Il meglio del Madrid Design Festival 2023

La settimana del design madrilena proseguirà fino a Pasqua con un'intensa programmazione di eventi, opening, installazioni, talk e studio visit. La manifestazione vuole essere un momento di riconoscimento del ruolo dei designer e ha scelto un titolo emblematico: rediseñar el mundo

Chi può davvero cambiare il mondo se non il design? Parte da questo interrogativo la sesta edizione del Madrid Design Festival, ideato e creato da La Fábrica con la direzione di Alvaro Matías e in scena fino al 9 aprile 2023 in moltissimi luoghi della città. Come sottolineato dagli organizzatori, il design dovrebbe essere capace di dare risposte alle incertezze e alle complessità che la società sta affrontando oggi: emergenza climatica, esaurimento delle risorse naturali, efficienza energetica, sovraconsumo, abitabilità e mobilità nei grandi nuclei urbani, spopolamento rurale, perdita dei tradizionali mestieri artigiani e movimenti demografici.
I progetti selezionati per il MDF2023 riflettono questo atteggiamento e presentano il lavoro di un gran numero di creativi le cui idee stanno dando un contributo decisivo allo sviluppo di nuovi paradigmi.
Questa edizione del festival approfondisce il design madrileno cercando di scoprire nuovi frammenti della sua eredità storica e ospitando azioni trasversali che puntano sia a sostenere l’emergente comunità locale, sia a costruire ponti internazionali con altre città in cui il design è protagonista. La kermesse si articola in un programma trimestrale di speech, mostre e installazioni dalla forte componente esperienziale, con proposte ambiziose che inseriscono il design nel calendario culturale della città, presentando nuovi format e spazi che favoriscono incontri tra designer, aziende e pubblico per consolidare un modello in cui talento, creatività ed economia sono il fondamento di sviluppo. Concorsi, premi e quattro workshop professionali con importanti designer spagnoli e internazionali completano il programma di un’edizione rivolta sia ai più giovani che ai designer più esperti o innovativi.
Il Festival OFF crea un percorso allargato intorno agli spazi con più personalità di Madrid che integrano il design nella loro identità: gallerie, showroom, atelier, studi di architettura e interior, ristoranti e corner pop-up chiamati a proporre mostre, installazioni, performance, workshop, tavole rotonde attorno a diverse discipline progettuali, tra le quali l’architettura, l’arredamento, il graphic design, l’illuminazione, la ceramica, la gioielleria, il food design. Come da Gancedo, con Textiles and Non-Textiles, ricerca che mostra l’aggiornamento delle tradizionali tecniche di lavorazione tessile e del valore espressivo e simbolico che ha oggi questo materiale attraverso le opere di Irene Infantes, Sixe Parades, Francesca Piñol, Mariona Cañadas e Pedro Murúa. O da Gandia Blasco, dove è esposto il progetto Unraveling Merino, documentario che riassume il lavoro del Centro culturale Ras de Terra con l’obiettivo di attirare l’attenzione e gli investimenti per rilanciare questa comunità artigiana che si stringe intorno alla lavorazione della lana merino spagnola.
Ampio anche quest’anno il coinvolgimento delle scuole di design come lo IED, scuola ufficiale del festival, che presenta diverse iniziative tra le quali il programma di talk Designers, the Key ‒ Protagonisti delle Nuove Scene in cui professionisti di spicco dibattono la scena attuale nel mondo del design guidati da Giuseppina Lara, direttrice della sede di Madrid. Nella torretta ILE – Institución Libre de Enseñanza, quest’anno headquarter ufficiale della manifestazione – trovano spazio le proposte di altri due importanti centri di formazione al design in Spagna: l’Università di Navarra, con la mostra We Design, e la Francisco de Vitoria University, che presenta lo spettacolo EMERGE, con i migliori progetti di fine corso degli studenti del corso di laurea in design.
Siamo stati invitati a visitare il festival spagnolo. Queste le nostre considerazioni sulle cose migliori viste, fatte, visitate. Ma il programma, fino ad aprile, è ricco.

Giulia Mura

https://www.lafabrica.com/madriddesignfestival/

ACDO

Il festival è una dichiarazione di intenti che porta il design in ogni angolo della città, incluso il quartiere di Carabanchel che, grazie alla gentrificazione e alla vicina, mastodontica opera di landscape e infrastrutture del Rio Manzanares (frutto di un concorso internazionale del 2005 per la creazione di un nuovo parco lineare, ponti, spazi pubblici, piste ciclabili e un’autostrada M30 interrata), ha riconnesso il quartiere con la città rendendolo oggi polo di interesse per i creativi. Lo hanno capito in tempi non sospetti i designer di AcDo, b-corp di product design guidata da Álvaro Catalán de Ocón e impegnata nella creazione di oggetti che raccontano storie (avete presente le PET Lamp? O i tappeti Plastic Rovers?). Il loro studio ha il fascino di un piccolo building che incarna lo spirito di questa trasformazione, un’ex fabbrica di falegnameria nel cuore di Carabanchel, quattro livelli su ognuno dei quali avvengono cose: agli spazi di lavoro si associano spazi per eventi, piccole mostre, magazzini, laboratori, atelier che ospitano altri artisti e designer, una terrazza panoramica e una cucina open space. Visitabile su richiesta.

