Milano Design Week 2023. Guida agli eventi da non perdere per il Fuorisalone
Brera, Isola, Tortona, Porta Venezia, Alcova e non solo: Milano durante la settimana del Salone del Mobile si trasforma nella capitale del design, con i suoi quartieri adibiti a “distretti”. Ecco una guida a tutti eventi della design week
Come ogni anno, il design torna a invadere la città, dal centro alle periferie, senza dimenticare naturalmente Rho Fiera dove va in scena Euroluce, portandosi dietro il suo corollario di eventi e di happening. E continua a fornire occasioni per riscoprire architetture dimenticate o di solito inaccessibili al pubblico. Ecco la nostra guida al Fuorisalone, distretto per distretto, con gli appuntamenti da non perdere.
Giulia Marani
EUROLUCE
A Rho Fiera Milano, il nuovo allestimento della biennale dell’illuminazione Euroluce, alla sua 31esima edizione e alla prima post-pandemica, riporta l’esperienza di visita a una dimensione umana con il nuovo allestimento firmato da Lombardini22. Studiando un modello che descrive i movimenti dei visitatori come se fluissero all’interno di un contesto urbano, i progettisti sono arrivati alla conclusione che il primo retaggio a dover cadere fosse il tradizionale set up fieristico a maglia ortogonale, con ampi boulevard e “vicoli” intensivi. Il nuovo schema di ispirazione urbana avvicina Euroluce alla forma urbis della città che lo ospita, Milano. Una nuova matrice ad anelli irregolari immette i visitatori in un loop che bilancia momenti di sosta e ampliamenti di visione grazie a mostre e attività culturali. Da lì, vi invitiamo a proseguire attraverso il percorso privilegiato nella fucina della creatività under 35: il SaloneSatellite, alla sua ventiquattresima edizione. A 550 talenti selezionati da 27 scuole di design e università internazionali è stato chiesto di rispondere alla domanda “Design: DOVE VAI?”. L’obiettivo è creare una mappa che connetta le differenti visioni dei graduated to be. (Flavia Chiavaroli)
ALCOVA
Format che vince non si cambia, anche se continua a cambiare sede. Dopo aver portato i visitatori del Fuorisalone, nell’ordine, in un ex-panettonificio a NoLo, in uno stabilimento tessile dell’Isola e in un ospedale militare a Baggio, il progetto ideato da Valentina Ciuffi e Joseph Grima nel 2018 investe e “riattiva” una nuova location in rovina, l’Ex-Macello di Porta Vittoria. Si tratta dell’ultima occasione per vedere il complesso liberty di 20mila metri quadri così com’è, prima dell’avvio di un imponente intervento di rigenerazione che porterà alla nascita di un nuovo quartiere residenziale, del campus dello IED, di un museo e di un parco. Il programma è come sempre variegato, con i progetti di oltre 70 espositori tra designer indipendenti, istituzioni (per esempio il LUMA di Arles, presente con il suo centro di ricerca Atelier LUMA), gallerie e collettivi, tutti contraddistinti da un approccio sperimentale.
BRERA
Con oltre 240 eventi, la Brera Design Week si aggancia al tema generale proposto dal Fuorisalone: Laboratorio Futuro, un invito a progettare nuovi scenari per rispondere alle sfide della contemporaneità. A interpretare il brief è una moltitudine di attori, divisi tra le realtà che hanno la loro sede permanente in queste vie – oltre 180, con una decina di nuove aperture – e quelle che invece hanno scelto di occupare una delle tante location in affitto. Tra le tante proposte vi segnaliamo, per quanto riguarda l’illuminazione, l’installazione Light-Floating Reflection di Ingo Maurer (ai caselli di Porta Nuova), un tappeto di trenta metri dipinto a colori fluorescenti che attraversa a mezz’aria l’arco di pietra, e il progetto Enlightment di Nemo Lighting con la direzione artistica di Ron Gilad, a cavallo tra design industriale e collectible. Alla Tempesta Gallery (Foro Bonaparte), le opere concepite tra gli anni Sessanta e i Duemila dall’artista-ingegnere Piero Fogliati dialogano con gli arredi prodotti da Riva 1920, disegnati da maestri come Enzo Mari, Renzo Piano e Mario Botta con il riutilizzo di “bricole” veneziane. Design Variations, la manifestazione curata da MoscaPartners, torna al Circolo Filologico (con un intervento site-specific di Zaven sulla facciata) e apre per la prima volta al pubblico l’Istituto Marchiondi Spagliardi, capolavoro brutalista di Vittoriano Viganò a Baggio. Qui, va in scena Reforming Future, la mostra dei progetti del corso magistrale tenuto da Michele De Lucchi e Andrea Branzi al Politecnico.
