Wanderart a Roma. L’atelier che supera il confine tra arte e design
Nel suo laboratorio creativo del quartiere Parioli, Alessandra Pasqua dà vita a pezzi unici nati dalla ricerca su materiali e tecniche antiche. Prossimi protagonisti al Fuorisalone 2024 di Mila-no, esposti a Palazzo Litta
Con una doppia installazione a Palazzo Litta (5Vie), al Fuorisalone 2024 di Milano ci sarà anche Alessandra Pasqua, l’artista romana classe 1975 fondatrice di Wanderart, atelier di arte e collectible design. Wanderart indica la necessità di errare (to wander) per cogliere e rivelare la meraviglia (wonder). La sua carriera, infatti – iniziando dal percorso di studi – ha fatto giri lunghissimi, preso traiettorie orbitali differenti per poi atterrare a tempo pieno alla ricerca artistica, incessante. Dopo aver studiato pittura alla Central Saint Martins di Londra, seguito corsi di scultura per la lavorazione dei metalli con la tecnica della cera persa e di oreficeria presso la Scuola Alchimia di Firenze, Pasqua consegue la laurea con lode in Ingegneria edile. Lavora per lungo tempo con la società internazionale Arup e successivamente ricopre un ruolo direttivo nel Centro Stile di un’importante azienda del settore degli equipaggiamenti per l’aeronautica, sviluppando progetti per interni di elicotteri e business jet.
Alessandra Pasqua e Wanderart
Da oltre dieci anni si dedica alla sua personale ricerca, esplorando le potenzialità della forma pittorica, scultorea e più in generale della dimensione oggettuale e tridimensionale. I materiali e la materia (inclusa quella umana) sono l’abaco di Wanderart, il linguaggio delle sue opere e collezioni. Un universo del possibile e dell’inatteso, in cui prendono forma oggetti originati dall’interazione tra materia e tecnologia, materia e ambiente, materia e uomo, uomo e emozione. Un repertorio formale libero e sofisticato che mette insieme energie vitali e rituali. La responsabilità ne è parte integrante: per questo Alessandra Pasqua lavora per monitorare e calcolare la carbon footprint dei processi ed è impegnata a trovare soluzioni non convenzionali per abbatterla, attraverso l’impiego di materiali riciclati e tecniche che consentano di ridurre o alleggerire le diverse fasi di produzione. Sperimentare è un focus dell’atelier: per esempio esplorando le possibilità nell’uso di biomateriali nell’arte, come il micelio, in alternativa alla plastica. Oppure avviando un progetto con il Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e Ambiente dell’Università La Sapienza di Roma per lo sviluppo di un nuovo materiale generato da scarti del settore agroalimentare e industriale, un conglomerato, costituito da malta di calce, fanghi di travertino da recupero e nanochitina da scarti, che darà vita a opere d’arte e oggetti di design.
Le produzioni di Wanderart. Lunar + Bride ff Quietness
Molti degli elementi chiave della ricerca di Wanderart si ritrovano in Lunar, la prima edizione di opere sospese tra arte e design, da poco presentata alla Soho House di Roma. Una collezione che nasce dalla ricerca sui residui di metallo nei crogioli da fusione: composta da uno specchio, due tavoli, un side table e una coppia di vasi realizzati in fusione di bronzo, alluminio e ottone, Lunar è un’ode alla materia e alla sua genesi. Mette in scena i movimenti di emersione delle terre, il formarsi di bacini e detriti, con volumi estroflessi e piani increspati, superfici vibranti e irregolari, prominenze e crateri che divengono l’archetipo di un’estetica naturale e spontanea. “Lunar è il racconto della forza e del vigore di un processo” spiega Alessandra Pasqua “Il metallo si forgia, si modifica, si fa liquido e infine si forma lasciando impurità, detriti e scorie, componenti endemiche e inattese di una sostanza viva e imprevedibile. Le superfici, epiderma articolato della materia, si ispirano ai processi morfogenetici che modellano gli elementi naturali ed esprimono la vitalità della creazione, della formazione delle terre, degli spostamenti tellurici”.
Wanderart al Fuorisalone 2024
Esposta al piano nobile di Palazzo Litta durante la Design Week, Lunar sarà accompagnata, anzi anticipata nell’androne, da una scultura, Bride of Quietness, pensata da Alessandra Pasqua come un omaggio al dialogo tra il mortale e il divino. Il titolo dell’opera deriva da un verso dell’Ode su un’urna greca di John Keats, in cui il poeta britannico esalta il manufatto antico come sublime e perfetta manifestazione dell’arte. “Bride, la sposa, racconta il rito di incontro, di un’unione, del matrimonio primigenio tra il Mortale e la natura intima, essenziale, della realtà. L’ispirazione per questa scultura arriva dalla mia passione per le statue africane che simboleggiano la prosperità e la fertilità, ma anche il legame con la Terra e il passato”.
Giulia Mura
Scopri qui l’atelier Wanderart
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