PET Lamp © Studio Catalan de Ocon

Álvaro Catalán de Ocón, PET Lamp © Studio Catalan de Ocon

LA MOSTRA SEVILLA. OMBRA ILLUMINATA ‒ FERNÁN GÓMEZ CENTRO CULTURAL DE LA VILLA

Questa mostra, curata da Macarena Navarro-Reverter e con un progetto espositivo dello Studio Noju, offre una panoramica del design sivigliano, dalle proposte più tradizionali all’avanguardia cittadina. È un viaggio attraverso l’eccellenza e la maestria dei suoi artigiani, che oggi sopravvivono e condividono il lavoro con nuovi designer. Mestieri e tecniche tradizionali si uniscono a nuove interpretazioni e collaborazioni inaspettate, attraverso la selezione di oltre 100 pezzi di 25 artisti che catturano questa fusione tra passato e presente, per esempio Las Ánimas, Javier Menacho, Iloema, Todomuta, La Cartuja de Siviglia e Yukiko Kitahara. La mostra invita a riscoprire la città da una prospettiva contemporanea e punta a valorizzarne il patrimonio, materiale e immateriale, rendendolo visibile. “Volevamo rendere omaggio a una nuova Siviglia che cerca di aprirsi al mondo e condividere il suo talento, quello delle sue botteghe artigiane e tradizionali che sono sopravvissute”, racconta la curatrice. “Questa mostra è un dialogo, un percorso che racchiude mestieri e design, religione e festa, riti e miti uniti dalla cultura e dal folklore [..]. Arti, ricami, intagli, lampadari e oreficeria sono solo alcune delle attività tradizionali di Siviglia che possiamo riscoprire”.

https://www.teatrofernangomez.es/

Sevilla. Sombra Iluminada

Sevilla. Sombra Iluminada, veduta della mostra

POTTERY-MANIA‒ FERNÁN GÓMEZ CENTRO CULTURAL DE LA VILLA

Questa edizione del festival ha prestato grande attenzione al mondo della ceramica, in particolare con due mostre, molto diverse tra loro. La prima, visitabile fino al 9 aprile e curata da Pedro Feduchi e Pedro Raula, si concentra su un periodo fondamentale nella cultura moderna di Madrid a metà del Novecento, quando giovani artisti iniziarono a sperimentare con la ceramica e il design nel tentativo di abbattere i confini disciplinari imposti durante i secoli di accademismo. La bottega del vasaio divenne uno degli spazi dove lo spirito della modernità che la Spagna aveva perso dopo la guerra poteva rinascere. Molti gli artisti coinvolti: Sánchez, Canivet, Blasco, Feduchi, Carvajal e Muñoz affiancato da artisti e architetti di spicco come Antonio Fernández Alba, Miguel Fisac, Javier Feduchi, Luis Feito, José María de Labra, Manuel Suárez Molezún, Carmen Perujo, May Cavestany ed Elena Colmeiro e Antonio Salvador Orodea, tra gli altri.
La seconda invece, organizzata nell’ambito del programma OFF da Interior Design Magazine, in collaborazione con QUAM Arquitectura, è stata della durata di soli quattro giorni, come la vita dei fiori recisi che i vasi esposti contengono. Mujeres que no son florero, a cura di Adriana Cabello e Inma Bermúdez e presentata per la prima volta nel contesto di Valencia World Design Capital 2022, deve il suo titolo all’espressione spagnola “Mujerflorero” che significa “Donna trofeo”. La mostra rende visibile il rapporto tra design e ceramica attraverso il lavoro di 14 creative, sottolineando il ruolo di primo piano svolto dalle donne. Alle 10 designer, artiste e maker di origine valenciana della mostra originale – Inma Bermúdez, Aleksandra Zeromska, Ana Milena (Masquespacio), Inma Carpena, Adriana Cabello, Sandra Mar, Ana Illueca, Raquel Vidal (CANOA-lab) e Patricia Soriano e Celia Collado (CUIT) – si sono unite quattro creatrici che lavorano a Madrid: Marre Moerel, Isabel San Martín (PLAART), Sonia Pue- che (Epoca Ceramic) e Julieta Álvarez.

