Dopo il debutto nel 2020 alla Triennale di Milano, che l’ha prodotta, e il passaggio alla C-mine di Genk, la grande retrospettiva dedicata a Enzo Mari a cura di Hans Ulrich Obrist con Francesca Giacomelli fa tappa al Design Museum di Londra (fino all’8 settembre 2024). Una prima assoluta per la Gran Bretagna, da lungo attesa, come ha sottolineato il direttore Tim Marlow: “È ora che anche in questo Paese Enzo Mari riceva l’attenzione che merita!”.
Enzo Mari al Design Museum di Londra. La sezione storica
Con una ridotta, ma pur sempre ricchissima, selezione di opere, l’esposizione ricalca essenzialmente la presentazione milanese, adattandola agli spazi del museo su Kensington High Street progettato qualche anno fa da John Pawson. In ordine puramente cronologico, una sezione storica ripercorre i sessant’anni di attività interdisciplinare dell’infaticabile maestro del design: dall’esperienza programmatica con Munari dei primi Anni ‘60, ai celeberrimi puzzle e grafiche per Danese; dai leggendari esperimenti di autoprogettazione degli Anni ‘70, agli oggetti senza tempo firmati per i brand internazionali, fino alle collaborazioni con i laboratori artigiani a cavallo del millennio. In parallelo, lunghi tavoli in legno – costruiti secondo il metodo di autoprogettazione ideato da Mari – racchiudono i materiali di archivio; alle imperdibili testimonianze su carta fanno eco le parole dello stesso designer, da ascoltare comodamente seduti su esemplari di Sedia n.1. Chiude l’esposizione, la sezione di tributi d’artista commissionati dalla Triennale, fra cui spiccano le gigantesche iniziali del maestro riprodotte a parete da Barbara Stauffacher Solomon e l’ipnotico zoo di neon della maestra della luce Nanda Vigo.
Enzo Mari al Design Museum di Londra. La novità della tappa in Regno Unito
In esclusiva per la tappa londinese la mostra è affiancata dal display gratuito Grazie Enzo: Contemporary Responses to Enzo Mari, a cura di Esme Hawes. Presentati lungo il ballatoio affacciato sulla hall del museo, i progetti di 13 designer di base a Londra testimoniano al contempo la capacità proiettiva e l’attualità degli insegnamenti di Mari, a cui si ispirano. L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni, ciascuna dedicata a un tema cardine del maestro italiano esemplificato da una sua opera. Putrella, il celeberrimo vassoio ottenuto dalla semplice curvatura delle estremità di una trave prefabbricata, è preso a paradigma del radicale ripensamento del prodotto attuato da Mari. Gli stessi principi di essenzialità e rigore tornano nell’attività di Andu Masebo, che indaga usi alternativi per macchinari e processi produttivi. Così, dai cicli di lavorazione dell’industria automobilistica nascono Tubular Chair, sedia in tubi in acciaio inossidabile e gomma riciclata, e la serie di tavolini multicolore Spare part side table. Introduce invece la sezione dedicata al gioco 16 pesci, versione marina dell’iconico puzzle 16 animali. Un elemento imprescindibile del processo produttivo di Studio Mama, come dimostrano le buffe creature in legno create “per puro divertimento” dal duo di East London con gli scarti di precedenti progetti.
Enzo Mari al Design Museum di Londra. Gli omaggi dalle nuove generazioni di designer
Se il tema della partecipazione viene rappresentato, senza sorprese, dal libro-manifesto di Mari per un design responsabile, democratico e accessibile Proposta per un’autoprogettazione, la selezione di declinazioni contemporanee sorprende per varietà di media e ambiti: Sound Advice è una piattaforma contro la discriminazione nel mondo dell’architettura che, oltre a podcast e talk, ha pubblicato un coraggioso compendio di esperienze, provocazioni e consigli sul tema dell’ineguaglianza; mentre APFEL ripensa la relazione tra libro e lettore ideando format tattili e interattivi. Al tema della semplificazione delle forme è dedicata infine l’ultima sezione, che annovera fuoriclasse del calibro di Jasper Morrison e Martino Gamper. Ed è proprio il designer sud-tirolese trapiantato ad Hackney a chiudere l’omaggio inglese a Mari, con due bare a scala 1:5 realizzate, secondo la grammatica di Proposta per un’autoprogettazione, in solo legno e chiodi 2×4. L’Ultimo Mobile per il suo maestro e la moglie Lea Vergine.
Marta Atzeni
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Londra // fino all’8 settembre
Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli
the Design Museum
224–238 Kensington High Street
London W8 6AG
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