Piccole architetture per interni. Intervista a Maria Adele Savioli di MAS Design
I suoi pezzi esposti a Edit Napoli ci avevano particolarmente colpito. Abbiamo fatto qualche domanda a Maria Adele Savioli, un’architetta affermata che cinque anni fa ha deciso di intraprendere una strada nuova: aprire un brand di design in collaborazione con un amico
Maria Adele Savioli (classe 1976, origini romagnole ma a Roma da una vita) dopo aver maturato esperienza e collaborato con diversi studi – tra questi Giammetta&Giammetta e Labics, “due palestre professionali fondamentali” –, nel 2010 inizia il suo percorso personale e due anni più tardi fonda MAS Architettura, uno studio che ricerca il dialogo tra la natura del luogo, le diverse identità di chi lo vive e un linguaggio contemporaneo. Nel 2018, infine, grazie a un incontro amicale che si è trasformato in progetto professionale, prende vita anche MAS Design. Un’idea imprenditoriale e creativa a vocazione artigianale, in cui a prevalere è la ricerca della materia, del dettaglio, di un approccio sartoriale.
Intervista a Maria Adele Savioli, fondatrice di MAS Design
Come è nato MAS Design?
Si può dire che tutto è iniziato grazie a Paolo, prima amico, poi committente e poi socio. Per il progetto di interni della sua casa romana avevo cominciato a disegnare pezzi di arredo custom, pensati appositamente per lui e per quegli ambienti. Colori, finiture, dimensioni, proporzioni. Il risultato ottenuto insieme, e i feedback delle persone che li vedevano e volevano acquistarli, ci ha entusiasmato a tal punto che abbiamo pensato di mettere su una collezione. Io disegnavo i pezzi e poi seguivo la produzione in Romagna. Devo ammetterlo: questi progetti non sarebbero stati possibili senza la collaborazione e il dialogo serrato con gli artigiani romagnoli con cui lavoro – e da cui imparo – da una vita. È grazie a loro se i prototipi sono stati migliorati e sono diventati prodotti finiti.
A oggi, quante sono le collezioni?
Attualmente MAS ha sette collezioni in catalogo, e due di queste – Onice 45 e Losanghe – sono state presentate all’ultima edizione di EDIT Napoli, un’esperienza che mi è piaciuta moltissimo. Ho amato la dimensione editoriale della fiera e l’atmosfera era perfetta per raccontare i miei prodotti.
Raccontaceli meglio.
Onice 45 è composta da una serie di tavoli, nati come tavoli di rappresentanza, dove a prevalere è la matericità potente della superficie in onice messa in contrasto con i profili in ferro laccato alleggeriti: svuotando la struttura e assottigliando angoli e prospetti, si riduce la sensazione apparente di spigolosità. Losanghe comprende un coffee table, una credenza alta e una consolle realizzati in profili di ferro verniciati, vetro e dettagli in ottone. L’ispirazione qui sono i prospetti degli edifici: i frontali in RCR (vetro cristallino, ndr) trasparente e la struttura sono disegnati con losanghe triangolari colorate che enfatizzano il tema architettonico della diagonale.
Qual è la filosofia dietro a questi pezzi?
La personalizzazione. Io decido la forma e mantengo la direzione artistica, ma la scelta dei colori e delle finiture è appannaggio del cliente. A causa della mia formazione da architetto (e non da product designer), penso sempre l’oggetto contestualizzato in uno spazio. Questo significa ascoltare il cliente e dialogare con lui per dargli un pezzo che sente suo, perfetto per la sua casa.
Il tema dell’architettura ritorna…
Per me nasce sempre tutto da lì, dagli interni e dal luogo. I miei arredi, in fondo, sono reinterpretazioni al dettaglio di progetti di interior, così come i materiali che utilizzo: arrivo a sceglierli solo dopo aver fatto infinite ricerche e prove per l’architettura. Un approccio molto artigianale al design. Capita spesso che la mia ispirazione arrivi proprio dai materiali che trovo negli spazi in cui intervengo, che un pavimento mi faccia innamorare e mi venga voglia di disegnare un tavolo.
Un pregio e un difetto di questo approccio?
Disegno tutto, forse troppo (sorride).
Un progetto su cui vorresti lavorare?
Venendo da una famiglia di albergatori, mi piacerebbe poter fare un albergo, magari vista mare.
Quali sono gli obiettivi futuri di MAS Design?
Riguardano innanzitutto contaminazione e sviluppo. Vorrei far crescere il progetto, rendendolo un laboratorio aperto alle collaborazioni creative, un luogo dove veicolare altre produzioni, un contenitore di sperimentazione. Per esempio con degli illustratori, facendo realizzare loro tessuti dipinti a mano da applicare sulla linea Marta (una serie di armadi in MDF con ante rivestite con carta da parati, ndr).
Solo in Italia o anche all’estero?
È in arrivo una bella novità per MAS Design sul fronte della visibilità di mercato internazionale, ma non dico altro per scaramanzia. Incrociamo le dita!
Giulia Mura
https://www.mariaadelesavioli.it/mas/
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