https://www.teatrofernangomez.es/

Inma Carpena © Beatriz Tafaner

Mujeres que no son florero, Inma Carpena © Beatriz Tafaner

NATURAL CONNECTIONS ‒ MATADERO MADRID

A partire dall’obiettivo di connettere le persone in modo naturale creando un unico punto focale nello spazio pubblico, il progetto, promosso da AHEC ‒ American Hardwood Export Council, include tre pezzi indipendenti progettati da Inma Bermúdez/Moritz Krefter, Jorge Penedés e Álvaro Catalán de Ocón, designer e mentori per il progetto, sempre di AHEC, Slow Spain, che dà visibilità ai lavori di 17 studenti delle scuole di design di tutta la Spagna.  Ogni designer ha scelto tra i legni duri quercia rossa, ciliegio e acero, creando un contrappunto naturale e sostenibile all’architettura industriale di Matadero Madrid.
Inma Bermúdez e Moritz Krefter si sono ispirati alla forma del passato per progettare una famiglia di cinque panchine in legno intagliato, disposte nella lobby per incoraggiare i visitatori a sedersi e connettersi in modo più libero e rilassato. Jorge Penadés ha potuto indagare nuove applicazioni per il legno e portarlo al limite della sua versatilità: l’involucro è un’opera innovativa caratterizzata da elementi modulari che permettono differenti combinazioni. Infine, Álvaro Catalán de Ocón ha creato una grande NUVOLA utilizzando quercia rossa, ciliegio e acero, creando un elemento etereo e leggero.

https://www.mataderomadrid.org/

Nube by Alvaro Catalán de Ocón, Photo by Uxio da Vila

Nube by Alvaro Catalán de Ocón, Photo by Uxio da Vila

PABLO PALAZUELO ‒ MUSEO ICO

Organizzata dalla Fondazione ICO in collaborazione con la Pablo Palazuelo Foundation, questa mostra riunisce per la prima volta le 12 opere e i 12 progetti più rappresentativi per illustrare l’approccio delle indagini geometriche e architettoniche di Pablo Palazuelo (Madrid, 1916-2007), ritenuto tra i principali rappresentanti dell’astrazione geometrica del XX secolo. Oltre 150 opere totali, su carta e tela, modelli in scala, sculture, pubblicazioni e proiezioni video, organizzate dai curatori Gonzalo Sotelo Calvillo e María Teresa Raventós Viñas, illustrano i diversi modi di Palazuelo di avvicinarsi alla realtà architettonica e spiegano l’influenza da lui esercitata sui contemporanei, da Ayerza a Bayón passando per Corrales e Molezún, García de Paredes, Moneo e Sáenz de Oíza.

https://www.fundacionico.es

Pablo Palazuelo

Pablo Palazuelo, modello di architettura, courtesy Madrid Design Festival

PRINT3D. PRINTING REALITY ‒ CAIXAFORUM MADRID

La stampa 3D è ormai una realtà tecnologica sempre più spesso utilizzata dal design, dalla moda, dalla medicina, dall’edilizia e dall’arte. La mostra PRINT3D, nel CaixaForum di Herzog & de Meuron, ospita una miriade di applicazioni pratiche in campi diversi. Con più di 200 pezzi stampati in 3D, divisi in aree tematiche e accompagnati da un corredo audiovisivo, la mostra offre un viaggio esplorativo dentro questa modalità di produzione e adotta un approccio al tempo stesso pratico ed educativo per spiegare come questa tecnologia stia già migliorando la vita umana in molti modi.

https://caixaforum.org/es/madrid

Cosmocaixa, Expo3D

PRINT3D, veduta della mostra, courtesy Madrid Design Festival

PREMIO MINI DE DISEÑO E MADRID DESIGN PRO

Si è tenuta all’interno del Madrid Design Gala Festival Awards 2023, presso l’Institución Libre de Enseñanza, la terza edizione del MINI Design Award. La reinvenzione degli spazi urbani e la trasformazione della vita nelle città sono la spina dorsale di un premio dedicato alle innovazioni che determinano cambiamenti nell’ambiente urbano, alle azioni che migliorano la qualità della vita e l’efficienza delle città o ai progetti intelligenti, inclusivi e sostenibili.
Il MINI Design Award comprende tutte le discipline del design – dal disegno industriale al design del prodotto fino a design digitale, grafica, architettura, urbanistica, fashion design – sia per una categoria professionale che per una di nuovi talenti, rivolta agli studenti dell’ultimo anno delle scuole e università di design o neolaureati. Hanno partecipato a questa terza edizione circa 30 professionisti con progetti che affrontano il riuso dei materiali, l’architettura sostenibile, l’economia circolare e l’emancipazione della dimensione rurale. La categoria nuovi talenti ha invece ricevuto 61 progetti da 15 scuole di design.
I progetti vincitori del III MINI Award per il Design sono: Enabling the space, naturalizing the city di Álvaro Catalán de Ocón per la categoria professionale e Centro de Ocio Cañada Real di Ángela Polanco per la categoria nuovi talenti.
Per il Madrid Design PRO, invece, il programma che porta nella capitale spagnola i nomi di spicco del design nazionale e internazionale curato da un committee composto da Cristina Didero, Luis Sendino, Mariona Rubio e Marco Tabasso, sono stati premiati, nella medesima occasione: Curro Claret (Barcelona, 1968), Hella Jongerius (Utrech, 1963) e Stefano Boeri (Milano, 1956).

I vincitori dei premi di Madrid Design Festival 2023

I vincitori dei premi di Madrid Design Festival 2023. Da sinistra: Ángela Polanco, Hella Jongerius, Stefano Boeri, Alvaro Catalán de Ocón, Curro Claret

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

Scopri di più