ISOLA
Sempre più l’erede ideale di VenturaLambrate, il distretto di Isola continua a puntare su circolarità e rigenerazione. Non a caso, il motto di quest’anno è Nothing happens if nothing happens, da intendersi come “non succede niente se nessuno agisce”. Le proposte sono ancora più numerose e investono oltre 40 luoghi dentro e fuori dai confini del quartiere: in Piazza Città di Lombardia, per esempio, Circolare-The Circular Village mette in mostra materie prime grezze, biomateriali e prodotti realizzati con scarti industriali, mentre Tools & Crafts(alla Fondazione Catella) guarda all’artigianato con la sensibilità di Millennials e Gen Z e con strumenti nuovi come l’intelligenza artificiale, e Take Care! (alla Stecca3) approfondisce il tema della cura, in senso stretto e allargato. Exclave di Isola nel quartiere di Certosa, Innovation for Living è un focus di 3.000 metri quadri sulla tecnologia applicata al design, con un allestimento progettato dallo studio Pininfarina.
TORTONA
Il nucleo storico del Fuorisalone continua a essere uno dei punti di attrazione principali tanto per gli addetti ai lavori quanto per gli adepti di feste e aperitivi. In via Tortona e nelle adiacenze oggi convivono quattro diverse iniziative, ognuna con una propria identità: Tortona Rocks, BASE, Superstudio Più e Tortona Design Week. Tortona Rocks guarda al futuro ponendosi l’interrogativo How do you take care of tomorrow? e cercando di fornire una serie di risposte all’Opificio 31 e in altre sedi limitrofe. Inoltre, si rende protagonista di una “digressione territoriale” nel vicino quartiere popolare del Giambellino con il progetto Altrove sviluppato insieme alla piattaforma MilanoSecrets. Una serie eterogenea di botteghe – un pastificio, una libreria, una polleria… – si trasformano in palcoscenici per le creazioni di designer emergenti. Al BASE, giovani progettisti, scuole e istituzioni si riuniscono intorno al manifesto programmatico We Will Design e ai valori sintetizzati dall’acronimo I.D.E.A: Inclusione, Diversità, Equità, Accessibilità, mentre le cinque designer protagoniste del programma di residenze Temporary Home interagiscono con il pubblico. Al Superstudio Più va in scena il Superdesign Show, dove installazioni futuristiche convivono con l’esplorazione delle tradizioni di alcuni Paesi dell’Asia orientale.
5VIE
La ricerca di punti di contatto tra la dimensione estetica e quella etica – di un bello, cioè, che sia anche votato al benessere collettivo – è al centro della proposta di 5VIE, che organizza la propria settimana del design per il decimo anno concentrandosi come di consueto sul design d’autore e sul dialogo con le arti visive e l’alto artigianato. Design for Good è lo slogan attorno al quale si agglutinano mostre e installazioni, sei delle quali sono state prodotte direttamente dal distretto. Vi segnaliamo, inoltre, il progetto OMG-GMO del designer viennese Robert Stadler con Bitossi Ceramiche da Carwan Gallery, una riflessione sul rapporto tra uomo e ambiente a partire dalla manipolazione genetica di frutta e verdura, e la settima edizione di Doppia Firma a Palazzo Litta. In via Lupetta 2, lo studio di architettura tutto al femminile Lupettatelier apre le sue porte presentando Onset, un suggestivo allestimento che affianca ai prodotti del brand veronese Azimut Design, specializzato nella lavorazione della resina vitrea, un racconto di Riccardo Benedini e una serie di illustrazioni di Valentina Volpi. Non lontano da 5VIE, Senza Invito è un progetto unico perché consente di entrare in uno dei luoghi più inaccessibili della città, il carcere di San Vittore, e avvicinarsi alla realtà dei detenuti attraverso la lente del design. In mostra, gli esiti del laboratorio di economia circolare fondato da Ilaria Scauri.
