Al Fuorisalone 2024, Foscarini, brand specializzato nell’illuminazione di design, ha scelto di presentarsi con un progetto inedito, “HABITUS”, aprendo un nuovo capitolo della consolidata collaborazione con Andrea Anastasio, maestro nell’intrecciare arte e design.
Il risultato si apprezza allo Spazio Monforte, nell’esposizione che rivela i punti cardine dell’operazione, che fa incontrare il light design con il linguaggio dell’alta sartoria e del ricamo.
“HABITUS”: la collaborazione tra Foscarini e Andrea Anastasio
Carlo Urbinati, presidente di Foscarini, ne spiega premesse e obiettivi: “Per un’azienda, concedersi il tempo per riflettere, intessere connessioni e tentare incursioni creative in altri mondi è un grande privilegio.” “HABITUS” è, così, una sperimentazione non vincolata dai limiti della produzione di serie, e un omaggio alla libertà creativa.
Questo percorso di esplorazione si svela attraverso l’uso di materiali come perline di vetro, paillettes, plexiglass e strisce di PET: Anastasio li descrive come tasselli di un mosaico che, sotto la guida della luce, rivela la propria anima cangiante. Dunque la serie si compone di oggetti luminosi che sfidano la definizione di lampada, frutto di una sperimentazione che va oltre la funzionalità.
Urbinati approfondisce: “La nostra è una scelta consapevole di allontanarci dalla produzione in serie per intraprendere un viaggio nel regno delle idee pure. Foscarini ha una storia di esplorazioni senza confini, di progetti, come ‘Battiti’ e ‘Fregio’, che sono nati dal desiderio di comprendere il materiale prima di trasformarlo in oggetto.“
L’illuminazione di design secondo Foscarini
Nel dialogo con il Design Coordinator Matteo Urbinati emergono le strategie di Foscarini per mantenere un equilibrio tra il bisogno di innovazione e le pressioni del mercato: “Alternare periodi di intensa ricerca a quelli di produzione è per noi un modo per ricaricare il pensiero creativo e non cadere nella trappola della ripetitività. Con ‘HABITUS’ ci prendiamo il tempo necessario per dare vita a oggetti che raccontano storie oltre la loro funzione di illuminare”.
In questo processo, Anastasio riporta la luce a una forma d’arte, creando un dialogo tra la semplicità dei materiali e la complessità delle emozioni che essi evocano. “Ho cercato di far diventare luce la materia” spiega “Il ricamo, solitamente confinato all’alta moda, diventa un veicolo per esprimere e modellare la luce in ambienti che trasformano la percezione dello spazio”.
Cruciale in questa sinergia tra illuminazione e tessuto è Amal, laboratorio di Mumbai fondato nel 2002. Amal, il cui nome evoca ‘speranza’, riunisce oltre trecento artigiani e designer nella creazione di pezzi su misura per la moda, l’arte e il design d’interni: la collaborazione con Foscarini testimonia come l’artigianato possa essere propulsivo per un futuro in cui arte e luce si fondono.
Alessia Caliendo
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati