetro”, racconta ad Artribune Angela da Silva, specificando che, proprio per la sua modalità espositiva, le mostre sono visibili di giorno e di notte. Il QR code e i contatti segnalati sulla vetrina, infine, permettono ai potenziali acquirenti di accedere al sito della galleria e di entrare in contatto con il suo staff.
ALISSA VOLCHKOVA DA SWING UNIQUE
Ad aprire la programmazione è Volcanos di Alissa Volchkova, designer e artista franco-russa che lavora tra Parigi e Londra. Dopo diversi anni di esperienza nell’ambito dell’architettura, ha trasformato la scala dei suoi progetti e si è immersa nella creazione di oggetti, dando vita a un lavoro che esplora i vari processi di produzione in modo poetico, rivelando la loro unicità e sviluppando il potenziale dei materiali circostanti spingendo i loro limiti. “Sto rivisitando i metodi di produzione industriali e ripetitivi, per creare paradossalmente oggetti irregolari e imprevedibili”, ha affermato. “In effetti, queste serie di vasi sono composte da due parti: la prima – la base – viene soffiata in uno stampo. La seconda è invece la continuità dello stampo: un eccesso di vetro formato in modo casuale e che di solito viene rimosso (tagliato) nella soffiatura del vetro, considerato un difetto. Conservo e approfitto di questo ‘difetto’ giocandoci, esagerandolo, per creare una variante di vasi che non sarà mai identica”.
-Giulia Ronchi
https://www.swingdesigngallery.it/
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