Su un’isoletta greca una residenza per artisti progettata dai designer
Sull’isola portata alla ribalta dal film “Mediterraneo”, l’ex residenza di un commerciante di spugne ha trovato nuova vita grazie a un progetto di interior design. E si appresta a ospitare 4Rooms, un programma di residenze per artisti
“Ci stavano mandando in missione a Megisti: un’isola sperduta dell’Egeo, la più piccola, la più lontana”. È l’incipit di Mediterraneo, il film di Gabriele Salvatores che nel 1991 ha contribuito a inscrivere il lembo di terra più orientale della Grecia nella geografia pop degli italiani e l’anno seguente ha ricevuto l’Oscar per il miglior film internazionale. Oggi, Kastellorizo (detta anche Megisti, appunto, che con ironia antifrastica significa “la più grande” in greco) è una bomboniera di casette colorate, ristrutturate in stile tradizionale e disposte a ferro di cavallo attorno al porto.
LA RESIDENZA PER ARTISTI A KASTELLORIZO
Ora la minuscola isola è anche la sede di una residenza per artisti sui generis, ricavata all’interno di quella che un tempo era l’abitazione, con annesso magazzino, di una famiglia di commercianti di spugne. Il progetto 4Rooms è l’iniziativa più recente della collezionista d’arte contemporanea Silvia Fiorucci e della sua Società delle Api, l’associazione non profit creata insieme al curatore Cristiano Raimondi con l’obiettivo di favorire la ricerca artistica e la contaminazione tra discipline diverse, e il secondo capitolo di una storia cominciata in Provenza nel 2018. Sulla scia delle 5Rooms, le cinque camere da letto realizzate a Grasse quattro anni fa in collaborazione con la Villa Noailles, il rifacimento delle quattro stanze della palazzina dalla porta rossa di Kastellorizo è stato affidato ad altrettanti progettisti o collettivi internazionali da tenere d’occhio nel prossimo futuro: Studio Brinyar & Veronika, Phanos Kyriacou, Julie Richoz e UND.Studio. A selezionarli, invitandoli a farsi ispirare dal luogo e a raccontarlo nei loro personali linguaggi espressivi, è stata una commissione formata dai vertici della Società delle Api e da tre esperti di design: il designer cipriota Michael Anastassiades, il direttore dell’ECAL di Losanna Alexis Georgacopoulos e l’autrice e curatrice Annalisa Rosso. “Abbiamo proposto tre studi per ognuna delle quattro camere, e poi abbiamo discusso insieme per trovare quelli più adatti”, racconta Annalisa Rosso. “Li abbiamo lasciati liberi di sviluppare il loro concept, assorbendo la realtà unica dell’isola ‒ il suo contesto storico, sociale, geografico ‒ e restituendola a modo loro. Hanno sperimentato con oggetti, materiali e riletture originali dell’esistente, hanno coinvolto realtà locali e hanno inventato soluzioni. Tutti si sono messi a dura prova”.
MATERIALI DI RECUPERO E RIMANDI MEDITERRANEI A KASTELLORIZO
La sostenibilità e il riciclo, date anche le difficoltà di approvvigionamento su un’isola che guarda la costa turca e dista da Rodi due ore e mezzo in aliscafo e quasi il doppio in traghetto, sono presto diventati il leitmotiv dell’operazione. Così, Antoine Grulier e Thomas Dufour dello studio francese Superpoly si sono lasciati ispirare da uno degli elementi più visibili a Kastellorizo, le reti dei pescatori, e l’hanno utilizzato per dare vita a una serie di coloratissimi arredi, realizzati su misura per gli spazi comuni della sala e della cucina: lampadari, sedie, tavolini, sgabelli, divani. Il motivo della rete viene ripreso anche dal pavimento, attraversato da onde irregolari che si intersecano tra loro, e dal tappeto. Il duo di designer basato a Hyères, che rappresenta una sorta di ponte tra i due progetti, avendo già firmato una delle cinque stanze dell’ex lavanderia settecentesca di Grasse, si è poi divertito a disseminare nei due ambienti una serie di rimandi al mondo marinaro e al passato della casa. A fare da contrappeso al lampadario più grande troviamo infatti un’autentica ancora in pietra, trovata sull’isola, mentre la libreria ha una forma che ricorda quella degli scaffali usati dai negozianti locali per esporre le spugne in vendita.
QUATTRO DESIGNER PER QUATTRO CAMERE DA LETTO
Al livello superiore, lo Studio Brynjar & Veronika (50% tedesco e 50% islandese) ha scelto di approfondire un altro aspetto dell’isola ‒ la consistenza particolare del tempo, che qui sembra passare più lentamente rispetto al continente ‒ e ha creato una stanza dall’atmosfera onirica. Tutta giocata sul contrasto tra l’arancio-terracotta e il blu profondo, ospita alcuni “tesori” nascosti dalla valenza antropologica: un cristallo dall’Islanda, per esempio, dovrebbe aiutare gli ospiti a trovare la strada dell’ispirazione. “I Vichinghi usavano questo tipo di cristalli come strumento di navigazione, perché riflettono la luce con molta precisione e permettono di orientarsi anche con cieli nuvolosi”, spiega Brynjar Sigurðarson, una delle due anime dello studio di stanza a Berlino. Phanos Kyriacou, il cui percorso si snoda tra arte e design, con creazioni spesso in bilico tra la scultura e l’oggetto funzionale, ha lavorato su una serie di archetipi ‒ il letto a baldacchino tipico delle isole del Mediterraneo orientale, la lampada, l’armadio ‒, attingendo dalle memorie della sua infanzia (e affidandosi, per la produzione, esclusivamente ad artigiani ciprioti come lui).
Al secondo piano, la designer svizzero-francese Julie Richoz si è concentrata sui costumi popolari di Megisti e sui meravigliosi tessuti locali, usati per costruire arredi dall’aspetto etereo e totalmente customizzabili da chi occuperà lo spazio. “Ho scelto di utilizzare il più possibile oggetti e materiali trovati in loco perché far arrivare le cose via nave dal continente o dalle isole vicine può essere complicato”, spiega la designer. “La lampada, per esempio, ha come base una bottiglia di vino”. Anche qui si moltiplicano i riferimenti alle peculiarità del luogo: i dadi disposti su un tavolino basso strizzano l’occhio a uno degli abitanti più curiosi di Kastellorizo, il matematico Pantazis Houlis, che ha abbandonato una carriera accademica di successo in Australia per vivere in questo angolo remoto dell’Egeo dove ha fondato il Museo dei Puzzle e degli Enigmi. UND.Studio, infine, è una factory berlinese formata da otto designer, architetti, ebanisti e artisti impegnati per la prima volta tutti insieme su uno stesso progetto. La loro stanza risponde al nome di Chimere ed è un inno al colore e al fuori scala, con un letto soppalcato che oscilla a ogni movimento dell’ospite e un bagno di ispirazione sottomarina.
Giulia Marani
https://lasocietadelleapi.mc/en/
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