L’incubatore delle stelle del design. Il SaloneSatellite fa 25 anni
Nato a Milano nel 1998 come piattaforma per dare spazio ai designer emergenti, il SaloneSa-tellite spegne ben 25 candeline. In questo quarto di secolo, ha permesso ai visitatori della fie-ra di scoprire visioni e idee fresche e tenuto a battesimo alcuni dei big di oggi
“Incredibile, 25 anni!”, esclama Marva Griffin Wilshire, fondatrice e curatrice del SaloneSatellite. “Mi sembra solo ieri che Manlio Armellini – all’epoca AD di Cosmit, Comitato Organizzatore del Salone del Mobile Italiano – dopo le nostre conversazioni sui giovani designer, mi affidò l’incarico di organizzare un evento dedicato a loro, all’interno del quartiere fieristico. Oggi, a distanza di 25 anni, è lungo l’elenco dei 14.000 giovani designer provenienti da oltre 58 Paesi che sono diventati famosi internazionalmente e i loro prodotti si trovano nei cataloghi delle aziende produttrici. Sono stati anni emozionanti, è bello vedere che molti designer partecipanti al SaloneSatellite successivamente sono diventati internazionalmente riconosciuti”.
Il SaloneSatellite infatti, negli anni, ha generato fortunatissimi prototipi, sì, ma anche incontri, associazioni, relazioni e dialoghi. Ha contribuito a scrivere i nuovi linguaggi del design internazionale; ha spinto alcuni partecipanti a fondare proprie aziende e studi; ha accolto creativi che, nel tempo, si sono affermati anche in campi complementari a quello dell’arredo e del product design; ha ospitato diverse centinaia di scuole che hanno presentato un modo originale di intendere l’insegnamento. Da allora, grazie all’affinità con gli imprenditori delle maggiori aziende presenti al Salone del Mobile, ha sancito proficue collaborazioni e lanciato alcuni tra i più talentuosi designer di oggi.
I talenti usciti dal SaloneSatellite
La primissima edizione, quella del 1998, vede per esempio la partecipazione della designer francese Matali Crasset con il materassino multifunzione When Jim comes to Paris e del futuro fuoriclasse finlandese Harri Koskinen con la lampada Block, che evoca l’immagine di una classica lampadina a bulbo imprigionata in un blocco di ghiaccio. Due successi immediati e folgoranti che aprono due carriere costellate da premi e collaborazioni importanti. Nel 2000 a presentare una serie di lavori, tra cui il portauovo Coquetier, è il toscano Paolo Ulian, oggi uno dei massimi conoscitori del marmo, un materiale “pesante” che nelle sue mani diventa leggero e versatile. Sono stati visti per la prima volta al Satellite anche i Fossili Moderni di Massimiliano Adami, reperti archeologici in plastica (in realtà oggetti di uso quotidiano) inglobati per i posteri in una schiuma poliuretanica, la panca Le Banc del belga Xavier Lust, i tavolini Chab di Nendo e tantissimi altri progetti poi editati dai più prestigiosi marchi di design.
Due celebrazioni per l’anniversario del SaloneSatellite
Con un allestimento completamente rinnovato nei Padiglioni di Rho Fieramilano, l’edizione numero 25 conta circa 600 partecipanti da 37 paesi e 22 scuole di design e università internazionali tra cui, per la prima volta, la Prince Sultan University dall’Arabia Saudita, la Belgrade Business and Arts Academy of Applied Studies dalla Serbia, il Michael Graves College dagli Stati Uniti e la Xi’An Jiaotong-Liverpool University dalla Cina. Anche quest’anno una giuria di esperti del settore premierà i designer più meritevoli valutando i progetti presentati in mostra nei padiglioni della fiera.
Mentre in Triennale, con un progetto espositivo curato da Beppe Finessi e allestito da Ricardo Bello Dias, la mostra Universo Satellite riconsidera l’intera storia del SaloneSatellite attraverso il complesso rapporto tra il mondo della produzione e i giovani talenti, tra creatività ed imprenditoria, tra il pensare e il fare. Un progetto espositivo inteso come una grande wunderkammer dove non brillano solo gli oggetti ma anche schizzi e bozzetti, disegni esecutivi realizzati nei centri ricerca e sviluppo delle aziende e prototipi.
Giorgia Losio
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