PORTA VENEZIA
Posto a cerniera tra il centro e la prima cintura, cosmopolita e includente per natura, il quartiere di Porta Venezia ospita un nuovo distretto del Fuorisalone – anzi, L’ALTRO distretto, un’etichetta che rimanda sia al genius loci (in queste vie convivono molte realtà, dalle attivitàcommerciali della diaspora eritrea ai ritrovi della comunità LGBTQ+ e agli studi di architettura) che all’esistenza di tanti modi diversi di fare design. Da non perdere: l’installazione immersiva Journey dello studio turco Nohlab da MEET, che in 12 minuti e mezzo apre una serie di interrogativisi limite della conoscenza umana, i progetti ottimisti e visionari dei designer di Singapore selezionati da Maria Cristina Didero e Tony Chambers per Future Impact (all’interno del casello ovest dei Bastioni, futura sede del Museo di Arte Digitale diretto da Ilaria Bonacossa, e la collettiva incentrata sull’arte del vetro allestita da WonderGlass all’Instituto dei Ciechi. Ai margini del distretto, il Bar Basso, un’istituzione cittadina, festeggia i 55 anni del Negroni Sbagliato e l’ingresso del “bicchierone” in cui viene servito con Hidden Sound. L’azienda svizzera ha realizzato un’edizione limitata di sistemi audio, in esposizione durante la design week, e una playlist. E a Via Rosolino Pilo passate a vedere il nuovo negozio di piante Palma.
IL CIRCUITO DEGLI SHOWROOM DEL CENTRO (VIA DURINI E DINTORNI)
Via Durini è con ogni probabilità la strada milanese con la più alta concentrazione di showroom di design ed è l’epicentro del Milano Design District, associazione all’inizio concentrata in un perimetro molto ristretto e oggi cresciuta a macchia d’olio sia verso via Larga-Missori (dove si trova anche l’Università Statale, sede della collettiva Interni Re-Evolution) che in direzione di corso Monforte. Le 41 attività che ne fanno parte si sono date anche un tema condiviso, Metamorfosi urbana. Dopo sei edizioni a Palazzo Turati, Masterly-The Dutch in Milano si sposta in un’altra sede di grande fascino, il cinquecentesco Palazzo Giureconsulti, e punta a stupire i visitatori con una monumentale installazione floreale. Il marchio francese La Manufacture cerca di ripetere l’effetto wow ottenuto lo scorso anno, quando gli arredi tutti in arancione selezionati dall’art director Luca Nichetto hanno creato un interessante cortocircuito tra antico e contemporaneo nelle sale del Museo Poldi Pezzoli, popolando la casa-museo di Alessandro Manzoni a due passi dal Teatro alla Scala.
DROPCITY NEI TUNNEL DELLA STAZIONE CENTRALE
In via Sammartini, all’interno dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale, sorgerà presto – l’apertura è prevista nei primi mesi del 2024 – un nuovo centro per l’architettura e il design. Una prima anticipazione del progetto è arrivata lo scorso anno durante la design week, quando il contenitore, cioè i tunnel, è stato aperto ai visitatori; quest’anno, invece, una rassegna intitolata Dropcity Convention 2023 permette di farsi un’idea dei contenuti che andranno ad animare quegli spazi nel prossimo futuro. Tra le varie iniziative, segnaliamo la mostra Arrigo Arrighetti. Un architetto pubblico e l’installazione Aspen, the Italian Manifesto, omaggio a un momento clou nella storia del design italiano: il congresso organizzato nella località sciistica americana dall’International Design Conference nel 1989, al quale parteciparono alcuni tra i più visionari progettisti del momento, da Achille Castiglioni a Ettore Sottsass. Poco più a nord, la designer americana Felicia Ferrone espone le creazioni in vetro del suo brand fferrone in una mise en place blu Klein a Villa Mirabello, un gioiello rinascimentale a nord del quartiere Maggiolina che per la prima volta accoglie un evento legato al design.
IL FOCUS SU AUGUSTO BETTI ALLA FONDAZIONE SOZZANI
Alla Fondazione Sozzani, in corso Como 10, la mostra AUGUSTO BETTI artista + designer curata dal fautore del nuovo corso di Paradisoterrestre Gherardo Tonelli rende omaggio a una figura trasversale tra arte e design. Legato a triplo filo alla città di Faenza e noto soprattutto per i suoi dipinti, Betti ha collaborato con l’azienda Habitat Sintoni della sua città firmando arredi dalle linee sinuose come la poltrona Noodle (oggetto di una riedizione nel 2022) o la poltrona oscillante Basculante e usando il vetroresina in maniera pionieristica. Il brand fondato da Dino Gavina presenta anche le riedizioni delle opere d’arte funzionali Margarita e Sacco Alato e del sistema di sedute Malitte di Roberto Matta (negli spazi della Fondazione Rodolfo Ferrari, all’interno della mostra a cura di The Design Blender) e la reinterpretazione del designer Kiko Kostadinov di una serie di pezzi chiave dell’iconica collezione Naeko di Kazuhide Takahama, scomparso nel 2010.
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